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Il Chianti Classico: il vino sostenibile che protegge il territorio

Il Chianti Classico è un territorio che si distingue per la straordinaria bellezza e la ricchezza culturale, nonché per l’impegno verso la sostenibilità. Situato tra le storiche città di Siena e Firenze, questo distretto vinicolo si estende su 6.800 ettari vitati all’interno di un’area totale di 70.000 ettari, rappresentando uno dei distretti più significativi a livello internazionale. Con ben 486 produttori, di cui 345 gestiscono l’intera filiera produttiva, il Chianti Classico produce annualmente tra i 35 e i 38 milioni di bottiglie, distribuite in 160 paesi e generando un valore economico che supera il miliardo di euro. L’economia locale ruota attorno a vino, olio, agricoltura e turismo.

Uno dei pilastri di questo successo è il Consorzio Chianti Classico, uno dei più antichi d’Italia, che nel 2024 festeggerà un secolo di attività. Questo traguardo sarà celebrato con una cerimonia al Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella. Il Consorzio ha recentemente introdotto un nuovo “Protocollo di sostenibilità”, che comprende 58 criteri per garantire la sostenibilità ambientale, sociale e culturale dei produttori, con l’obiettivo di inserire un simbolo dedicato sulle etichette dei vini certificati.

La sostenibilità nel Chianti Classico

Secondo un’indagine del Consorzio presentata alla “Chianti Classico Collection”, il concetto di sostenibilità è già una realtà consolidata nel territorio del Gallo Nero. Il 48% delle aziende ha partecipato all’indagine, rappresentando il 53% del vigneto complessivo del Chianti Classico. Questi dati dimostrano che la sostenibilità non è solo un concetto astratto, ma un vero e proprio “habitus” tra i produttori locali.

La sostenibilità nel Chianti Classico si articola in tre dimensioni fondamentali:

  1. Ambientale: Due terzi delle aziende adottano pratiche di inerbimento per combattere l’erosione del suolo e migliorare la fertilità. La maggior parte dei produttori riduce l’uso di diserbanti e concimi chimici, preferendo compost naturali.

  2. Sociale: Il 39% della forza lavoro è composta da donne e il 92% dei dipendenti è assunto direttamente dalle aziende, favorendo la coesione sociale e il benessere della comunità.

  3. Culturale: Il recupero e la manutenzione di antiche tradizioni, come i muretti a secco e i terrazzamenti, sono una priorità per il 74% delle aziende. La sostenibilità culturale riconosce il paesaggio chiantigiano come un mosaico di natura e intervento umano.

Il valore del patrimonio culturale

Il vino non è solo un prodotto agricolo, ma un veicolo di valori culturali e tradizionali. Il restauro di elementi storici è una priorità per il 79% delle aziende, che vedono nel mantenimento del patrimonio culturale un valore aggiunto. Giovanni Manetti, presidente del Consorzio Chianti Classico, sottolinea l’importanza di trasmettere il territorio attraverso il vino, evidenziando come la sostenibilità abbracci dimensioni ambientali, sociali e culturali.

Carlotta Gori, direttore del Consorzio, aggiunge che la sostenibilità culturale deve essere comunicata al consumatore attraverso simboli dedicati sulle etichette. La nuova forma di comunicazione proposta dal Protocollo di sostenibilità non si limita a tecnicismi, ma collega il vino alla storia, alla cultura e alla convivialità, rendendo il vino un medium per raccontare la bellezza dell’Italia e dei suoi territori.

In conclusione, il Chianti Classico rappresenta un esempio di come l’industria vinicola possa essere compatibile con la preservazione del territorio e la promozione della cultura, continuando a rappresentare un valore inestimabile per i produttori e per il mondo intero.

Redazione Vinamundi

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