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Giacomo Ponti eletto nuovo presidente di Federvini: cosa cambierà nel settore?

In un contesto globale caratterizzato da crisi geopolitiche, instabilità economica e sfide commerciali senza precedenti, l’industria italiana dei vini, spiriti e aceti si conferma come uno dei pilastri fondamentali dell’agroalimentare nazionale. Questo è quanto emerso durante l’Assemblea Generale di Federvini, evento che ha segnato l’inizio della presidenza di Giacomo Ponti, alla guida della storica azienda familiare Ponti, fondata nel 1787 e rinomata per la produzione di aceto.

Una filiera da 21,5 miliardi e oltre 81.000 occupati

Secondo i dati forniti da Nomisma per l’Osservatorio Federvini, nel 2024 l’export dell’industria ha raggiunto la cifra record di 10,5 miliardi di euro, con un saldo commerciale positivo di 8,9 miliardi. La filiera coinvolge oltre 40.000 imprese e più di 81.000 addetti diretti, generando un valore complessivo di 21,5 miliardi di euro. Questo scenario rappresenta un’importante opportunità per il settore, ma anche una sfida significativa in un mercato sempre più competitivo e globalizzato.

Giacomo Ponti alla guida: “Valorizzare cultura, qualità e sostenibilità”

Con l’elezione di Giacomo Ponti come presidente, Federvini compie un passo storico, poiché per la prima volta la presidenza è affidata a un rappresentante del comparto aceti. Ponti ha delineato una visione strategica che si fonda su tre pilastri:

  1. Territorio
  2. Filiera
  3. Reputazione del made in Italy

“Il mio obiettivo è chiaro: creare valore economico e culturale per le imprese, i territori e il sistema Italia,” ha affermato Ponti, sottolineando l’importanza di promuovere i prodotti italiani nel mondo, mantenendo elevati standard di qualità e sostenibilità.

Scenario economico 2025: fiducia in ripresa, consumi cauti

Secondo le previsioni economiche, la crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) italiano nel 2024 è stata dello 0,9%, e si prevede un andamento simile anche per il 2025. Nei primi mesi dell’anno, si è registrato un rimbalzo della fiducia tra consumatori e imprese, anche se i consumi rimangono cauti, con una tendenza crescente nel canale dei discount. Questo scenario rende necessario un approccio strategico per il settore vinicolo, che deve adattarsi alle nuove abitudini di consumo.

GDO e vendite: spumanti in crescita, calo per vino generico e spirits

Nel primo trimestre del 2025, il mercato della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) ha registrato performance miste. Il vino ha generato 694 milioni di euro, con una leggera flessione dell’1%. Tuttavia, i dati mostrano una crescita per i vini spumanti, con un aumento del 7,1% per il Metodo Classico e del 2% per il Charmat dolce. Anche i vini a Indicazione Geografica Protetta (IGP) hanno visto una crescita dell’1,1%. Al contrario, il comparto degli spirits ha registrato un calo del 3,2%, sebbene il gin abbia mostrato un incremento significativo del 14,2%.

Per quanto riguarda gli aceti, si è registrato un incremento del 1,8% a valore, con l’aceto di mele in crescita del 6,4% e l’aceto di vino del 1,5%. Tuttavia, l’Aceto Balsamico di Modena IGP ha visto una leggera flessione dello 0,7%, nonostante mantenga una quota del 32% nel mercato della GDO.

Con l’elezione di Giacomo Ponti, Federvini si prepara ad affrontare le sfide future, puntando su una strategia coerente a favore di tutti i comparti dell’industria, per garantire un futuro prospero e sostenibile al made in Italy.

Redazione Vinamundi

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