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Il vino nella GDO: segreti e curiosità dagli scaffali del supermercato

La Grande Distribuzione Organizzata (GDO) è un attore chiave nel mercato vinicolo italiano, influenzando profondamente le abitudini di consumo e le dinamiche di vendita. Nel 2024, le vendite di vino e spumante nei supermercati hanno superato i 750 milioni di litri, generando un fatturato di circa 3,2 miliardi di euro. Questo dato non solo dimostra l’importanza dei supermercati come canale di vendita, ma evidenzia anche come il vino sia diventato un elemento fondamentale della spesa quotidiana degli italiani.

La selezione dei vini: il ruolo cruciale dei buyer

La scelta dei vini sugli scaffali dei supermercati è il risultato di un processo di selezione accurato, gestito da buyer specializzati. Questi professionisti valutano diversi aspetti, tra cui:

  1. Marginalità del prodotto per l’insegna: è fondamentale che i vini selezionati generino un profitto adeguato per il supermercato.
  2. Reputazione del marchio e affidabilità del fornitore: i vini devono provenire da produttori rispettabili per garantire qualità e continuità.
  3. Coerenza con l’identità e il target della catena: ogni supermercato ha un’identità specifica, e i vini devono riflettere i valori e le preferenze della clientela.
  4. Trend di consumo e richieste del mercato: i buyer devono adattare l’assortimento alle nuove preferenze dei consumatori.
  5. Promozionabilità e rotazione: è essenziale che i vini abbiano potenziale di vendita e rimangano in rotazione sugli scaffali.

Catene come Coop, Esselunga, Conad e Carrefour sviluppano strategie diverse in base alla loro clientela e posizione di mercato. Ad esempio, Esselunga è nota per privilegiare vini di alta gamma, mentre altre insegne possono offrire un assortimento più ampio a prezzi accessibili.

La determinazione dei prezzi: una questione complessa

Il prezzo di una bottiglia di vino in GDO è il risultato di trattative tra produttori e distributori. Vari fattori influenzano il prezzo, tra cui:

  1. Costo di produzione: le spese per la coltivazione delle uve, vinificazione e imbottigliamento.
  2. Costo logistico: trasporti e gestione del magazzino sono cruciali.
  3. Margine della GDO: i supermercati applicano margini variabili, dal 30% al 40%.
  4. Eventuali sconti o promozioni: le campagne promozionali possono incidere sul prezzo finale.

I produttori spesso devono sostenere economicamente le promozioni, riducendo il loro margine netto per bottiglia venduta. Questo comporta la necessità di bilanciare l’ingresso nella GDO con la redditività.

Le tendenze per il 2025: premiumizzazione e innovazione

Secondo l’Osservatorio Circana – SIGEP, il 2025 segnerà un trend verso la premiumizzazione del vino in GDO. Anche se si prevede un leggero calo dei volumi (-0,7%), il valore delle vendite crescerà (+2,3%). I consumatori sono sempre più disposti a spendere di più per vini di qualità e autentici.

Le categorie emergenti includono:

  1. Vini biologici e sostenibili: la domanda di prodotti eco-compatibili è in aumento.
  2. Spumanti: il Prosecco e il Metodo Classico continuano a guadagnare popolarità.
  3. Formati innovativi: vini in formato piccolo (375 ml) e in lattina stanno diventando sempre più richiesti.
  4. Etichette con storytelling territoriale: raccontare la storia del vino e del territorio di provenienza è fondamentale per attrarre consumatori.

Opportunità e sfide nella GDO

Il vino in GDO offre opportunità straordinarie per i produttori italiani, ma richiede una strategia ben definita. Comprendere le dinamiche della grande distribuzione è essenziale per navigare in un mercato in continua evoluzione. I produttori devono affrontare sfide come la crescente concorrenza, le fluttuazioni delle preferenze dei consumatori e l’importanza di una comunicazione chiara e coerente per mantenere la loro identità di marca. In un panorama così dinamico, la capacità di adattarsi e innovare sarà determinante per il successo a lungo termine.

Redazione Vinamundi

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