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Il museo delle macchine del vino di Carpineto si unisce alla Fondazione Musei Senesi

Il patrimonio enologico italiano è una risorsa preziosa, ricca di storia e tradizione. Il museo “Le macchine del vino” by Carpineto, situato nella tenuta di Carpineto, si trova al confine tra la rinomata zona del Vino Nobile di Montepulciano e Chianciano Terme. Recentemente, questo museo ha ottenuto un’importante affiliazione alla Fondazione Musei Senesi, un ente che raccoglie oltre 50 musei dedicati all’arte, all’archeologia, alla scienza e alle tradizioni locali. Questa nuova collaborazione non solo conferisce prestigio al museo, ma evidenzia anche il suo ruolo cruciale nel narrare la storia della viticoltura e della produzione vinicola toscana.

La nascita del museo e la sua collezione

L’idea di creare il museo è stata concepita da Antonio Mario Zaccheo, co-fondatore di Carpineto, insieme a Giovanni Carlo Sacchet nel 1967. Con una lunga esperienza che abbraccia le regioni dalla Puglia alla Toscana, Zaccheo ha dedicato la sua vita all’agricoltura e alla viticoltura, raccogliendo una collezione di oltre 180 oggetti che testimoniano l’evoluzione delle attrezzature enologiche e degli utensili di lavoro. Tra i pezzi esposti si possono trovare:

  1. Forbici da potatura storiche
  2. Pompe per il vino dell’Ottocento
  3. Filtri, presse, torchi e bilance
  4. Una primissima imbottigliatrice
  5. Una storica etichettatrice

Ogni oggetto racconta una parte della storia della viticoltura, offrendo un viaggio attraverso il tempo che illustra l’evoluzione delle tecniche e delle attrezzature utilizzate in cantina.

Un laboratorio enologico affascinante

Una delle sezioni più interessanti del museo è dedicata al laboratorio enologico, che ospita oltre 30 strumenti antichi, tra cui bilance, ampolle, microscopi e colonne refrigeranti. Questi oggetti, provenienti da vari laboratori di analisi del vino, risalgono alla fine dell’Ottocento e offrono uno sguardo prezioso sulle pratiche enologiche di un’epoca passata. Tra le curiosità da non perdere ci sono:

  • Termometri
  • Pipette
  • Cilindri graduati
  • Due filtri in legno
  • Sacchetti di cotone utilizzati nel Settecento per la filtrazione del vino

Zaccheo ha sottolineato l’importanza di questi oggetti, affermando: “Ho sempre pensato che questi oggetti avrebbero avuto un valore, non solo come strumenti, ma come portatori di storie. La loro conservazione è un modo per onorare il passato e per ispirare le future generazioni di enologi”.

Un centro di educazione e divulgazione

Il museo “Le macchine del vino” non è solo un luogo di esposizione, ma anche un centro di educazione e divulgazione. La sua affiliazione alla Fondazione Musei Senesi rappresenta un’opportunità per ampliare la sua visibilità e il suo impatto culturale, rendendolo un punto di riferimento per gli appassionati di vino e per chi desidera approfondire la conoscenza delle tradizioni vinicole toscane.

Alessandro Ricceri, presidente della Fondazione Musei Senesi, ha commentato: “Il nostro obiettivo è raccontare la storia, e il museo di Carpineto offre una narrazione unica. È un onore per noi avere il primo Museo d’Impresa all’interno della fondazione, un luogo che racconta non solo come si produceva vino in passato, ma anche come queste pratiche si sono evolute fino ad oggi”.

La visita al museo è un’esperienza immersiva che consente ai visitatori di scoprire non solo gli strumenti utilizzati, ma anche le storie delle persone che li hanno adoperati. Ogni oggetto esposto è un richiamo a un’epoca in cui il lavoro manuale e la passione per il vino si intrecciavano in un equilibrio perfetto, dando vita a vini di grande qualità.

In un’epoca in cui la tecnologia avanza rapidamente, è fondamentale non dimenticare le radici e le tradizioni che hanno plasmato il settore vinicolo. Con il suo impegno nella conservazione e nella valorizzazione della storia del vino, il museo “Le macchine del vino” by Carpineto si propone di essere un faro per le future generazioni di enologi e per tutti coloro che amano e rispettano l’arte della viticoltura. La visita a questo museo non è solo un viaggio nel passato, ma anche un’opportunità per riflettere sul futuro della produzione vinicola in Toscana e in Italia.

Redazione Vinamundi

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