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Il futuro dei vini dealcolati: il decreto che cambia le regole del gioco

Il 30 maggio 2025, il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste ha firmato un decreto che rappresenta una svolta significativa per il settore vinicolo italiano: la regolamentazione della produzione e commercializzazione dei vini dealcolati e parzialmente dealcolati. Questo provvedimento, accolto con favore da Federvini, segna un passo importante verso un quadro normativo moderno e competitivo, in linea con le esigenze del mercato globale.

Le novità del decreto

Il decreto introduce diverse novità fondamentali per i produttori di vino. Tra le principali innovazioni spicca la possibilità di effettuare il processo di dealcolazione in stabilimenti diversi da quelli in cui avviene la vinificazione, a condizione che questi siano sotto lo stesso controllo dell’impresa produttrice. Questa flessibilità operativa consente alle aziende di:

  1. Ottimizzare i propri processi produttivi.
  2. Migliorare l’efficienza complessiva.

Inoltre, il decreto autorizza l’utilizzo di tecnologie di separazione fisica, come l’osmosi inversa e la distillazione a bassa temperatura, già ammesse a livello comunitario. Queste tecniche moderne permettono di mantenere intatti gli aromi e le caratteristiche organolettiche del vino, garantendo un prodotto finale con un contenuto alcolico ridotto o assente.

Un’altra importante novità riguarda la produzione di vini spumanti dealcolati, ora disciplinata da requisiti analoghi a quelli previsti per le altre categorie di vini. Questo non solo amplia l’offerta di vini dealcolati, ma risponde anche a una crescente domanda di spumanti a bassa gradazione alcolica, particolarmente apprezzati in contesti sociali e festivi.

Infine, il decreto prevede una maggiore flessibilità nella gestione degli spazi di stoccaggio e una migliorata tracciabilità dei prodotti durante le fasi di lavorazione. Questi aspetti sono cruciali per garantire la qualità e la sicurezza del prodotto finale, sempre più richiesti dai consumatori e dalle normative vigenti.

Federvini e il settore vinicolo

Federvini, l’associazione che rappresenta le aziende del settore vinicolo, ha accolto con entusiasmo il nuovo decreto. La presidente Micaela Pallini ha sottolineato l’importanza di questo provvedimento, definendolo un “segnale di ascolto importante da parte delle istituzioni”. Secondo Pallini, il decreto rappresenta un passo concreto verso l’adozione di un quadro normativo che favorisca l’innovazione e la competitività delle imprese italiane nei mercati internazionali.

L’attenzione crescente verso i vini low e no alcohol è evidente: le nuove generazioni tendono sempre di più a cercare alternative che combinino il piacere del vino con uno stile di vita più sano. Questo trend globale sta spingendo i produttori a esplorare nuove opportunità commerciali e a diversificare la propria offerta. Il decreto, dunque, non solo facilita questa transizione, ma fornisce anche un supporto normativo che consente alle aziende di sperimentare e innovare.

Un mercato in espansione

I dati internazionali evidenziano una significativa crescita del mercato dei vini dealcolati, favorita dal cambiamento delle abitudini di consumo e dalla crescente consapevolezza dei benefici di uno stile di vita salutare. Secondo le stime, la domanda di vini con bassa gradazione alcolica è in aumento, con un interesse particolare per prodotti che non sacrificano il gusto e la qualità. L’Italia, pur avendo una tradizione vinicola fortemente radicata nella produzione di vini alcolici, si sta aprendo a queste nuove opportunità commerciali.

In questo contesto globale, è fondamentale che il settore vinicolo italiano si adegui e si prepari a rispondere alle nuove esigenze dei consumatori. L’approvazione del decreto sui vini dealcolati rappresenta un passo cruciale per garantire che l’Italia non solo mantenga la sua posizione di leader nel mondo del vino, ma possa anche diventare un punto di riferimento nel segmento dei vini dealcolati e a bassa gradazione alcolica.

La sfida per i produttori italiani sarà quindi quella di innovare, adattarsi e sfruttare al meglio le nuove normative, senza perdere di vista la qualità e le tradizioni che hanno reso il vino italiano famoso nel mondo. Con il supporto di un quadro normativo chiaro e moderno, il settore vinicolo italiano è pronto a cogliere le opportunità offerte da un mercato in continua evoluzione e a soddisfare una clientela sempre più attenta e informata.

Redazione Vinamundi

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