La Vernaccia di San Gimignano è un vitigno autoctono tra i più antichi d’Italia, la cui storia è intimamente legata a quella di San Gimignano, una città medievale che era conosciuta come la “New York” dell’epoca per le sue torri e il suo vivace commercio. Questo vino bianco ha guadagnato una reputazione internazionale, testimoniata da illustri poeti e letterati nel corso dei secoli, da Dante Alighieri a Geoffrey Chaucer, servito sulle tavole di Papi e Re in tutta Europa.
La Vernaccia di San Gimignano ha vissuto un periodo di grande successo durante il Medioevo e il Rinascimento, seguito da un lungo declino. Negli ultimi decenni, tuttavia, c’è stata una rinascita che ha portato il vino e la città a riconquistare attenzione e prestigio. Il Consorzio della Vernaccia, fondato nel 1972, ha avuto un ruolo cruciale, ottenendo la Docg nel 1993 e rappresentando oltre 100 aziende, che coprono l’88% della superficie vitata del territorio.
La superficie vitata di San Gimignano si estende su 2.146 ettari, di cui 768 ettari sono dedicati esclusivamente alla produzione della Vernaccia di San Gimignano Docg. Gli altri ettari sono impiegati nella produzione di diversi vini, tra cui:
Questa diversificazione riflette l’adattamento del territorio alle esigenze del mercato e alle preferenze dei consumatori.
In un contesto di rinnovamento, si svolge in questi giorni la seconda edizione di “Regina Ribelle Vernaccia di San Gimignano Wine Fest”, un festival che celebra la Vernaccia e coinvolge l’intero territorio. Fino al 18 maggio, wine lovers e professionisti del settore possono immergersi nella storia e nella cultura di questo vino, assaporando le ultime annate in luoghi emblematici della città, dichiarata Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 1990.
Il 15 e 16 maggio, l’evento ha visto la partecipazione di 34 produttori del Consorzio, con 80 etichette in degustazione al Museo di Arte Moderna e Contemporanea De Grada. Tra le etichette presentate, spiccano le nuove annate 2024 e le Riserva 2023, due annate complesse per motivi opposti. Marco Sabellico, curatore della guida “I Migliori Vini d’Italia” del Gambero Rosso, ha condotto una degustazione approfondendo i vini Doc del territorio.
I vigneti di Vernaccia, situati a un’altitudine compresa tra i 70 e i 500 metri, si sviluppano su suoli di origine pliocenica, ricchi di sabbie gialle e argille. Questo terroir conferisce al vino un potenziale produttivo significativo, ma le sfide climatiche hanno inciso pesantemente sulle produzioni, con una flessione significativa della quantità di uva prodotta negli ultimi anni.
Nel 2022, la produzione è stata di 5,26 milioni di kg, mentre nel 2023 è scesa a 3,25 milioni di kg, con un calo del 37,7%. Tuttavia, nel 2024 si prevede una ripresa, con una stima di 5,90 milioni di kg raccolti, dimostrando la resilienza della Vernaccia.
Il futuro della Vernaccia di San Gimignano sembra promettente, grazie a una comunità di produttori impegnata a preservare le tradizioni e a innovare. Nonostante le sfide del cambiamento climatico e le richieste del mercato, il successo del vino riflette non solo la qualità del prodotto, ma anche la ricca storia e la cultura di San Gimignano. La città, con le sue torri e il suo patrimonio, continua a incantare visitatori e appassionati di vino, mantenendo viva la tradizione della Vernaccia.
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