Che cos’è l’avvinamento? Una pratica diffusa in campo enologico ma che, nel corso degli anni, ha trovato un utilizzo anche in altre materie, soprattutto nei laboratori chimici. Ma in cosa consiste questa particolare procedura che molte aziende produttrici utilizzano per migliorare la qualità del proprio vino? Scopriamolo nelle prossime righe.
Per avvinamento si intende la pratica per il quale un recipiente viene “lavato” con il liqudo che lo stesso dovrà contenere, sostanzialmente quindi, a seconda del contenitore scelto, che esso sia una botte, un decanter o anche il bicchiere stesso, di versare al suo interno un po’ del liquido di nostro interesse. Una pratica diffusa già nel passato, e che come abbiamo visto ha trovato spazio anche in altri campi, se è vero che nel campo della chimica viene spesso utilizzata. Ovviamente in questo determinato settore il liquido utilizzato non sarà il vino, ma la procedura e il nome, rimarranno gli stessi della procedura che avviene in campo enologico.
Ma per quale motivo dovremo versare una piccola quantità di liquido, come abbiamo visto il vino nel mondo enologico ma altri prodotti nei laboratori chimici, nel nostro recipiente? Sostanzialmente con questo gesto si eviteranno future contaminazioni o alterazioni di altre sostanze, con il rischio di compromettere le proprietà del liquido che andremo a versare. In enologia è una fase particolarmente utile per definire l’equilibrio e il bilanciamento del vino, evitando eventuali impurità e sgradevoli odori una volta servito.
Lo abbiamo visto nei paragrafi precedenti, l’avvinamento può avvenire in diversi contenitori, ma per il nostro settore di interesse, sono fondamentalmente due le fasi in cui questo processo avviene. Partiamo da quella cronologicamente anteriore, ovvero quando il vino viene fatto riposare nelle botti di legno. Questa pratica è utilizzata soprattutto per gestire il rilascio dei tannini del nostro vino, calibrando e equilibrando il suo sapore procedendo a diversi assaggi, fino a trovare l’equilibrio perfetto del nostro nettare.
Questa pratica non avviene quindi solamente durante il processo produttivo, con il rilascio del liquido nelle botti che, come abbiamo visto, serve soprattutto a bilanciare i tannini presenti nel nettare, ma anche in una fase successiva. Appena prima di poterlo gustare infatti, soprattutto con determinati vini, sarà importante effettuare questa pratica, in modo tale da constatare eventuali impurità o odori sgradevoli prima di servirlo a tavola ai nostri commensali.
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