Categories: Notizie

Diageo smentisce le voci di vendita: Guinness resta in casa

Diageo, il colosso britannico delle bevande, ha recentemente fatto chiarezza sulle speculazioni riguardanti la possibile vendita del marchio Guinness. In un contesto in cui la stout irlandese sta vivendo un periodo di straordinaria popolarità, soprattutto tra i giovani, la multinazionale ha categoricamente negato qualsiasi intenzione di cedere il marchio. Questa decisione rappresenta un passo importante per il futuro di Guinness e per la strategia di Diageo.

Le recenti speculazioni sul futuro di Guinness

Negli ultimi giorni, il dibattito sulla vendita di Guinness ha preso piede, alimentato da articoli pubblicati da testate prestigiose come il The Guardian e da fonti finanziarie come Bloomberg. Secondo quanto riportato, Diageo stava considerando diverse opzioni per capitalizzare l’impennata della domanda di Guinness, che ha raggiunto una valutazione stimata di oltre 8 miliardi di sterline (circa 10 miliardi di euro). Questa valutazione ha catturato l’attenzione degli investitori, contribuendo a far salire le azioni di Diageo di oltre il 4% venerdì 24 gennaio.

Il fenomeno Guinness, in gran parte alimentato da campagne di marketing mirate sui social media e da un crescente interesse da parte della Generazione Z, ha portato a una serie di sfide logistiche, tra cui:

  1. Problemi di fornitura durante il periodo natalizio.
  2. Spedizioni straordinarie dall’Irlanda al Regno Unito.

Tuttavia, nonostante l’entusiasmo degli investitori e il boom delle vendite, Diageo ha deciso di fare chiarezza sulla situazione.

La risposta ufficiale di Diageo

In una nota ufficiale diramata domenica 26 gennaio, Diageo ha affermato: «Prendiamo atto delle recenti ipotesi dei media sul marchio Guinness e sulla nostra partecipazione in Moët Hennessy e possiamo confermare che non abbiamo intenzione di vendere». Questa dichiarazione ha chiuso la porta a qualsiasi possibilità di vendita, sia per Guinness che per la partecipazione del 34% in Moët Hennessy, noto per i suoi champagne e cognac.

La smentita di Diageo è un importante passo per placare le preoccupazioni degli investitori e rappresenta un segnale di impegno verso i marchi storici dell’azienda, in un contesto di crescente competitività nel settore delle bevande alcoliche.

Un periodo difficile per Diageo

Questa notizia giunge in un momento critico per Diageo. Nonostante Guinness continui a registrare una crescita a due cifre dal 2021, in particolare grazie al crescente successo della variante analcolica, le vendite complessive del gruppo hanno mostrato segni di rallentamento. La ripresa della domanda di liquori premium, che aveva caratterizzato il mercato post-pandemia, ha subito una battuta d’arresto, mettendo sotto pressione marchi storici come Johnnie Walker e Smirnoff.

Debra Crew, la nuova CEO di Diageo, si trova ad affrontare sfide significative:

  1. Il prezzo delle azioni ha toccato il livello più basso dal 2017.
  2. Il profit warning emesso lo scorso novembre ha sollevato interrogativi sugli obiettivi di crescita del gruppo.

Il 4 febbraio, Diageo pubblicherà i risultati semestrali, un’occasione cruciale per comprendere come l’azienda intenda navigare tra il successo di Guinness e la necessità di stimolare le vendite del resto del portafoglio, che conta oltre 200 marchi.

Il futuro di Guinness e l’impegno di Diageo

In aggiunta alla pubblicazione dei risultati, a maggio è prevista una giornata dedicata agli investitori e agli analisti del marchio Guinness. Questo evento sottolinea l’impegno di Diageo nel valorizzare e promuovere la sua iconica stout, nonostante le voci di mercato. La decisione di non vendere il marchio sembra essere una chiara indicazione della strategia a lungo termine dell’azienda, che intende continuare a investire in Guinness per mantenere la sua posizione di leadership nel mercato.

Mentre gli analisti e gli investitori attendono con interesse le prossime mosse di Diageo, la smentita riguardo alla vendita di Guinness potrebbe contribuire a rassicurare un mercato sempre più esigente. La stout irlandese, simbolo di tradizione e qualità, sembra destinata a rimanere un pilastro fondamentale per il gruppo, anche in un panorama economico in evoluzione e sfidante.

In un settore in continua trasformazione, dove le preferenze dei consumatori possono variare rapidamente, la capacità di Diageo di mantenere e valorizzare marchi storici come Guinness sarà cruciale per il suo successo futuro. La conferma del mantenimento del marchio Guinness rappresenta un passo importante verso una strategia di rilancio che potrebbe consentire all’azienda di recuperare terreno e conquistare nuovi mercati.

Redazione Vinamundi

Recent Posts

Scopri il Chianti Docg: quattro tappe della Chianti Academy 2025 in Cina

Dal 22 agosto al 13 settembre 2025, il Chianti Docg tornerà a brillare sul mercato…

7 ore ago

Il ritorno dell’antico vitigno Orisi: Santa Tresa rilancia la tradizione con un nuovo disciplinare

L'Orisi, un vitigno autoctono siciliano a lungo dimenticato, sta vivendo una nuova primavera grazie al…

9 ore ago

Dazi USA sul vino europeo: nuova scadenza fissata per il 7 agosto

Il 7 agosto 2025 rappresenterà un punto di svolta per il settore vinicolo italiano, con…

10 ore ago

Dazi Usa al 15% sui prodotti Ue: il vino attende il sogno dello zero-for-zero

A partire dal 7 agosto 2023, gli Stati Uniti applicheranno un dazio del 15% sui…

14 ore ago

Crisi nell’Oltrepò: il Consorzio Vini si schiera con viticoltori e dipendenti

Negli ultimi giorni, il mondo della viticoltura dell'Oltrepò Pavese ha affrontato una crisi profonda, coinvolgendo…

14 ore ago

Carratelli Wine avverte: il futuro delle fasce medie e basse è a rischio, ma il mercato resisterà

L'introduzione dei dazi del 15% sul vino europeo, imposti dagli Stati Uniti, ha generato un…

17 ore ago