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Il futuro del vino italiano: il ruolo cruciale dell’acqua nei vigneti irrigati

La viticoltura italiana, simbolo di tradizione e innovazione, si trova ad affrontare una delle sfide più complesse del nostro tempo: il cambiamento climatico. Con un clima sempre più imprevedibile, i produttori di vino sono preoccupati, soprattutto durante estati caratterizzate da temperature record e precipitazioni violente. In questo contesto, la gestione delle risorse idriche diventa cruciale per garantire la sostenibilità della viticoltura italiana.

Durante il convegno “Gestione delle risorse idriche per una viticoltura sostenibile”, organizzato dal Crea (Centro di Ricerca e Politiche della Bioeconomia), in collaborazione con l’Università del Sannio e altre istituzioni, sono emersi temi di grande rilevanza. L’evento, tenutosi a Benevento, ha messo in luce la necessità di affrontare la scarsità idrica, un problema crescente per il settore vitivinicolo.

Dati sull’irrigazione dei vigneti italiani

Un dato significativo emerso dal convegno è che solo il 9,5% dei vigneti italiani è attualmente irrigato, corrispondente a circa 225.000 ettari su un totale di 2,5 milioni di ettari di superfici irrigate nel paese. Nonostante la ricchezza della biodiversità vitivinicola italiana, con oltre 500 vitigni autoctoni, l’irrigazione della vite rimane limitata. Attualmente, i disciplinari di produzione consentono solo l’irrigazione di soccorso.

Il fabbisogno idrico medio della vite è di circa 4.000 metri cubi per ettaro per stagione, ma questa cifra varia in base a diversi fattori, tra cui:

  1. Sistema colturale
  2. Varietà di uva

Le tecniche irrigue attualmente impiegate in Italia includono:

  • Microirrigazione a goccia (21,5%)
  • Aspersione (38%)
  • Altre tecniche come scorrimento superficiale, infiltrazione laterale e sommersione (40,5%)

Sfide e strategie per la gestione dell’acqua

La scarsità idrica rappresenta una sfida crescente per il settore. Il Crea sottolinea l’urgenza di adottare strategie irrigue più efficaci. Le tecniche di irrigazione attualmente consentite comprendono:

  • Soprachioma: aspersione a pioggia, più economica ma con rischi fitosanitari maggiori.
  • Sottochioma: sistemi di gocciolamento e subirrigazione, più sostenibili ma con investimenti iniziali più elevati.

Un’ulteriore innovazione è rappresentata dal Deficit Idrico Controllato (Rdi), una tecnica che gestisce lo stress idrico in modo moderato, migliorando la qualità dell’uva e ottimizzando l’uso dell’acqua.

L’importanza della sostenibilità nella viticoltura

Andrea Rocchi, presidente del Crea, ha affermato che “il futuro del vino passa attraverso l’acqua“. La protezione delle risorse idriche è fondamentale per salvaguardare l’identità vitivinicola italiana. Le regioni del Mediterraneo, dove si concentra gran parte della produzione vinicola, stanno affrontando fenomeni come siccità e ondate di calore, minacciando la resilienza dei territori e la produttività delle vigne.

Di fronte a queste sfide, è essenziale che la viticoltura italiana non solo produca vino di qualità, ma si impegni anche a proteggere il territorio e ridurre l’impatto ambientale. Le tecnologie innovative e le pratiche sostenibili sono cruciali per garantire la competitività del settore vitivinicolo italiano, un patrimonio culturale ed economico di inestimabile valore. Il futuro del vino italiano dipende dalla nostra capacità di gestire l’acqua in modo responsabile e sostenibile, affinché le nuove generazioni possano continuare a bere vini di qualità che raccontano il nostro territorio e la nostra storia.

Redazione Vinamundi

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