Approfondimento

Il Bloody Mary: storia e caratteristiche del cocktail più controverso al mondo

Il Bloody Mary, cocktail leggendario, è famoso per il suo strano mix di succo di pomodoro e vodka, ma in quanti conoscono la sua storia?

Il Bloody Mary è uno dei cocktail più iconici e discussi nel panorama della mixology mondiale. La sua preparazione e il suo gusto singolare non solo dividono i palati, ma hanno anche dato vita a una serie di storie e leggende che ne arricchiscono il fascino. Con il suo colore rosso intenso e la sua composizione insolita a base di succo di pomodoro, il Bloody Mary non è solo un semplice drink, ma un vero e proprio simbolo culturale.

Un nome che evoca il brivido

Il nome “Bloody Mary” evoca immediatamente immagini forti e inquietanti. Questo cocktail prende ispirazione da Maria I Tudor, regina d’Inghilterra conosciuta come “Maria la sanguinaria” per le sue politiche religiose repressive e violente. La sua storia è intrisa di sangue e dramma, e il cocktail riflette in parte questa aura sinistra. Le leggende metropolitane legate al nome sono molteplici, spaziando da storie di fantasmi a racconti horror che coinvolgono apparizioni spettrali quando il nome “Bloody Mary” viene pronunciato tre volte davanti a uno specchio. Questi racconti, che hanno una forte componente folkloristica, hanno contribuito a creare un alone di mistero attorno al drink.

Le origini controverse del cocktail

La genesi del Bloody Mary è avvolta da un velo di mistero e competizione. Due figure principali si contendono la paternità della ricetta: George Jessel e Fernand Petiot. Jessel, un famoso comico e attore, affermò di aver inventato il cocktail attorno al 1939, mentre Petiot, bartender del prestigioso St. Regis Hotel di New York, sostenne di averlo creato nel 1934, arricchendo la base di succo di pomodoro e vodka con spezie e condimenti. Petiot non solo contribuì a definire la ricetta, ma fu anche colui che lo portò alla ribalta internazionale. Alcuni storici sostengono che il nome del cocktail possa derivare da Mary Pickford, una celebre attrice dell’epoca, che aveva già un cocktail a lei dedicato.

Il Bloody Mary ha subito diverse evoluzioni nel tempo. La classica guarnizione di sedano, che oggi sembra imprescindibile, è stata introdotta solo negli anni ’60, quando un ospite di una festa a Chicago decise di aggiungere un gambo di sedano al suo drink, creando così una tradizione che perdura ancora oggi.

La ricetta del Bloody Mary

Preparare un Bloody Mary è un’arte che combina ingredienti freschi e sapori audaci. La ricetta classica prevede:

  • 4,5 cl di vodka
  • 9 cl di succo di pomodoro
  • 1,5 cl di succo di limone
  • 2/3 gocce di Salsa Worcester
  • Un pizzico di sale e pepe nero
  • Tabasco a piacere

Per prepararlo, è sufficiente mescolare tutti gli ingredienti in un bicchiere highball, shakerando o mescolando lentamente. Il drink può essere personalizzato con guarnizioni salate, come carote, olive, funghi e persino spiedini di salame o gamberetti, rendendolo un’opzione versatile per ogni occasione.

Abbinamenti gastronomici

Il Bloody Mary si presta a innumerevoli abbinamenti gastronomici, grazie al suo sapore deciso e rinfrescante. È particolarmente indicato per aperitivi estivi, dove può accompagnare una vasta gamma di stuzzichini. Le ostriche fresche si sposano perfettamente con il drink, così come le crocchè di patate. Per i vegetariani, una focaccia croccante o un pinzimonio di verdure rappresentano abbinamenti ideali.

Per chi ama i sapori nostalgici, è possibile ricreare un aperitivo in stile anni ’60, magari abbinando il Bloody Mary a un originale aspic di spaghettoni con cozze. Questo cocktail, quindi, non è solo un drink per il brunch, ma un elemento versatile che può arricchire diverse esperienze gastronomiche, rendendolo un classico intramontabile nei bar e nei ristoranti di tutto il mondo.

Redazione

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