Il mercato italiano del vino e degli spirits nel 2025 si presenta come un settore in assestamento, nonostante le sfide globali e le incertezze economiche. Secondo i dati forniti da Nomisma per l’Osservatorio Federvini, il comparto agroalimentare, di cui vino e spirits sono un pilastro fondamentale, ha mostrato una resilienza straordinaria. Nel 2024, le esportazioni hanno raggiunto un valore complessivo di 10,5 miliardi di euro, con un saldo commerciale positivo di 8,9 miliardi, confermando l’Italia come leader indiscussa nei mercati internazionali.
Tuttavia, il contesto macroeconomico italiano rimane fragile. La filiera del vino e degli spirits, che vale 21,5 miliardi di euro e conta oltre 40mila aziende, è essenziale per l’occupazione, garantendo posti di lavoro a oltre 81mila persone. Sebbene il PIL italiano sia cresciuto dello 0,9% nel 2024, la previsione per il 2025 indica un andamento simile, lasciando intravedere un futuro incerto. Un fattore preoccupante è la deflazione dei prezzi delle bevande alcoliche, in contrasto con la crescita sostenuta nel settore alimentare e del food service.
Un segnale positivo è emerso a maggio 2025, quando si è registrato un rimbalzo nella fiducia di consumatori e imprese, dopo un periodo di tre mesi di calo. Tuttavia, i volumi di vendita al dettaglio continuano a mostrare debolezza, con una crescita significativa nei canali discount, che riflette le difficoltà economiche delle famiglie italiane.
Nel primo trimestre del 2025, il mercato del vino e degli spirits ha mostrato segnali di stabilità. Le vendite nella grande distribuzione organizzata hanno registrato un andamento complessivamente stabile, sebbene con dinamiche differenziate tra i vari comparti. Ecco un riepilogo delle vendite:
Anche il comparto degli spirits ha subito un calo, con vendite pari a 274 milioni di euro, in diminuzione del 3,2% rispetto al 2024. Nonostante ciò, alcuni segmenti si sono distinti per performance positive:
Nel settore dei consumi fuori casa, i dati di TradeLab indicano un valore complessivo di 81,4 miliardi di euro nel 2024, con un incremento dell’1% rispetto all’anno precedente. Nonostante una flessione del numero di visite pari all’1,6%, il settore ha dimostrato di resistere, con il vino e le bollicine che continuano a giocare un ruolo chiave nelle occasioni serali, come cene e aperitivi.
Le esportazioni italiane di vino, spirits e aceti hanno mostrato un trend positivo negli ultimi cinque anni, ma ci sono preoccupazioni legate a un contesto internazionale instabile. La situazione geopolitica, in particolare gli attacchi recenti tra Stati Uniti e Iran, sta influenzando negativamente i costi di approvvigionamento delle materie prime e dell’energia, con ripercussioni sull’inflazione e sul tasso di occupazione. Inoltre, è attesa una decisione cruciale degli Stati Uniti entro il 9 luglio 2025, riguardante l’introduzione di ulteriori dazi fino al 20% su vini, spirits e aceti, che potrebbe avere un impatto significativo sulle esportazioni verso il mercato extra-UE.
Giacomo Ponti, il neopresidente di Federvini, ha commentato la situazione dicendo: “Abbiamo bisogno di un’Europa forte e coesa, che agisca con determinazione per facilitare il dialogo e scongiurare qualunque escalation. Le nostre imprese non possono continuare a subire ingiustamente l’incertezza dettata dalle forti tensioni geopolitiche”.
Il mercato del vino e degli spirits rappresenta non solo un’importante risorsa economica, ma anche un patrimonio culturale per l’Italia. Le tradizioni vinicole e la produzione di spirits sono parte integrante della storia e dell’identità nazionale, e la loro evoluzione sarà fondamentale per il futuro del settore agroalimentare italiano.
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