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Il mistero del Rosso Jannik: un vino che sfida le etichette del Primitivo di Manduria

La recente controversia legata alle 73 bottiglie di vino “Rosso Jannik” ha acceso un acceso dibattito sull’autenticità del Primitivo di Manduria. Il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria ha chiarito che queste bottiglie non possono essere considerate rappresentative della denominazione, a causa della mancanza della fascetta di Stato, un elemento cruciale per garantire l’autenticità e la tracciabilità dei vini DOC e DOCG.

La fascetta di Stato: un simbolo di garanzia

La fascetta di Stato è un simbolo di garanzia per i vini italiani. Essa attesta che un vino è stato prodotto secondo le rigide regole stabilite per le denominazioni di origine controllata e garantita. Inoltre, funge da deterrente contro la contraffazione. L’avvocato Novella Pastorelli, Presidente del Consorzio, ha sottolineato l’importanza della fascetta, che presenta caratteristiche fondamentali:

  1. Emblema ufficiale dello Stato italiano.
  2. Dicitura “Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste”.
  3. Sigla DOC.
  4. Numero progressivo unico.
  5. Codice a barre bidimensionale per facilitare la tracciabilità.

Questi elementi confermano la supervisione istituzionale e garantiscono che il vino sia sottoposto a controlli rigorosi.

La preoccupazione del Consorzio

L’assenza della fascetta di Stato sulle bottiglie di “Rosso Jannik” ha portato il Consorzio a segnalare il caso alle autorità competenti. Si teme che l’uso del nome “Primitivo di Manduria” senza la fascetta possa danneggiare l’immagine della denominazione e compromettere la reputazione delle aziende che seguono il disciplinare di produzione. È fondamentale proteggere la reputazione del settore vitivinicolo italiano, spesso vittima di pratiche fraudolente.

Le tre filiere produttive sotto l’egida del Consorzio si sono sempre distinte per l’impegno nella produzione di vini di qualità. Qualsiasi forma di abuso potrebbe avere ripercussioni sul mercato globale, poiché i consumatori si aspettano prodotti autentici che rispettino gli standard e le tradizioni del territorio.

Azioni intraprese dal Consorzio

In risposta a questa situazione, il Consorzio ha avviato una serie di azioni per tutelare il Primitivo di Manduria. Le principali azioni includono:

  1. Attivazione di agenti vigilatori per eseguire verifiche necessarie.
  2. Appello agli operatori del settore per evitare pratiche sleali.
  3. Invito a Jannik Sinner, destinatario delle bottiglie contestate, affinché riceva solo autentico Primitivo di Manduria DOC e DOCG.

Questo gesto non solo tutela l’atleta, ma sottolinea anche l’importanza di una corretta informazione e di un consumo consapevole.

La questione del “Rosso Jannik” mette in luce l’importanza della fascetta di Stato nella protezione delle eccellenze vitivinicole italiane. Il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria è determinato a combattere per la salvaguardia della qualità e dell’autenticità del proprio vino, un simbolo del patrimonio enologico italiano. In un contesto in cui la qualità e l’origine dei prodotti sono sempre più richieste dai consumatori, questa controversia evidenzia la necessità di una protezione rigorosa delle denominazioni di origine.

La vigilanza attiva e le azioni preventive sono essenziali per mantenere l’integrità di vini storici come il Primitivo di Manduria, che continua a rappresentare un’eccellenza nel panorama vitivinicolo non solo italiano, ma anche internazionale.

Redazione Vinamundi

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