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Il potere del creativo nel packaging vinicolo secondo Simonetta Doni

Simonetta Doni è un nome che risuona con autorevolezza nel mondo della comunicazione vinicola. Fondatrice dello studio Doni & Associati, ha dedicato oltre vent’anni della sua carriera a plasmare l’identità visiva di numerose cantine, sia italiane che internazionali. La sua esperienza e la sua visione artistica hanno contribuito a una vera e propria rivoluzione nel modo in cui il vino viene presentato e comunicato al pubblico. In un’intervista esclusiva, Doni offre un’analisi approfondita delle evoluzioni nel packaging vinicolo, evidenziando l’importanza di un design che riesca a raccontare storie autentiche e a coinvolgere il consumatore.

l’evoluzione della comunicazione vinicola

Negli ultimi dieci anni, il panorama della comunicazione vinicola ha subito un cambiamento radicale. La diffusione di Internet ha aperto nuovi canali di comunicazione, trasformando il modo in cui il vino viene presentato e venduto. Doni spiega: “Una volta si usavano dépliant e brochure statiche; ora, con i social media come Instagram, Facebook e TikTok, la comunicazione è diventata diretta e immediata”. Questo passaggio ha comportato un’evoluzione del linguaggio, passando da un approccio formale a uno stile più fresco e umano, capace di parlare direttamente al consumatore. Oggi, chi acquista vino desidera conoscere:

  1. La storia dietro ogni bottiglia
  2. L’impatto ambientale della produzione
  3. Le peculiarità del prodotto

“Queste dovrebbero essere le prime cose da comunicare”, afferma con decisione.

il packaging come strumento di marketing

Il packaging ha dovuto adattarsi a questa nuova realtà. Doni sottolinea che le etichette sono cambiate radicalmente: “Dobbiamo dire addio allo stile barocco e ai fronzoli. Oggi ha successo il minimalismo, con messaggi chiari e diretti”. L’etichetta non è più solo un contenitore di informazioni legali, ma è diventata un potente strumento di marketing e comunicazione. “Oggi l’etichetta parla, e se parla bene, conquista”, afferma. Il design deve colpire al primo sguardo e trasmettere un’identità chiara e coinvolgente.

In un mercato vinicolo saturo di etichette e storie simili, emerge la domanda su come un brand possa distinguersi. Secondo Doni, il packaging è uno dei principali strumenti per emergere. “Non basta più fare un buon vino. È necessario colpire al primo sguardo. Se l’etichetta riesce a catturare l’attenzione e trasmettere personalità, metà del lavoro è già fatto”, spiega. La coerenza tra il prodotto e il packaging è fondamentale: un vino artigianale dovrebbe avere un’etichetta che ne rispecchi l’autenticità, mentre un vino pop o ironico deve comunicare la propria natura in modo forte e chiaro.

l’importanza dello storytelling

Lo storytelling è un altro elemento cruciale nel packaging di successo. Doni sottolinea che la narrazione visiva è essenziale per trasmettere l’identità e la filosofia di una cantina. “Quando qualcuno prende in mano una bottiglia, l’esperienza inizia già: i colori, la texture della carta, i dettagli grafici… in quei pochi secondi decide se quella bottiglia ha qualcosa da dire”, dice. Se una cantina riesce a comunicare la propria essenza attraverso il packaging, crea una connessione immediata con il consumatore. “Quella connessione vale più di mille tecnicismi”, afferma con determinazione.

Con l’avvento delle tecnologie digitali, come i QR code e le etichette animate in realtà aumentata, il modo di comunicare il vino sta cambiando ulteriormente. “Le tecnologie digitali possono arricchire l’esperienza del consumatore”, afferma Doni. Tuttavia, ribadisce che l’etichetta rimane il primo e più importante biglietto da visita. “Se l’etichetta non funziona, tutto il resto rischia di passare inosservato”, avverte. La tecnologia deve partire da un’idea forte e autentica, altrimenti rischia di diventare solo un gioco superficiale.

Infine, Doni esplora il ruolo dell’intelligenza artificiale nel design del packaging. Attualmente, la considera un assistente piuttosto che una minaccia. “L’IA è uno strumento in più nella nostra cassetta degli attrezzi”, dice. Può fornire spunti visivi e analizzare le tendenze di consumo, ma la vera anima del packaging rimane nelle mani del designer. “Il tocco umano, la capacità di raccontare una storia, sono sempre sotto il controllo del creativo”, afferma con sicurezza.

Doni conclude che, sebbene l’AI possa essere un valido alleato, il controllo del processo creativo resta nelle mani del designer. È questa combinazione di tradizione e innovazione che continua a definire il futuro del packaging vinicolo, un campo in continua evoluzione dove il creativo gioca un ruolo fondamentale.

Redazione Vinamundi

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