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Il futuro del vino italiano negli USA: allerta da Confcooperative

Il settore vitivinicolo italiano si trova attualmente in una situazione critica a causa dell’introduzione di dazi al 10% sulle esportazioni di vino verso gli Stati Uniti. Questo provvedimento, come evidenziato da Luca Rigotti, Presidente del Settore Vitivinicolo di Fedagripesca Confcooperative, potrebbe avere conseguenze devastanti per uno dei comparti più rappresentativi dell’agroalimentare italiano. Durante un’audizione presso la XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, Rigotti ha messo in guardia sul rischio di un calo dell’export compreso tra l’8% e il 12%, con perdite potenziali fino a 190 milioni di euro.

Il mercato statunitense e le sue sfide

Il mercato statunitense rappresenta una vera e propria ancora di salvezza per il vino italiano. Nel 2024, il valore delle esportazioni di vino verso gli USA ha raggiunto 1,94 miliardi di euro, con una crescita del 10,2% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, questa tendenza positiva è minacciata dalle nuove politiche commerciali, che potrebbero compromettere la competitività del vino italiano in un mercato così cruciale.

Rigotti ha sottolineato l’importanza di agire tempestivamente per evitare che il vino venga incluso nella lista dei prodotti soggetti a contromisure da parte dell’Unione Europea. Ha affermato: “Occorre disinnescare le tensioni e promuovere un dialogo costruttivo”, invitando le istituzioni italiane ed europee a impegnarsi in una diplomazia attiva per proteggere il vino e l’intero comparto agroalimentare italiano.

Proposte per mitigare l’impatto

Durante l’audizione, Rigotti ha avanzato proposte concrete per ridurre l’impatto delle nuove misure. Ecco alcune delle sue raccomandazioni:

  1. Aumento delle risorse dedicate alla misura OCM Vino per la promozione nei Paesi terzi, con particolare attenzione agli Stati Uniti.
  2. Flessibilità nella gestione dei progetti, fondamentale in un contesto internazionale incerto.
  3. Creazione di un fondo nazionale per la gestione rapida delle crisi nel settore, utile in situazioni difficili come la vendemmia verde e l’estirpazione delle vigne.

Inoltre, Rigotti ha evidenziato la necessità di riassegnare le risorse non utilizzate dallo Stato membro a interventi straordinari, garantendo un sostegno concreto e tempestivo al settore vitivinicolo.

L’importanza della sostenibilità e della protezione

In un contesto in cui il cambiamento climatico sta già avendo un impatto significativo sulle coltivazioni, Rigotti ha richiamato l’attenzione sull’importanza di strumenti assicurativi adeguati per proteggere le produzioni vitivinicole dai rischi climatici. Politiche di sostenibilità e prevenzione sono diventate imprescindibili per il futuro del settore.

Confcooperative ha lanciato un appello per politiche di sostegno coordinate, mirate a preservare la competitività del vino italiano. È fondamentale che le istituzioni adottino misure lungimiranti per garantire un futuro alla filiera vitivinicola. Con l’ombra dei dazi all’orizzonte, c’è il rischio che una parte fondamentale del Made in Italy agroalimentare venga messa in difficoltà, compromettendo anni di lavoro e investimenti nel settore.

Il vino italiano non è solo un prodotto; è un simbolo della cultura, della tradizione e dell’identità del nostro Paese. La sua valorizzazione e protezione sono essenziali non solo per l’economia, ma anche per la salvaguardia delle tradizioni enologiche e gastronomiche italiane. Senza un intervento deciso e tempestivo da parte delle istituzioni, il rischio è che questo patrimonio possa essere seriamente compromesso, con ripercussioni economiche, culturali e sociali.

Il futuro del vino italiano negli Stati Uniti è in bilico, e la risposta delle istituzioni sarà cruciale per garantire che il nostro patrimonio vinicolo continui a prosperare e rappresentare l’eccellenza italiana nel mondo.

Redazione Vinamundi

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