Il settore vitivinicolo italiano, noto per la sua ricca tradizione e la varietà di terroir, si trova oggi di fronte a nuove sfide e opportunità. Un’analisi commissionata dalla Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) all’Invernizzi Agri Lab di SDA Bocconi School of Management ha rivelato dati significativi riguardanti la redditività delle piccole e medie aziende vitivinicole. Questa ricerca, condotta con il supporto della Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi e di Crédit Agricole Italia, ha coinvolto circa 350 cantine associate e ha trovato la sua cornice ideale al Vinitaly 2025, uno degli eventi di riferimento per il settore vinicolo a livello mondiale.
Dall’analisi emerge chiaramente che le piccole e medie aziende vitivinicole sono sempre più dipendenti dall’export, dall’enoturismo e dai canali di vendita diretta. Questi fattori non solo diversificano le fonti di reddito, ma sono anche fondamentali per garantire la sostenibilità economica delle aziende, in particolare per quelle che hanno visto un trend di crescita nel fatturato negli ultimi tre anni.
In particolare, l’enoturismo si è dimostrato un driver significativo per la crescita aziendale, con le aziende che registrano una percentuale più alta di vendite dirette che mostrano performance di fatturato superiori alla media. I produttori che investono in marketing e promozione delle loro offerte enoturistiche vedono un incremento delle visite e delle vendite in cantina.
Rita Babini, presidente di FIVI, ha sottolineato l’importanza di una maggiore accessibilità ai fondi OCM (Organizzazione Comune di Mercato) per le aziende di medio-piccole dimensioni, attualmente escluse da tali opportunità. Ha richiesto misure di sostegno specifiche per le attività enoturistiche, cruciali non solo per diversificare i canali di vendita, ma anche per promuovere un consumo consapevole e favorire la crescita delle economie locali, specialmente nelle aree rurali.
Un altro aspetto fondamentale emerso dalla ricerca è il ruolo dell’export, che ha rappresentato un importante motore di crescita per il fatturato delle cantine. I dati indicano che:
Tuttavia, questa dipendenza dall’export espone le aziende a rischi in caso di intensificazione delle tensioni commerciali internazionali. Babini ha messo in guardia sui recenti sviluppi delle relazioni commerciali, sottolineando che oltre il 70% dei 1.800 soci di FIVI già esporta e il 23% ha progetti futuri in tal senso.
La ricerca ha anche messo in luce l’importanza della sostenibilità. Un numero significativo di produttori ha dichiarato di attuare almeno un’azione sostenibile, con il 57% delle aziende che praticano l’agricoltura biologica e il 20% che utilizza energia da fonti rinnovabili. Gli investimenti in pratiche sostenibili migliorano l’immagine aziendale e contribuiscono a una maggiore redditività, come indicato dalla maggior parte degli imprenditori intervistati.
Infine, il ricambio generazionale si rivela cruciale per il futuro del settore. Il 47% delle aziende ha già completato il passaggio generazionale, mentre il 20% lo sta progettando. Le aziende che hanno effettuato questo passaggio segnalano benefici tangibili, tra cui:
In conclusione, l’analisi della FIVI evidenzia come export, enoturismo e pratiche sostenibili siano indispensabili per la redditività delle piccole e medie aziende vitivinicole. Questi elementi, insieme a un attento ricambio generazionale, possono garantire non solo la sopravvivenza delle aziende, ma anche un futuro prospero per l’intero settore vitivinicolo italiano.
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