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Istat 2025: la nuova faccia dei consumi di alcolici in Italia

Il Rapporto Annuale 2025 dell’Istat offre un’analisi approfondita delle abitudini di consumo di alcolici in Italia, rivelando un quadro complesso e in evoluzione. Sebbene il consumo complessivo di alcolici resti stabile, si osserva un cambiamento significativo nelle modalità di consumo. In particolare, il consumo quotidiano di alcol è in calo, mentre quello occasionale sta crescendo. Questo trend indica un allontanamento dai tradizionali modelli di consumo, tipici della cultura alimentare italiana, come il consumo di vino durante i pasti.

Evoluzione delle abitudini di consumo

Tradizionalmente, il vino è stato il protagonista indiscusso della tavola italiana, consumato in un contesto di convivialità. Tuttavia, il rapporto evidenzia un’evoluzione verso modelli di consumo più simili a quelli dei Paesi nordici, dove il consumo di alcol è spesso limitato a occasioni specifiche. Questo cambiamento non riguarda solo il vino, ma anche birra e superalcolici, il cui consumo avviene sempre più frequentemente al di fuori dei pasti e può portare a episodi di binge drinking.

Analizzando i dati, emerge che negli ultimi venticinque anni il consumo di alcol tra la popolazione di 15 anni e più è rimasto pressoché invariato, passando dal 70,6% nel 1999 al 68,7% nel 2023. Tuttavia, il consumo quotidiano ha subito una flessione significativa, scendendo dal 33,3% al 19%. Al contrario, il consumo occasionale è aumentato, passando dal 37,3% al 49,8%, con un incremento del consumo fuori pasto dal 23,8% al 33,4%. Sorprendentemente, il fenomeno del binge drinking si mantiene stabile, con una leggera crescita dal 7,3% nel 2003 al 7,8% nel 2023.

Differenze regionali e generazionali

Le differenze regionali nel consumo di alcolici rappresentano un aspetto di grande interesse. Le regioni del Centro-Nord mostrano tassi di consumo più elevati rispetto a quelle meridionali, evidenziando un divario nelle tradizioni culinarie locali. Inoltre, il rapporto mette in luce un significativo cambiamento generazionale. Tra i nati subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, il 40,3% della fascia di età 45-49 anni consumava alcol quotidianamente, mentre tra i coetanei nati tra il 1970 e il 1974, questa percentuale è scesa al 18,8%. Al contrario, il consumo fuori pasto è aumentato, passando dal 29,6% per i nati tra il 1965 e il 1969 al 49,1% tra quelli della generazione 1985-1989.

Differenze di genere nel consumo di alcol

Un altro aspetto interessante riguarda la differenza di genere nel consumo di alcol. Gli uomini continuano a mostrare tassi più elevati di consumo quotidiano e occasionale rispetto alle donne, sebbene entrambi i sessi presentino un calo significativo nel consumo quotidiano. Il binge drinking si rivela un fenomeno tipicamente giovanile, con un picco tra i 20 e i 24 anni, evidenziando una tendenza preoccupante tra le generazioni più recenti.

Nonostante l’Italia sia conosciuta come la “culla” della Dieta Mediterranea, il rapporto dell’Istat evidenzia cambiamenti non favorevoli anche nelle abitudini alimentari. Il consumo quotidiano di frutta e verdura è calato significativamente negli ultimi 30 anni, passando dal 94% nel 1994 al 78,2% nel 2024 per la popolazione di 10 anni e più. Queste dinamiche sollevano preoccupazioni, soprattutto considerando l’aumento dell’obesità tra i giovani.

Tuttavia, ci sono anche segnali positivi. Si registra una diminuzione dei fumatori e un aumento di persone che praticano attività fisico-sportive. Negli ultimi 30 anni, la pratica sportiva regolare è aumentata dal 16,6% nel 1995 al 27,6% nel 2023. Inoltre, si è assistito a un miglioramento delle abitudini alimentari, con una maggiore attenzione alla prima colazione, che nel 2024 è stata ritenuta adeguata dall’80,1% della popolazione sopra i 10 anni, rispetto al 68% di 30 anni fa.

Redazione Vinamundi

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