Cucina

L’alcol in cucina: quanto ne resta dopo la cottura?

Il tema dell’alcol nei cibi cotti merita un’attenzione particolare, soprattutto per chi ha necessità di limitare il consumo. Gli appassionati di cucina possono giocare con le sostituzioni e le tecniche di cottura per adattare le ricette alle proprie esigenze, senza compromettere il sapore finale dei piatti

Quanto alcol rimane nei cibi dopo la cottura? Dipende da vari fattori, tra cui il metodo di cottura, il tipo di alcolico utilizzato e il tempo di esposizione al calore. In generale, si stima che l’alcol possa evaporare in una percentuale variabile dal 4% al 49% rispetto alla quantità iniziale.

L’uso dell’alcol in cucina

L’alcol è un ingrediente comune in molte ricette tradizionali italiane e internazionali. Viene utilizzato non solo per aggiungere sapore, ma anche per apportare una nota di acidità che può esaltare il gusto degli ingredienti. Ad esempio, il vino è fondamentale nella preparazione di piatti come l’amatriciana, dove viene utilizzato per deglassare la padella e incorporare i sapori. Tuttavia, la quantità di alcol che rimane nel piatto finale può variare considerevolmente a seconda di come si cucina.

Cucinare | pexels @Gary Barnes – Vinamundi.it

Uno studio condotto da ricercatori del Dipartimento dell’Agricoltura e delle Università dell’Idaho e dello Stato di Washington ha dimostrato che, nonostante le tecniche di cottura come il flambé possano sembrare efficaci nell’eliminare l’alcol, in realtà solo una parte di esso evapora. Nel caso del flambé, si stima che solo il 20% dell’alcol venga eliminato prima che la fiamma si spenga, lasciando una quantità residua nel piatto. Questo è un dato interessante, poiché spesso si crede erroneamente che flambare un piatto elimini completamente l’alcol.

Fattori che influenzano l’evaporazione dell’alcol

Le variabili che influiscono sull’evaporazione dell’alcol includono:

  1. Temperatura di cottura: temperature elevate tendono a ridurre ulteriormente il contenuto alcolico.
  2. Tempo di esposizione: una cottura prolungata permette a una maggiore quantità di alcol di evaporare.
  3. Tipo di recipiente: pentole e padelle di materiali diversi disperdono il calore in modi differenti, alterando il processo di evaporazione.

Per coloro che desiderano evitare completamente l’alcol nei loro piatti, esistono numerose alternative. Sostituire l’alcol con ingredienti analcolici è diventata una pratica comune in molte cucine.

Sostituzioni

Ecco alcune sostituzioni utili:

  1. Amaretto: sostituire con estratto di mandorle.
  2. Liquori all’arancia: optare per succo d’arancia fresco.
  3. Sake o vermuth: utilizzare aceto per una nota acida simile.

Alcune sostituzioni possono rivelarsi più difficili. Ingredienti come brandy, cognac e vino richiedono un po’ più di creatività. Molti chef suggeriscono di mescolare succhi di frutta come quello d’uva, di mela e di pesca con un po’ d’acqua per cercare di replicare il profilo aromatico. Ad esempio, per preparare delle pennette alla vodka senza utilizzare vodka, è possibile mischiare sidro di mele e succo di limone per ottenere un sapore fresco e fruttato.

Infine, è importante notare che il whisky, pur essendo uno degli alcolici che evapora meglio durante la cottura, non ha un sostituto diretto in termini di gusto. Se si desidera evitare completamente l’uso di whisky in una ricetta, la soluzione migliore è cambiare l’intero ingrediente principale, optando per un’altra bevanda alcolica o per un preparato completamente diverso.

Redazione

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