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La sfida dei robot: un confronto tra tecnologia e creatività

Quando si discute del consumo di alcol tra la Generazione Z, emergono dinamiche complesse che sfidano le narrazioni comuni. Spesso etichettati come una “generazione sobria”, i giovani nati tra il 1997 e il 2012 mostrano un comportamento di consumo di alcol che merita un’analisi approfondita. Secondo l’indagine globale On Premise User Survey (OPUS) di CGA by NIQ, nonostante una maggiore apertura verso opzioni a basso o nullo contenuto alcolico, la reale assunzione di alcol tra i membri della Gen Z non è diminuita in modo significativo. Questo articolo esplorerà le tendenze emergenti, l’influenza dei social media e la curiosità verso nuovi gusti che caratterizzano la relazione di questa generazione con l’alcol.

La tendenza della moderazione

Il rapporto di CGA by NIQ evidenzia che il 21% dei giovani a livello globale preferisce opzioni no/low alcol, un dato superiore al 17% della media mondiale. Tuttavia, è interessante notare che solo il 24% dei giovani italiani ha dichiarato di aver ridotto il consumo di alcol nell’ultimo anno, mentre il 46% ha mantenuto le stesse abitudini. Queste statistiche suggeriscono che, pur essendoci un’apertura verso alternative più sane, le abitudini tradizionali di consumo continuano a persistere.

La cultura del “zebra striping”

Una delle tendenze emergenti tra i membri della Gen Z è il fenomeno del “zebra striping”, che consiste nell’alternare bevande alcoliche e non alcoliche durante le uscite. Questa pratica riflette un approccio più bilanciato al consumo di alcol, consentendo ai giovani di socializzare senza esagerare. I dati mostrano che il 38% dei giovani intende frequentare più spesso bar e ristoranti, rendendo questa generazione una delle principali consumatrici nel settore del “fuori casa”.

In Italia, il 17% dei giovani preferisce alternative a bassa gradazione alcolica, ma il dato più sorprendente è che il 46% non ha cambiato la quantità di alcol consumato rispetto a un anno fa, mentre il 13% ammette di bere di più. Questi comportamenti evidenziano come la vita sociale rimanga un elemento chiave nella cultura giovanile.

Social media e decisioni di consumo

Un aspetto cruciale emerso dall’indagine è l’influenza dei social media sulle scelte di consumo della Gen Z. Tre giovani su cinque ammettono di farsi ispirare dai contenuti condivisi sui social per decidere dove mangiare o bere. Inoltre, il 46% degli intervistati sceglie il proprio drink in base alla sua “instagrammabilità”, dando priorità a ciò che risulta esteticamente gradevole e condivisibile online.

Questa tendenza ha portato a un cambiamento nei gusti e nelle preferenze. In Italia, quasi la metà dei consumatori (46%) opta per i cocktail, seguiti dalla birra con il 37%. Questa scelta è particolarmente interessante se si considera che i cocktail sono generalmente più costosi della birra, suggerendo che il desiderio di apparire e condividere esperienze sui social può superare le considerazioni economiche.

La curiosità e la ricerca di nuovi gusti

Un altro dato rilevante è che il 51% dei giovani italiani è spinto dalla curiosità di scoprire nuovi gusti e brand. Questa voglia di esplorare si riflette anche nelle preferenze di consumo, dove i cocktail artigianali e le bevande innovative stanno guadagnando popolarità. I giovani sono sempre più interessati a provare nuove combinazioni, sapori e marchi, contribuendo così alla continua evoluzione del mercato delle bevande alcoliche.

In conclusione, nonostante la narrazione prevalente che dipinge la Gen Z come una generazione sobria, i dati suggeriscono che il loro approccio al consumo di alcol è molto più sfumato. La loro relazione con l’alcol è influenzata da fattori sociali, economici e culturali, rendendo questa generazione un gruppo eterogeneo con preferenze diversificate. La capacità di bilanciare socialità e moderazione, insieme all’influenza dei social media, sta ridefinendo il panorama del consumo di alcol, rendendo la Gen Z un argomento di studio affascinante per il futuro.

Redazione Vinamundi

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