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La Collina dei Ciliegi raggiunge le 100 barrique con la vendita “En Primeur all’italiana” del vino

La vendita “en primeur” di vini sta prendendo piede anche in Italia, e La Collina dei Ciliegi, situata nella splendida Valpantena, in provincia di Verona, si distingue come un esempio innovativo di questo approccio. Massimo Gianolli, presidente dell’azienda e imprenditore di spicco nel settore finanziario, ha dato vita a un progetto che non solo si concentra sulla vendita di vini di alta gamma, ma crea anche una comunità attorno a esperienze uniche di degustazione, ristorazione e accoglienza.

Recentemente, La Collina dei Ciliegi ha raggiunto un traguardo significativo: la vendita di 100 barrique di Amarone “Ciliegio”, l’etichetta di punta dell’azienda. Questo risultato è stato celebrato durante la settima edizione della “Festa En Primeur”, un evento esclusivo per i membri del Club En Primeur e potenziali investitori. L’evento ha avuto luogo nell’incantevole cornice dell’azienda, un luogo dove natura e ospitalità si fondono armoniosamente. Durante la festa, sono stati presentati i vini disponibili e le nuove opportunità di investimento, sottolineando l’importanza di creare un senso di appartenenza per i partecipanti.

Crescita del club en primeur

Fondato nel 2018, il Club En Primeur ha visto crescere il numero dei suoi membri, attualmente 91 tra imprenditori, manager, attori e appassionati del mondo del vino. Questa iniziativa ha portato a una vendita complessiva di barrique che ha generato circa un milione e mezzo di euro, dimostrando l’interesse crescente per l’Amarone e il modello di business proposto da Gianolli. A differenza del sistema bordolese, dove i prezzi possono oscillare notevolmente, La Collina dei Ciliegi offre una garanzia di crescita annuale del prezzo del 10% per le bottiglie acquistate in questo modo.

L’acquisto di una barrique, che corrisponde a circa 300 bottiglie da 0,75 litri, richiede un investimento di 15.000 euro. Le bottiglie vengono conservate nel caveau dell’azienda e, all’immissione sul mercato, il prezzo per bottiglia è previsto a 65 euro, generando un guadagno tangibile per chi decide di rivenderle. Gianolli ha spiegato che, oltre alla sicurezza finanziaria, per lui è fondamentale creare legami e rapporti umani all’interno della comunità degli investitori. “Questo progetto è molto più di un semplice strumento finanziario; è una rete di relazioni e di passione per il vino,” ha affermato.

Innovazione tecnologica

Uno degli aspetti più innovativi del progetto è l’introduzione di tecnologie all’avanguardia, come la certificazione di proprietà attraverso Non-Fungible Tokens (NFT). Questa tecnologia, integrata nella blockchain, offre garanzie di autenticità e trasparenza, consentendo un controllo preciso sulla vendita delle bottiglie e sul loro tracciamento nel mercato. Gianolli ha sottolineato come questo upgrade tecnologico rappresenti un passo avanti significativo per la vendita en primeur, permettendo una negoziazione più fluida e sicura tra i membri del club.

Durante la “Festa En Primeur”, sono stati presentati anche due nuovi progetti: “Ouverture” e “Nunc est bibendum”. Il primo permette di acquistare in anteprima lotti di vini rappresentativi a un prezzo scontato, mentre il secondo offre l’opportunità di creare un vino su misura, seguendo il processo di vinificazione dalla scelta dei filari fino all’affinamento. Questi progetti mirano a coinvolgere ulteriormente i membri del club e a offrire esperienze personalizzate che vanno oltre la semplice vendita di vino.

Futuro e sfide del mercato

Nonostante il successo del modello en primeur, Gianolli è consapevole delle sfide che il settore vitivinicolo sta affrontando. Le difficoltà del mercato del vino, in particolare per i vini rossi di alta gamma come l’Amarone, possono influenzare le dinamiche di vendita. Gianolli, però, rimane ottimista: “Credo che l’Amarone e i vini di alta qualità continueranno a resistere. Il nostro progetto En Primeur offre certezze e opportunità che altri non possono garantire.”

L’approccio di La Collina dei Ciliegi, quindi, non è solo una questione di vendite, ma un’interazione profonda con il territorio e la comunità. L’azienda si propone come un ecosistema che va oltre il vino, abbracciando un modo di vivere e di relazionarsi che coinvolge anche la ristorazione e l’ospitalità. Questo modello di business rappresenta un’innovazione nel panorama vitivinicolo italiano, dimostrando che è possibile coniugare qualità, comunità e profitto in un’unica visione imprenditoriale.

In un’epoca in cui il mercato del vino è in continua evoluzione, La Collina dei Ciliegi è un esempio di come si possa fare la differenza creando un’offerta che risponde alle esigenze di una clientela sempre più esigente e desiderosa di esperienze autentiche. La vendita “en primeur all’italiana” non è solo un modo per acquistare vino, ma un’opportunità per diventare parte di una storia, quella di un’azienda che cresce e si evolve insieme ai suoi membri.

Redazione Vinamundi

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