Edoardo Dottori è un nome che sta rapidamente guadagnando riconoscimento nel panorama vitivinicolo marchigiano. Nato nel 1989, Edoardo è un vignaiolo dotato di un talento straordinario, rappresentante della nuova generazione di produttori dei Castelli di Jesi. Il suo legame con il territorio e la passione per la cultura del vino e dell’olio extravergine sono palpabili, rendendolo una figura affascinante e innovativa. Oltre alla produzione di vino, Edoardo è anche un appassionato divulgatore e docente presso l’Istituto Professionale per l’Agricoltura e l’Ambiente “S. Salvati” di Pianello Vallesina, dove condivide la sua conoscenza con le nuove generazioni.
La storia di Edoardo inizia nel 2012, anno in cui, fresco di laurea in agraria presso l’Università Politecnica delle Marche di Ancona, decide di mettersi alla prova impiantando un vigneto di cinque ettari e mezzo nella zona di San Paolo di Jesi, specificamente nella località “dell’Acquasalata”. Questa area è nota per le sue risorgive, che presentano una composizione di sodio più ricca rispetto ad altre zone. La vigna di Edoardo è un corpo unico esposto a nord, ma con una diversità di suoli che contribuisce alla complessità dei suoi vini.
Le caratteristiche del suolo sono fondamentali per la qualità delle uve. In particolare:
1. La parte più bassa del vigneto è argillosa.
2. La parte a monte è caratterizzata da terreni più calcarei e sabbiosi, di origine marina.
Questa diversificazione del suolo è di fondamentale importanza per la qualità delle uve, e la storia geologica di queste terre ha un ruolo cruciale nella produzione del suo pregiato Verdicchio.
Il Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva Kochlos è il fiore all’occhiello della produzione di Edoardo. Il nome “Kochlos”, che in greco antico significa “conchiglia”, è un omaggio diretto alle conchiglie fossili presenti nel terreno del suo vigneto. Con l’annata 2022, questo vino ha conquistato i primi Tre Bicchieri della guida Vini d’Italia 2025 del Gambero Rosso, un riconoscimento significativo che sottolinea l’eccellenza del suo lavoro e la qualità delle sue uve.
Un’altra etichetta da non perdere è il Colle Bianco, prodotto con uve provenienti dalla parte più bassa della vigna. Questo Verdicchio d’annata si distingue per la sua sapidità e il suo nerbo acido, rendendolo un vino perfetto per accompagnare piatti di pesce e cucina locale. La varietà e la complessità dei vini di Edoardo riflettono non solo la diversità del suolo, ma anche l’abilità del vignaiolo nel saper interpretare e valorizzare il territorio.
Edoardo non si ferma qui. Si sposta nel comune di Cupramontana, dove da un ettaro di vigne sessantenni in Contrada San Michele produce il Nardì. Questo vino è dedicato al vignaiolo che ha fornito alla sua famiglia il vino quotidiano durante la sua infanzia, un legame emotivo che si riflette nel vino stesso. Il Nardì ’23 è un vino di grande carattere, autenticamente contadino, con una straordinaria attitudine gastronomica, ideale per piatti tipici marchigiani.
Il 2024 segna un altro traguardo per Edoardo con l’apertura della sua nuova cantina a Cupramontana in contrada Morella. Questa struttura, pur rimanendo di dimensioni contenute, è dotata di botti in acciaio e cemento, a simboleggiare un approccio artigianale alla vinificazione. La filosofia di Edoardo è chiara: non punta a produzioni di massa, ma si concentra su qualità e autenticità. Nella nuova area vitata, impiantata nel 2022, si coltivano uve di Jesi insieme a varietà di bacche nere come il montepulciano, la vernaccia e la lacrima, dando vita a Ribè, un vino rosso che si distingue in un panorama dominato dal Verdicchio.
Ciò che colpisce di Edoardo è la sua visione sostenibile e lungimirante. A soli 34 anni, dimostra una consapevolezza sorprendente riguardo al futuro della viticoltura. “Sto cercando di lavorare il suolo il meno possibile,” afferma, “in modo che tra qualche anno la sostanza organica nel terreno aumenti esponenzialmente.” Questa pratica non solo migliora la qualità del suolo, ma aiuta anche le viti a trattenere meglio l’acqua durante le stagioni di siccità, un aspetto sempre più cruciale nel contesto dei cambiamenti climatici.
Durante una recente degustazione, Edoardo ha presentato una magnum di Kochlos ’20, un vino che ha mostrato notevole espressività aromatica e una perfetta parabola evolutiva. Questo assaggio, accompagnato da pizza di formaggio pasquale e salumi fatti in casa, ha confermato la qualità e l’attenzione al dettaglio che caratterizzano ogni aspetto della sua produzione. Il suo obiettivo, fin dall’inizio della carriera di vignaiolo, è stato quello di produrre vini che raccontassero il territorio, e con ogni bottiglia riesce a portare avanti questa missione con passione e dedizione.
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