Il vino

Consigli di vini: Stefano Berti “IoRestoFiga 2016”

Chiudiamo questo 2022 inaugurando una nuova rubrica nella quale periodicamente, in semplicità, segnaleremo delle etichette di vino meritevoli della vostra ricerca per un assaggio. Ci è parso beneaugurante iniziare con il vino di un produttore romagnolo, ironico e avanguardista, Stefano Berti: il suo IoRestoFiga. Con l’avvicinarsi della Befana ci è sembrata una scelta obbligata.

In etichetta è riportata una foto ineffabile del produttore Stefano Berti, ma proviamo a descriverla lo stesso: barba incolta, mozzicone di sigaretta tra le labbra, occhiaie pronunciate da notte brava, occhialoni alla Loren vezzosamente infilati nei capelli e, soprattutto, parrucca biondo platino.
Ma cosa c’è dentro la bottiglia? C’è un vino davvero buono, in realtà, a dispetto della boutade fotografica.

Immagine | Stefano Berti

La nomenclatura del vino

Il nome completo di questo vino di Stefano Berti è Romagna Doc Sangiovese Predappio Riserva 2016 Calisto, nomenclatura correttamente e rigorosamente riportata in quella che da un punto legislativo è considerata la “vera etichetta” del vino, su quella che il pubblico considera la retro etichetta, come in questo caso.
Per i non avvezzi a nomenclature così lunghe segnaliamo che Romagna è la denominazione di origine controllata (Doc), Sangiovese è il vitigno in maggior quota utilizzato se riportato in etichetta, Predappio è il nome della sottozona (o menzione geografica aggiuntiva), Riserva è la specificazione aggiuntiva che in questo caso indica un periodo di invecchiamento non inferiore ai 24 mesi a decorrere dal 1° dicembre dell’anno di raccolta delle uve, 2016 è l’annata della vendemmia, Calisto è il nome di fantasia assegnato dal produttore.

Le caratteristiche dell’IoRestoFiga

L’IoRestoFiga altro non è che il Calisto etichettato in numero limitato di pezzi con la buffa foto, l’ennesima alzata d’ingegno cui Berti ha abituato i suoi estimatori negli ultimi anni, per garantire la dovuta visibilità all’ottimo lavoro svolto sul vino da lui e da altri capaci colleghi in territorio romagnolo, troppo spesso sottovalutato.
L’IoRestoFiga è una bevuta comoda, succosa, intrigante, davvero piacevolissima, un cuscino morbido in cui si adagiano acidità e tannino (impercettibile), accompagnata da un naso definito e di grandissimo nitore, in cui la percezione dei profumi di more, viole, tabacco e corteccia trasmette un senso di schiettezza irresistibile.

Immagine | Stefano Berti

Cercate quindi il Calisto, l’IoRestoFiga non è in vendita. Potreste berlo guardandovi Charlie’s Angels (2019, regia Elizabeth Banks) in programmazione in questi giorni su Netflix. C’è un Calisto anche in questo film: un’intelligenza artificiale ottenuta con l’utilizzo delle terre rare che potrebbe rivelarsi un’arma letale se dovesse cadere nelle mani sbagliate. Al contrario, il Calisto 2016 di Stefano Berti è un oggetto benefico.

Monica Coluccia

Romana d’adozione, sommelier dal 2004, ha collaborato per circa dieci anni alla realizzazione degli eventi del vino nella Capitale e alla redazione di riviste e guide di settore di diffusione nazionale (Duemilavini, Bibenda, AIS-Vitae, L’Espresso). Dal 2014 presta l’esperienza acquisita alla comunicazione del vino in contesti professionali con seminari di degustazione in tutta Italia, potendo offrire una profonda conoscenza sui territori vitivinicoli italiani e francesi in generale. Lo Champagne ha fatto breccia nel suo percorso professionale lavorando per la guida Le Migliori 99 Maison di Champagne. Scrive per gli appassionati del vino su vinotype.it e intralcio.it

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