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Dazi USA sul vino europeo: nuova scadenza fissata per il 7 agosto

Il 7 agosto 2025 rappresenterà un punto di svolta per il settore vinicolo italiano, con l’entrata in vigore dei dazi statunitensi del 15% sul vino europeo. Questa decisione, comunicata tramite l’Executive Order Further Modifying the Reciprocal Tariff Rates dalla Casa Bianca, avrà ripercussioni significative sull’industria vinicola italiana, che è il primo esportatore mondiale di vino negli Stati Uniti. Le denominazioni più celebri, come il Prosecco, il Pinot Grigio, il Brunello e il Moscato, temono un futuro incerto a causa di queste misure.

Le regioni italiane più colpite

Le regioni che subiranno il maggiore impatto da queste misure includono il Veneto, la Toscana e il Trentino-Alto Adige. Ecco un’analisi dettagliata delle conseguenze:

  1. Veneto: Primo esportatore vinicolo verso gli Stati Uniti, con un valore dell’export di circa 600 milioni di euro, pari al 21% del totale dell’export vinicolo italiano. Le varietà più a rischio includono il Prosecco, il Pinot Grigio delle Venezie e l’Amarone.

  2. Toscana: Seconda regione per esportazioni, con una quota di mercato statunitense del 32% e un valore stimato di circa 380 milioni di euro. I vini chiave come il Chianti e il Brunello di Montalcino potrebbero subire un contraccolpo significativo.

  3. Piemonte: Con il 21% del suo export vinicolo destinato agli Stati Uniti, il Piemonte è in allerta, in particolare per il Moscato d’Asti, il 60% della cui produzione è destinato al mercato americano.

  4. Trentino-Alto Adige: Questa regione è la più dipendente in proporzione, con il 36,2% del proprio fatturato estero legato al mercato statunitense, grazie al successo del Pinot Grigio trentino.

L’appello del settore vinicolo

Lamberto Frescobaldi, presidente di Unione Italiana Vini (UIV), ha evidenziato la gravità della situazione, chiedendo al Governo italiano e alla Commissione Europea di includere il vino tra i prodotti agricoli europei con tariffa zero o dazi ridotti. Questo appello è sostenuto anche da rappresentanti del settore statunitense, come la US Wine Trade Alliance e la National Restaurant Association, che hanno espresso preoccupazione e richiesto un intervento immediato.

Le stime dell’Osservatorio del Vino UIV indicano che il danno economico potrebbe ammontare a circa 317 milioni di euro per il comparto vinicolo italiano nell’arco di 12 mesi. Questo scenario mette in luce l’urgenza di affrontare la questione dei dazi, che minacciano non solo l’economia di intere regioni, ma anche la tradizione e l’identità culturale legate al vino italiano.

La necessità di una strategia concertata

Gli Stati Uniti, storicamente il primo mercato estero per il vino italiano, rappresentano una fetta fondamentale dell’export vinicolo. Frescobaldi ha sottolineato l’importanza di mantenere questa relazione commerciale, costruita nel tempo attraverso la qualità e la varietà dell’offerta vinicola.

Il settore vinicolo italiano si trova ora di fronte a una sfida cruciale. UIV e i rappresentanti del settore chiedono che l’Unione Europea e il Governo italiano continuino i negoziati bilaterali con gli Stati Uniti per garantire che il vino venga incluso tra i prodotti a dazio zero. Questo approccio è fondamentale per tutelare le imprese vinicole italiane e preservare un legame storico e culturale di grande valore.

In conclusione, il vino non è solo un prodotto agricolo; rappresenta una tradizione e una parte dell’identità italiana. L’export vinicolo è una risorsa fondamentale per molte aziende che hanno investito per posizionare i propri prodotti sul mercato americano. La sfida attuale è mantenere questa presenza e il prestigio del vino italiano nel mondo. Le istituzioni europee e italiane sono chiamate a svolgere un ruolo decisivo, rendendo la richiesta di esenzione o dazi ridotti per il vino una priorità nei negoziati commerciali con gli USA. Solo attraverso un’azione concertata sarà possibile proteggere un settore che è un pilastro dell’economia italiana e un simbolo della cultura vinicola europea.

Redazione Vinamundi

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