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Custodi del Lambrusco: la rinascita del vino emiliano attraverso un nuovo manifesto

Una rivoluzione gentile sta prendendo forma in Emilia, un’iniziativa che promette di cambiare il volto del Lambrusco, il vino che ha reso famosa questa regione in tutto il mondo. Trentasette produttori, uniti sotto il nome di “Custodi del Lambrusco”, hanno deciso di abbracciare un nuovo percorso per valorizzare e trasformare la percezione di questo vino simbolo dell’Emilia. Questo collettivo, composto da piccole aziende e cantine più strutturate, ha redatto un Manifesto, che non è solo un documento, ma un vero e proprio patto di identità, qualità e futuro.

Un impegno verso l’autenticità

Il Manifesto inizia con una dichiarazione d’intenti chiara e potente: “Siamo custodi dell’essenza più pura del Lambrusco.” Questa frase rappresenta l’impegno di questi produttori a riscrivere la narrazione attorno al Lambrusco, proponendolo come un vino ricco di sfumature, fresco e spensierato, ma mai banale. Non si tratta più di un vino da abbinare esclusivamente a piatti di salumi o a momenti di festa, ma di una bevanda capace di raccontare la storia di un territorio vitivinicolo che unisce le province di Modena e Reggio Emilia, terre di grande cultura enologica.

Obiettivi ambiziosi per il futuro del Lambrusco

L’obiettivo dei Custodi del Lambrusco è ambizioso: rilanciare il Lambrusco come un vino complesso, autentico, versatile e contemporaneo. Questo progetto si rivolge a un nuovo tipo di consumatore, sempre più attento all’artigianalità, alla sostenibilità e alla trasparenza della filiera produttiva.

I membri del collettivo affermano con fermezza nel loro Manifesto:
1. Vogliamo essere avanguardia e professionalità.
2. Puntiamo a una qualità estrema e pura artigianalità.

Si propone quindi un Lambrusco che non solo soddisfi i palati più esigenti, ma che risponda anche a un’esigenza di coscienza etica e ambientale da parte dei consumatori.

Superare le tradizioni per abbracciare la diversità

Un aspetto particolarmente interessante del movimento dei Custodi è la volontà di superare le rigide logiche delle denominazioni, per abbracciare una pluralità di stili ed espressioni del Lambrusco. Questo approccio celebra la diversità come una risorsa preziosa, permettendo di esplorare nuove vie e di esprimere al meglio le potenzialità di questo vino emblematico.

I Custodi del Lambrusco intendono quindi abbattere i confini ristretti delle tradizioni per aprire le porte a una visione più ampia e inclusiva, dove ogni produttore possa raccontare la propria storia attraverso il proprio vino.

Il Lambrusco dei Custodi è un vino che sa raccontare la sua storia senza restare prigioniero del passato. È un progetto aperto, capace di abbracciare la cultura del vino come espressione di un’identità dinamica e in continua evoluzione.

Azioni concrete per un nuovo racconto del Lambrusco

Dalla teoria alla pratica, l’associazione ha già intrapreso azioni concrete per diffondere il nuovo racconto del Lambrusco. Nata all’inizio del 2025, ha organizzato una conferenza stampa di lancio e sta costruendo una rete di eventi, collaborazioni e attività. Queste iniziative mirano a portare il vino emiliano oltre i confini tradizionali, rivolgendosi a nuovi pubblici e mercati.

Il messaggio è chiaro: il Lambrusco è pronto a essere protagonista della scena enologica contemporanea, non solo in Italia, ma anche all’estero. In questo contesto, i Custodi del Lambrusco si impegnano anche nella ricerca e nello sviluppo di pratiche vitivinicole sostenibili, per garantire non solo un prodotto di qualità, ma anche per preservare il territorio e le tradizioni.

Inoltre, il collettivo sta già lavorando per creare sinergie con chef e ristoratori, per sviluppare abbinamenti gastronomici che esaltino le caratteristiche uniche di ogni tipologia di Lambrusco.

La nascita dei Custodi del Lambrusco rappresenta quindi un passo importante verso un futuro in cui il Lambrusco non è più visto solo come un vino da festa, ma come un prodotto di alta qualità, capace di competere con i migliori vini del mondo. Questo movimento non solo mira a riscrivere la storia di un vino, ma anche a creare una nuova cultura vinicola, che valorizzi l’artigianalità e l’innovazione, rispettando le radici e le tradizioni che rendono unico il Lambrusco.

Redazione Vinamundi

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