Il Sinis è un luogo che si può solo vivere. Non basta raccontarlo, bisogna attraversarlo, ascoltarne i silenzi e i rumori, lasciarsi avvolgere dalla sua bellezza e dalla profondità della tradizione vinicola. In questo angolo della Sardegna, dove il mare abbraccia la terra e gli stagni di Cabras riflettono il cielo, si è svolto un press tour organizzato dalla rete d’imprese Sinis Wines, che ha guidato un gruppo di giornalisti italiani e internazionali attraverso un percorso sensoriale fatto di incontri, degustazioni e scoperte. Questo viaggio ha messo in primo piano le persone e i luoghi, restituendo un’immagine autentica della cultura enologica sarda.
La rete Sinis Wines è un mosaico di cantine che, pur nella loro diversità, sono unite dalla volontà di raccontare il Sinis con coerenza e autenticità. Ogni cantina ha la sua storia, la sua anima e un approccio produttivo che riflette l’identità di questo territorio unico.
Cantina Contini: Fondata nel 1898 e situata a Cabras, è una delle cantine più storiche dell’isola. Gestita da quattro generazioni della famiglia Contini, ha saputo mantenere viva la tradizione vinicola e innovare nel rispetto della propria storia. La loro dedizione alla qualità e alla sostenibilità ha reso i loro vini un simbolo della viticoltura sarda.
Cantina del Rimedio: Fondata nel 1953 come Cantina della Vernaccia, è situata a Oristano e valorizza la Vernaccia di Oristano, un vitigno autoctono che racconta la storia di un territorio intriso di cultura e tradizioni.
Tenute Evaristiano: Situate a Putzu Idu, nel comune di San Vero Milis, sono state avviate dalla Compagnia del Sacro Cuore negli anni ’20. L’obiettivo della tenuta è quello di unire agricoltura, sostenibilità e inclusione sociale, creando un modello produttivo attento al benessere della comunità.
Caombus: Parte del patrimonio della famiglia Contini, a San Vero Milis, pratica un’agricoltura di piccola scala e a basso impatto, rispettando l’ambiente e la tradizione vitivinicola della zona.
Società Sa Marigosa: Fondata nel 1986 come cooperativa agricola, si è evoluta nel tempo diventando un punto di riferimento nel settore agroalimentare, contribuendo a dare voce e valore al patrimonio enologico del Sinis.
Uno dei protagonisti indiscussi di questo viaggio è stata la Vernaccia di Oristano, un vitigno autoctono a bacca bianca che merita di essere conosciuto e apprezzato. Questo vino, vinificato anche secondo il metodo ossidativo, si distingue per i suoi profumi unici e la sua complessità. L’affinamento in botti scolme favorisce la formazione di un velo di lieviti, noto come “flor”, che protegge il vino dall’ossidazione e dona sentori di mandorla, spezie e accenti marini.
La Vernaccia è un vino che non cerca consensi facili; richiede attenzione e pazienza per essere apprezzato appieno. Durante il tour, è emersa l’importanza di custodire questa tradizione, ma anche di rileggerla attraverso nuove chiavi interpretative. Le cantine del Sinis hanno mostrato come sia possibile sperimentare con coraggio, realizzando spumantizzazioni, vinificazioni in anfora e macerazioni spinte, senza tradire la memoria storica del territorio.
Sei vini rappresentativi del Sinis hanno arricchito l’esperienza dei partecipanti al tour:
Ogni vino è stato presentato da esperti del settore, come Angelo Concas, Roberto Puggioni, Mario Bonaccini e Aldo Buiani, trasformando ogni degustazione in un momento di ascolto e scoperta. Le loro narrazioni hanno messo in luce l’autenticità e la tradizione di un territorio che, pur guardando al futuro, non dimentica le sue radici.
Il Sinis, con i suoi paesaggi mozzafiato e le sue storie da raccontare, è un viaggio che merita di essere intrapreso; un’esperienza che si arricchisce di ogni sorso di vino, di ogni incontro e di ogni passo tra i filari.
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