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Enotecnico: una nuova era per la formazione enologica di qualità

La recente approvazione della legge che istituisce ufficialmente il titolo di enotecnico segna un importante traguardo per il settore vitivinicolo italiano. La Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, un punto di riferimento per la formazione e la ricerca nel campo della viticoltura e dell’enologia, ha accolto con entusiasmo questa novità, evidenziando l’importanza del riconoscimento dell’anno di specializzazione post-diploma per la formazione dell’enotecnico, ora collocato al V livello del Quadro Nazionale delle Qualificazioni.

L’iter legislativo e il riconoscimento delle competenze

Il percorso legislativo ha avuto inizio con il decreto legge del 7 aprile 2025, n. 45, e ha visto recentemente la conclusione positiva dell’iter di approvazione in Parlamento con la legge di conversione (l. 5 giugno 2025, n. 79), pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 6 giugno. Questo passaggio legislativo non solo sancisce il valore del titolo di enotecnico, ma offre anche una maggiore chiarezza per il suo inquadramento nel Quadro Europeo delle Qualificazioni, un passo fondamentale per garantire il riconoscimento delle competenze acquisite a livello internazionale.

La Fondazione Edmund Mach, capofila del progetto che ha portato a questo risultato, ha collaborato con Assoenologi e una ventina di scuole in tutta Italia per promuovere e ottenere questo riconoscimento. L’introduzione del titolo di enotecnico è una risposta a criticità storiche che hanno caratterizzato il settore, permettendo di garantire un titolo ufficiale che rispecchia le competenze pratiche e teoriche acquisite durante il percorso formativo.

Opportunità lavorative e valorizzazione del patrimonio vitivinicolo

Una delle principali innovazioni introdotte dalla legge riguarda il riconoscimento delle competenze professionali dei futuri enotecnici. Questi professionisti, una volta diplomati, non solo riceveranno un titolo formalmente riconosciuto, ma potranno anche accedere a opportunità di lavoro più ampie e diversificate. In particolare, le nuove opportunità includeranno:

  1. Lavoro in aziende vinicole: gestione della produzione e della qualità.
  2. Consulenze: supporto a produttori e aziende nel miglioramento dei processi.
  3. Sviluppo di progetti di sostenibilità: implementazione di pratiche eco-compatibili.
  4. Marketing e comunicazione: promozione dei vini e delle tradizioni locali.

La legge rappresenta, quindi, un passo significativo verso la valorizzazione del patrimonio vitivinicolo italiano e delle figure professionali che lo rappresentano.

Formazione enologica e futuro del settore

La formazione enologica in Italia ha una tradizione radicata e di alto livello, con scuole che offrono percorsi formativi di eccellenza. La Fondazione Edmund Mach, attiva dal 1958, ha diplomato quasi mille enotecnici, contribuendo in modo sostanziale alla crescita delle competenze nel settore. La legge non solo valorizza il percorso didattico, ma pone anche le basi per un futuro in cui il titolo di enotecnico possa essere integrato in ambito universitario, aprendo nuove strade per l’istruzione superiore in enologia.

Il settore vitivinicolo italiano è uno dei più importanti a livello mondiale, non solo per la qualità dei vini prodotti, ma anche per il suo impatto economico e sociale. Con un fatturato che supera i 12 miliardi di euro e un’occupazione che coinvolge centinaia di migliaia di persone, è essenziale investire nella formazione di professionisti altamente qualificati. Il nuovo titolo di enotecnico si inserisce in un contesto in cui la richiesta di competenze specifiche e aggiornate è in costante crescita.

In conclusione, l’assegnazione del titolo di enotecnico non è solo un riconoscimento, ma un vero e proprio investimento nel futuro della viticoltura italiana, capace di garantire qualità, innovazione e sostenibilità. Con il supporto della legge, le scuole enologiche possono continuare a formare professionisti preparati e competenti, pronti a rispondere alle sfide di un settore in continua evoluzione.

Redazione Vinamundi

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