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Da Supertuscan a Vermentino: il boom da 500 milioni del Consorzio dei vini Igt Toscana

Il Consorzio di tutela dei vini Igt Toscana sta emergendo come una delle forze più dinamiche e innovative nel panorama vitivinicolo mondiale. Con una produzione che raggiunge quasi 90 milioni di bottiglie, il consorzio rappresenta oltre il 30% della produzione vinicola regionale. Questo dato evidenzia la rilevanza dell’ente e il suo impatto sul settore. La crescita esponenziale del numero di soci, che è passato da 70 a 400 in pochi anni, non solo testimonia il successo dell’organizzazione, ma anche l’importanza della collaborazione tra diverse cantine, comprese quelle concorrenti.

La bellezza dei vini toscani

La varietà dei vini toscani è rappresentata da un ampio ventaglio di prodotti, tra cui i celebri Supertuscan, i rosati, i bianchi e, più recentemente, gli spumanti. Secondo il direttore del consorzio, Stefano Campatelli, l’industria vinicola toscana ha saputo adattarsi e innovare, anche di fronte alle sfide poste dalla pandemia di Covid-19. La resilienza dei produttori, unita alla capacità di fare squadra, ha permesso di:

  1. Mantenere i mercati esteri
  2. Ampliare la presenza internazionale
  3. Raggiungere un fatturato totale di circa 500 milioni di euro, di cui il 69% proviene dall’export

L’ascesa del Vermentino

Particolare attenzione merita il Vermentino, un vitigno che sta guadagnando sempre più popolarità, sia lungo la costa toscana che nelle aree interne. La sua versatilità e freschezza lo rendono un vino molto apprezzato, capace di accompagnare una vasta gamma di piatti, dalla cucina di pesce a quella di carne. L’attenzione crescente verso il Vermentino è frutto di un impegno condiviso da parte dei produttori, che, sotto l’insegna dell’Igt Toscana, stanno investendo in qualità e promozione.

Innovazione e diversificazione

Una novità significativa è l’introduzione della produzione di spumanti, sia con il metodo classico che con il metodo Charmat, a patto che l’intero processo di produzione si svolga in Toscana. Questo passo mira a diversificare ulteriormente l’offerta del consorzio e a rispondere alle richieste di un mercato sempre più esigente. L’idea di portare in etichetta il nome Toscana è una strategia mirata a valorizzare l’identità regionale, rendendo i vini toscani sempre più riconoscibili e attraenti a livello globale.

Inoltre, è stata apportata una modifica importante al disciplinare di produzione: sulle etichette dei vini non comparirà più il termine “toscano”, ma esclusivamente “Toscana”. Questa scelta mira a creare un’identità univoca e coerente per tutti i prodotti del consorzio, facilitando anche il lavoro di promozione sui mercati esteri.

Cesare Cecchi, presidente del consorzio, ha espresso entusiasmo per i risultati ottenuti, sottolineando l’importanza di creare un’alleanza tra i produttori. Tuttavia, la sfida non è ancora conclusa. Uno degli obiettivi futuri è ottenere il riconoscimento per operare “erga omnes”, inclusi i produttori non associati al consorzio, per apportare un upgrade alla qualità dei vini e stabilire standard qualitativi più elevati.

L’universo dei vini a indicazione geografica, come nel caso dei Supertuscan, rappresenta un terreno fertile per l’innovazione vinicola. Il consorzio Igt Toscana intende continuare su questa strada, esplorando nuove frontiere legate ai vitigni resistenti alle malattie e ai cambiamenti climatici. La capacità di adattarsi e innovare sarà fondamentale per garantire la sostenibilità della produzione vinicola toscana nel lungo termine.

In un contesto globale sempre più competitivo, il Consorzio di tutela dell’Igt Toscana si sta dimostrando non solo un portavoce dei produttori, ma anche un attore chiave nel promuovere l’eccellenza dei vini toscani nel mondo. La combinazione di tradizione e innovazione, unita a un forte spirito di collaborazione, rappresenta la chiave per il futuro di questo prestigioso settore. Con 15.000 ettari di vigneti e 400 soci, la Toscana si conferma come una delle regioni vinicole più promettenti e rispettate a livello internazionale. La sfida ora è mantenere e accrescere questa reputazione, continuando a investire nella qualità e nell’innovazione.

Redazione Vinamundi

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