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Giacomo Oddero: il leggendario custode del Barolo e delle colline piemontesi ci lascia

Il 21 aprile 2025, all’età di 98 anni, ci ha lasciato Giacomo Oddero, una figura emblematica del rinascimento enogastronomico delle Langhe. La sua vita è stata un inno alla bellezza dei paesaggi piemontesi, alla tradizione vitivinicola e alla crescita culturale ed economica di un territorio che ha saputo conquistare il mondo grazie alla qualità dei suoi vini. Giacomo Oddero non è stato solo un produttore di vino, ma un vero e proprio custode della cultura del Barolo, un simbolo di passione e dedizione che ha segnato profondamente la storia dell’enologia italiana.

un percorso di vita dedicato al territorio

Nato nel 1926 a Santa Maria di La Morra, Giacomo ha intrapreso un percorso che lo ha portato a diventare farmacista, politico, imprenditore agricolo e promotore culturale. Dopo aver conseguito la laurea in Farmacia all’Università di Torino, decise di tornare nella sua terra d’origine, dove avviò un progetto volto a portare la modernità tra le colline. Negli anni ’60, la sua carriera politica decollò quando divenne sindaco di La Morra, un ruolo che gli permise di mettere in atto numerose iniziative a favore della comunità.

Tra le intuizioni più significative di Oddero si annovera la creazione dell’acquedotto delle Langhe. In un territorio caratterizzato dalla scarsità d’acqua, questo progetto si rivelò fondamentale per la viticoltura moderna. Con una frase che rifletteva la sua visione, Oddero affermava: «Per fare il vino buono ci vuole l’acqua buona». L’acquedotto non solo ha garantito risorse idriche per le vigne, ma ha anche rappresentato un motore per lo sviluppo economico dell’intera area, contribuendo a rendere le Langhe un esempio di viticoltura all’avanguardia.

un grande promotore della cultura enogastronomica

Il suo impegno non si limitava solo all’amministrazione pubblica; Giacomo Oddero si distinse anche come un grande promotore della cultura enogastronomica. Fondò l’ONAF – Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Formaggi, un ente che ha contribuito a valorizzare la figura dell’assaggiatore di formaggio, oggi ampiamente riconosciuta e apprezzata in tutta Italia. Inoltre, presiedette l’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, spingendo per una maggiore valorizzazione turistica del territorio e promuovendo la nascita del Centro Nazionale Studi sul Tartufo ad Alba, un altro prodotto simbolo dell’eccellenza gastronomica piemontese.

l’eredità di giacomo oddero

Non si può parlare di Giacomo Oddero senza menzionare la sua storica cantina, Oddero Poderi & Cantine, una delle più antiche d’Italia, che continua a produrre vini di alta qualità sotto la guida delle figlie Mariavittoria e Mariacristina. L’eredità di Giacomo non si ferma qui; il nipote Pietro Viglino, attuale vicesindaco di La Morra, porta avanti il suo impegno per il territorio, mantenendo viva la tradizione e l’innovazione che hanno caratterizzato la vita di Oddero.

La scomparsa di Giacomo ha suscitato un profondo cordoglio in tutta la comunità. Le città di Alba e La Morra hanno proclamato il lutto cittadino, dimostrando quanto fosse amato e rispettato. Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha sottolineato il suo contributo come «un visionario, padre del turismo enogastronomico delle Langhe», mentre la sindaca di La Morra, Maria Luisa Ascheri, lo ha descritto come «una delle colline del nostro paesaggio, una parte stessa del nostro Belvedere». Un tributo che evidenzia l’impatto che Giacomo ha avuto non solo sul panorama vitivinicolo, ma anche sull’identità culturale delle Langhe.

Il suo lascito è ben visibile non solo nei vini di qualità che oggi deliziano i palati di tutto il mondo, ma anche nella crescente attenzione verso la sostenibilità e la valorizzazione dei territori. In un momento in cui il dibattito su come preservare le tradizioni locali e promuovere una crescita sostenibile è più che mai attuale, la figura di Giacomo Oddero si erge come esempio di equilibrio tra innovazione e tradizione.

L’amore di Giacomo per la sua terra, la sua dedizione nel coltivare i vigneti, il suo impegno nel promuovere la cultura del vino e la valorizzazione dei prodotti locali sono testimoni di una vita vissuta con passione e integrità. Le Langhe, grazie a lui, sono diventate un modello di riferimento per l’enogastronomia mondiale, un luogo dove il vino è molto più di una semplice bevanda, ma un simbolo di identità, storia e cultura. La sua eredità continua a ispirare le nuove generazioni di viticoltori e appassionati di vino, che portano avanti la sua missione di celebrare e preservare le bellezze delle colline piemontesi.

Redazione Vinamundi

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