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Il vino sotto pressione: come dazi, salutismo e riforma Pac minacciano il settore

Il settore vitivinicolo italiano, un simbolo di eccellenza e tradizione, sta affrontando una fase critica caratterizzata da sfide senza precedenti. Sebbene negli ultimi vent’anni il mercato del vino abbia mostrato una crescita costante, oggi si trova a dover gestire una serie di problemi economici e politici che potrebbero influenzare profondamente il suo futuro. Le preoccupazioni non si limitano solo ai dazi imposti dagli Stati Uniti, ma si estendono anche a dinamiche legate alla salute pubblica e ai cambiamenti normativi in arrivo.

Dazi e impatti sul mercato

Uno degli aspetti più allarmanti per il settore è rappresentato dai dazi imposti dagli Stati Uniti. Attualmente, l’Unione Europea deve affrontare una tariffa universale del 10% sui vini esportati negli USA. Questo scenario, sebbene gestibile, potrebbe cambiare drasticamente in base alle decisioni politiche. Il 9 luglio 2023 è attesa una comunicazione da parte dell’ex presidente Donald Trump riguardo ai futuri dazi. È fondamentale che il settore vitivinicolo segua con attenzione i negoziati tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti. Nicola Verola, Direttore Generale per l’Europa e la Politica Commerciale Internazionale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha sottolineato l’importanza di trovare un compromesso per evitare un ulteriore aumento delle tariffe.

Il movimento salutista e le sue conseguenze

Un altro tema cruciale è il crescente movimento di salutismo, che sta guadagnando terreno a livello globale. La Conferenza delle Nazioni Unite sul contrasto alle malattie non trasmissibili, prevista per settembre 2025, rappresenta una potenziale minaccia per il settore del beverage alcolico. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sta spingendo per un approccio più rigoroso nei confronti del consumo di alcol, suggerendo l’aumento delle tasse e limitandone la disponibilità. Giacomo Vigna, Dirigente del Ministero delle Imprese del Made in Italy, ha descritto questa tendenza come una seria minaccia, paragonabile ai dazi, evidenziando il rischio che l’OMS possa influenzare le politiche statali.

Riforma della Politica Agricola Comune (PAC)

A complicare ulteriormente la situazione c’è l’attesa per la riforma della Politica Agricola Comune (PAC), i cui dettagli verranno presentati da Ursula von der Leyen il 16 luglio. Attualmente, la PAC assorbe circa un terzo del bilancio dell’Unione Europea, e i cambiamenti in arrivo potrebbero influenzare pesantemente il settore agricolo, compreso quello vitivinicolo. Dario Nardella, Coordinatore del Gruppo Socialisti e Democratici della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, ha avvertito che una revisione radicale potrebbe portare a un modello intergovernativo, compromettendo la competitività del settore vitivinicolo europeo.

Il settore vitivinicolo italiano non è solo un simbolo culturale, ma anche una fonte significativa di occupazione e reddito. La combinazione di dazi, pressioni salutistiche e incertezze politiche rappresenta una tempesta perfetta che potrebbe avere ripercussioni durature.

Conclusione

In questo contesto di incertezze, è essenziale mantenere viva la discussione su come il vino possa continuare a prosperare, promuovendo al contempo un consumo responsabile e sostenibile. Le decisioni che verranno prese nei prossimi mesi, sia a livello nazionale che internazionale, potrebbero delineare il futuro del settore vitivinicolo e, di conseguenza, il futuro di una parte significativa della nostra cultura e identità. La battaglia per difendere il vino e il suo posto nel panorama alimentare è appena cominciata, e il settore deve prepararsi ad affrontare sfide sempre più complesse.

Redazione Vinamundi

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