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Joe Bastianich: la sorprendente opinione su Trump e i dazi americani

A poche ore dall’atteso annuncio di Donald Trump sui nuovi dazi che gli Stati Uniti intendono applicare ai prodotti importati, il mondo del vino e della ristorazione è in fermento. Il presidente americano ha scelto il Rose Garden della Casa Bianca per comunicare le sue decisioni, e i commenti non si sono fatti attendere. Tra le voci più significative spicca quella di Joe Bastianich, noto ristoratore, produttore di vino e personaggio televisivo, che ha espresso le sue opinioni in merito durante la presentazione del suo nuovo show “Foodish”, in onda su TV8 dal 7 aprile.

Il commento di Bastianich sui dazi

Bastianich, che ha avuto modo di conoscere Trump in qualità di cliente, ha rivelato un particolare che potrebbe sembrare banale, ma che in questo contesto assume una certa rilevanza: il presidente non beve vino. “Trump lo conosco, è stato mio cliente e purtroppo non beve vino e quando uno che non beve vino prende queste decisioni… non so cosa dire”, ha affermato, mettendo in luce un aspetto curioso della personalità del presidente che, secondo lui, potrebbe influenzare il modo in cui vengono prese decisioni riguardanti un settore tanto delicato come quello vinicolo.

L’impatto sui vini italiani

Il vino italiano, in particolare, si trova in una posizione critica. Bastianich ha commentato: “È un pazzo…”, accompagnando le sue parole con un sorriso amaro. Ha quindi evidenziato la disparità tra il vino e altre industrie, come quelle automobilistiche o siderurgiche, che sono ritenute di gran lunga più importanti per l’economia statunitense. Tuttavia, ha sottolineato che l’impatto di tariffe così elevate, come quelle del 200% che erano state inizialmente proposte, potrebbe risultare devastante per l’industria vinicola italiana.

  1. Dazi del 200%: “Se si mettono i dazi del 200% sul vino italiano, l’industria è praticamente morta”, ha dichiarato, evidenziando la vulnerabilità di un settore che già sta vivendo momenti difficili.
  2. Tariffe oscillanti: Secondo le ultime previsioni della Wine Trade Alliance, i dazi per il vino europeo potrebbero oscillare tra il 10% e il 25%.

Fortunatamente, sembra che l’idea di tariffe del 200% si sia affievolita, ma le conseguenze sono già tangibili. Ignacio Sanchez Recarte, segretario generale della CEEV (Confederazione Europea degli Imprenditori del Vino), ha affermato che, sebbene le tariffe più elevate non siano state implementate, il mercato vinicolo statunitense è già chiuso per i vini europei. Gli importatori, infatti, hanno bloccato tutte le spedizioni per paura di futuri dazi, creando una situazione di stallo che sta causando enormi perdite. Le aziende vinicole europee, secondo le stime, stanno già perdendo circa 100 milioni di euro a settimana.

Le conseguenze globali dei dazi

La questione dei dazi sul vino non è nuova; ci sono precedenti in altre parti del mondo, come in Nord Europa e Asia, dove le tariffe sulle bevande alcoliche hanno già avuto un impatto significativo. L’idea di applicare dazi sul vino è diventata una pratica piuttosto comune a livello globale, ma ciò non significa che sia meno problematica. Bastianich ha colto l’occasione per esprimere il suo disappunto riguardo a questa tendenza, sottolineando che, sebbene possa sembrare una norma, non è affatto una soluzione positiva per le aziende vinicole.

In questo contesto, è interessante notare come il mercato del vino sia non solo un settore economico, ma anche un simbolo della cultura e della tradizione italiana. Il vino rappresenta un patrimonio che va ben oltre il mero aspetto commerciale; è un elemento fondamentale della gastronomia italiana e della sua identità culturale. Le decisioni politiche che impattano su questo settore, quindi, non influenzano solo le aziende, ma anche la cultura e le tradizioni di un intero paese.

In attesa di sviluppi futuri, il mondo del vino guarda con preoccupazione a ciò che accadrà nei prossimi mesi. La speranza è che le tensioni commerciali possano essere risolte senza ulteriori danni per un settore già in difficoltà. La comunità internazionale, così come i consumatori e gli appassionati di vino, sta osservando attentamente come si evolveranno questi eventi, consapevole che le decisioni politiche di oggi potrebbero avere ripercussioni a lungo termine su questo prezioso patrimonio.

Redazione Vinamundi

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