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Il vino italiano in crisi: cresce del 51% l’importazione di vino sfuso nel 2024

Negli ultimi anni, l’Italia ha vissuto un cambiamento significativo nel mercato vinicolo globale, passando da regina dell’export a un contesto di crescente importazione. Secondo i dati di “I Numeri del Vino”, nel 2024 si è registrato un incremento del 51% nelle importazioni di vino sfuso, un dato che ha sorpreso esperti e operatori del settore. Questo aumento è principalmente attribuibile alle importazioni dalla Spagna, che hanno fornito 179 milioni di litri di vino sfuso, contribuendo a un contesto più ampio in cui le importazioni totali di vino in Italia sono aumentate del 3%, raggiungendo un valore di 592 milioni di euro.

analisi delle importazioni di vino in italia

Di questo import totale, 129 milioni di euro provengono da vino in bottiglia (+11%), mentre 107 milioni riguardano il vino sfuso. I vini spumanti rappresentano una parte significativa delle importazioni, con 312 milioni di euro. Il volume complessivo di vino importato in Italia nel 2024 si attesta a 3 milioni di ettolitri, evidenziando un cambiamento di direzione nel mercato italiano.

Mentre l’Italia affronta un aumento delle importazioni, la Germania si conferma come il primo paese destinatario delle esportazioni italiane di vino sfuso, con 227 milioni di litri nel 2024. Secondo l’American Association of Wine Economists, la Spagna si posiziona al primo posto tra i maggiori esportatori mondiali di vino sfuso, con 1,07 miliardi di litri, nonostante una leggera flessione rispetto all’anno precedente.

cause delle difficoltà nel mercato vinicolo

Le ragioni di questo significativo cambiamento nel commercio vinicolo italiano sono molteplici. Le vendemmie del 2023 e del 2024 sono state particolarmente difficili, con il vigneto-Italia che ha subito perdite ingenti a causa di malattie come la peronospora, portando a una riduzione della produzione del 40% nel 2023. Nel 2024, la situazione non è migliorata, con una perdita stimata del 25% dovuta alla siccità che ha colpito soprattutto il sud Italia.

Andrea Branconi, vicepresidente dell’associazione Med&A, ha confermato la gravità della situazione, evidenziando che le due vendemmie scarse hanno colpito duramente regioni come la Sicilia e l’Abruzzo. Quest’ultima ha subito un calo della produzione del 65% nel 2023. La siccità del 2024 ha ulteriormente aggravato la situazione, costringendo molte aziende a fermare l’irrigazione non solo dei vigneti, ma anche di frutteti e ortaggi.

prospettive future per il mercato del vino

Di fronte a queste difficoltà, le cantine italiane si sono trovate con scorte estremamente basse, costringendole a cercare vino sfuso all’estero, principalmente dalla Spagna, dove i prezzi sono competitivi. Branconi ha sottolineato che l’importazione è stata guidata principalmente da mosti e vino bianco, mentre per il vino rosso la produzione interna è stata ritenuta sufficiente. Il vino sfuso importato può essere imbottigliato per l’export o utilizzato per migliorare o abbassare i costi dei vini sfusi italiani.

Le previsioni per il 2025 indicano che la tendenza delle importazioni potrebbe continuare, dato che la vendemmia del 2024 ha subito un’altra battuta d’arresto. Federico Repetto, consigliere di Med&A, ha aggiunto che l’Italia importa principalmente vino bianco e mosto rettificato. Se ci sarà una vendemmia sufficiente, è probabile che la produzione interna possa soddisfare la domanda, evitando di ricorrere a importazioni massicce.

Un aspetto interessante da considerare è se l’aumento della domanda di vino sfuso possa indicare una transizione del mercato dal vino imbottigliato a denominazioni più basse. Branconi ha osservato che non tutti i vini a denominazione stanno soffrendo: varietà come il Pinot Grigio, il Prosecco e il Primitivo continuano a mantenere una domanda robusta, mentre il Chianti sta affrontando difficoltà.

In conclusione, mentre l’industria vinicola italiana si trova a un bivio, la combinazione di fattori climatici, economici e di mercato sta ridisegnando il panorama del vino nel Belpaese. Ciò che resta da vedere è come le cantine italiane risponderanno a queste sfide nei prossimi anni e se riusciranno a riconquistare il loro status di leader nel mercato globale del vino.

Redazione Vinamundi

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