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Il 2024: un anno di sfide e opportunità per il vino italiano

Il mercato del vino italiano si trova attualmente in una fase di transizione, come evidenziato dal recente Annual Report 2025 di Valoritalia, presentato a Roma. Nel 2024, sono state immesse sul mercato 2,019 miliardi di bottiglie di vino a Denominazione di Origine Protetta (DOP) e Indicazione Geografica Protetta (IGP), registrando un leggero calo dello 0,46% rispetto all’anno precedente, ma comunque superiore dell’1,4% rispetto alla media del periodo 2019-2023. Questo risultato dimostra la resilienza della filiera vitivinicola italiana, nonostante un contesto globale segnato da consumi stagnanti.

dinamiche del mercato

Le dinamiche del mercato evidenziano una contrazione delle denominazioni di vini rossi, che ha registrato un calo del 6,8%. Tuttavia, non tutte le denominazioni rosse hanno subito perdite: ben 38 delle 128 DOP nella categoria hanno chiuso l’anno con segni positivi. Tra queste, spiccano nomi illustri come Barolo, Brunello di Montalcino, Bolgheri e Maremma Toscana, che continuano a mantenere un forte appeal sul mercato.

Anche il settore dei vini bianchi ha sofferto, con una diminuzione del 5%, fatta eccezione per il Pinot Grigio delle Venezie, che ha visto un incremento del 3% dei volumi. Gli spumanti, invece, si sono rivelati un segmento in crescita, con un aumento del 5%, guidato da Prosecco Doc (+7%), Asolo Prosecco Docg (+50%) e Alta Langa (+9,1%). Questi trend rivelano un cambiamento nelle preferenze dei consumatori verso stili di consumo più versatili e leggeri.

importanza di valoritalia

Valoritalia, leader nella certificazione vitivinicola, gestisce 37 sedi operative in tutta Italia e certifica 219 denominazioni d’origine, che rappresentano il 56% della produzione nazionale di vini di qualità, con un valore complessivo di 9,23 miliardi di euro. Nel report, si sottolinea l’importanza della solidità del mercato italiano, che riesce a mantenere volumi elevati, simili a quelli del 2021, anno caratterizzato da un boom dei consumi legato all’emergenza Covid-19.

Il contesto internazionale presenta sfide significative, tra cui l’epidemia di Covid, le tensioni geopolitiche e il rischio di dazi statunitensi, che creano incertezze nel settore vitivinicolo. Le vendite di vini IGT, che l’anno precedente avevano mostrato un incremento del 16,5%, hanno subito una contrazione del 6,3%. D’altro canto, i vini DOC hanno registrato un aumento del 2,7%, compensando parzialmente le perdite delle altre categorie.

sfide e opportunità

Un aspetto interessante emerso dal report è la correlazione tra la dimensione delle denominazioni e la loro stabilità sul mercato. Le prime 20 denominazioni concentrano l’86% dell’imbottigliato, mentre le restanti 139 faticano a raggiungere un fatturato significativo. Attualmente, il 40% delle denominazioni genera un fatturato non superiore a 1 milione di euro, mentre solo il 12% supera i 50 milioni. Questo scenario mette in luce la necessità di una riforma nel sistema consortile, che potrebbe migliorare l’efficacia nella tutela e promozione delle denominazioni più piccole.

Giuseppe Liberatore, Direttore Generale di Valoritalia, ha commentato: “Il 2024 si conferma un anno di consolidamento, non brillante ma comunque positivo, con un dato che mostra come la filiera italiana riesca a mantenere volumi elevati”. Giuseppina Amodio, Direttrice Operativa di Valoritalia, ha evidenziato un progressivo riallineamento tra offerta e domanda, sottolineando la necessità per le denominazioni di adattarsi a dinamiche di consumo in evoluzione.

Con l’attenzione rivolta verso i mercati esteri, il report ha messo in evidenza l’importanza dell’export per il vino italiano, che continua a reggere grazie all’interesse crescente di nuovi mercati, come il Canada. Qui, le etichette italiane sono le più consumate tra quelle straniere, con un volume di importazioni di 442 milioni di euro. Tuttavia, il mercato statunitense rimane un punto critico, con il 47% delle aziende italiane esportatrici che ha già messo in atto strategie per diversificare i mercati extra-Ue.

Un’indagine condotta da Nomisma – Wine Monitor ha rivelato differenze tra i consumatori italiani e canadesi: mentre in Italia il territorio e la Denominazione d’Origine rappresentano i principali fattori di scelta, in Canada il brand della cantina riveste un’importanza maggiore. Inoltre, i trend emergenti mostrano un crescente interesse verso vini a bassa gradazione alcolica e certificazioni green, con il 42% delle aziende italiane che ha già avviato iniziative in questo ambito.

In conclusione, l’analisi mette in evidenza come le certificazioni siano un elemento chiave nella scelta di acquisto dei consumatori, sia in Italia che in Canada. In un periodo di incertezze, il vino italiano deve quindi continuare a evolversi e adattarsi, mantenendo la qualità che lo ha reso famoso nel mondo, ma anche rispondendo alle nuove domande del mercato e alle aspettative dei consumatori.

Redazione Vinamundi

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