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Il futuro del vino europeo: cosa ci riserva il bilancio UE 2028-2034?

Il settore agricolo europeo si trova in un momento cruciale dopo la pubblicazione della prima bozza del bilancio pluriennale dell’Unione Europea per il periodo 2028-2034. Nonostante la Commissione Europea abbia richiesto un incremento record delle risorse, la dotazione della Politica Agricola Comune (PAC) subisce una significativa contrazione, creando preoccupazione tra gli agricoltori e le filiere vitivinicole. Questi ultimi potrebbero affrontare seri rischi in termini di stabilità economica e operativa.

La proposta di bilancio, presentata dal presidente della Commissione Ursula von der Leyen, ammonta a circa 2.000 miliardi di euro, corrispondenti all’1,26% del reddito nazionale lordo dell’Unione Europea. Sebbene questo rappresenti un record rispetto ai 1.270 miliardi del ciclo precedente, le principali voci di spesa includono circa 409 miliardi per la competitività, la sicurezza e la difesa, con un aumento esponenziale delle risorse destinate a quest’ultima.

La contrazione della PAC e le sue conseguenze

Le politiche di coesione e solidarietà ricevono una dotazione di quasi 350 miliardi, mentre si destinano circa 150 miliardi alla ricerca e all’innovazione. Tuttavia, i settori più tradizionali, come l’agricoltura, si trovano a fronteggiare un taglio di circa 86 miliardi, portando la dotazione complessiva della PAC a soli 300 miliardi. Questo calo rappresenta una seria preoccupazione per la viticoltura europea, un settore che contribuisce per circa 130 miliardi di euro all’economia continentale e occupa quasi 3 milioni di lavoratori.

Le organizzazioni agricole, come Coldiretti e CIA, hanno immediatamente denunciato questa situazione, parlando di un “disastro annunciato” e di una “fine dell’agricoltura”. Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare, ha sottolineato che con un budget quasi raddoppiato non è accettabile un taglio alla PAC.

Destinazione delle risorse e misure ecologiche

Si prevede che circa il 90% dei 300 miliardi di euro della PAC sarà destinato ai pagamenti diretti agli agricoltori, mentre il resto sarà indirizzato verso lo sviluppo rurale, concentrato su competitività, innovazione e sostenibilità. È importante notare che la normativa comunitaria impone che almeno un quarto del budget PAC sia dedicato a misure ecologiche, in linea con le politiche ambientali europee e il Green Deal.

In questo contesto, la possibile istituzione di ‘Piani di partenariato nazionali e regionali’ solleva ulteriori preoccupazioni. Questi piani potrebbero accorpare diverse linee di bilancio, trasformando un sistema di finanziamento strutturato e trasparente in un meccanismo di negoziazione bilaterale tra Stati membri e Commissione. Tale cambiamento potrebbe portare a una diminuzione delle risorse destinate all’agricoltura, aggravando la situazione già critica del settore vitivinicolo.

Innovazioni e sfide future

A complicare ulteriormente il quadro, nel marzo 2025 la Commissione Europea presenterà una proposta di riorganizzazione del mercato unico per il settore vitivinicolo. Tra le novità, si prevede una maggiore flessibilità nella gestione del potenziale produttivo e misure per il riequilibrio del mercato e la stabilizzazione dei prezzi. Inoltre, sarà introdotto un sistema digitale di etichettatura con QR code, volto a migliorare la trasparenza e la tracciabilità.

Le misure proposte mirano a valorizzare il vino europeo sui mercati internazionali e a sostenere investimenti green, con un supporto fino all’80% delle spese sostenute. Questo rappresenta un passo importante verso l’ammodernamento del settore, il quale, in Italia, vale oltre 14 miliardi di euro e ha un impatto socioeconomico significativo, contribuendo a contrastare spopolamento e crisi economica in molte aree rurali.

Tuttavia, mentre i principali produttori vinicoli europei, come Francia e Spagna, mostrano un atteggiamento di cauto sostegno verso il pacchetto di misure, esprimono anche preoccupazioni per i tagli complessivi alla PAC. La Francia, pur appoggiando la flessibilità proposta, teme che la riduzione delle risorse possa compromettere la resilienza del settore. La Spagna, d’altra parte, sottolinea l’importanza delle misure di sostegno per mantenere la competitività internazionale.

In conclusione, il bilancio UE per il periodo 2028-2034 riflette un’Europa in evoluzione, alle prese con sfide esterne e tensioni geopolitiche. La PAC, storicamente un pilastro della politica comunitaria, deve affrontare la necessità di un cambiamento profondo. È fondamentale che le istituzioni europee considerino le esigenze del settore agricolo, specialmente in un contesto di crescente competizione globale e sfide climatiche.

Le preoccupazioni per il futuro del vino europeo non si limitano solo agli aspetti finanziari. Il settore deve affrontare anche nuove sfide, come il cambiamento delle abitudini di consumo e l’emergere di bevande alternative. L’enoturismo e la valorizzazione della cultura vinicola diventano quindi strumenti cruciali per il rilancio del settore. In questo scenario, è essenziale che le politiche agricole europee continuino a sostenere non solo la produttività, ma anche la sostenibilità e la resilienza delle comunità rurali.

Redazione Vinamundi

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