Il settore vitivinicolo piemontese, e in particolare quello della provincia di Cuneo, sta affrontando una situazione di estrema delicatezza. Le parole di Gian Luca Demaria, presidente della Sezione Vini Rossi di Confagricoltura Cuneo e della sezione Vitivinicola di Confagricoltura Piemonte, mettono in luce una crisi che richiede attenzione e azioni strategiche. In un contesto di mercato in difficoltà, il tema della distillazione straordinaria è tornato al centro del dibattito, ma Demaria sottolinea che questa misura deve essere accompagnata da un Piano di rilancio più ampio e strategico.
La vendemmia 2023 ha portato con sé una serie di sfide significative. Demaria ha affermato: “Considerato il complicato momento vissuto dal settore e la vendemmia ormai distante neppure un paio di mesi, è doveroso un confronto per analizzare le giacenze e programmare gli interventi futuri.” A fine maggio, le giacenze di vino a Denominazione di Origine (D.O.) hanno superato i 190.000 ettolitri invenduti, con i vini a base di Barbera, Dolcetto, Moscato e Cortese tra i più colpiti.
Questa situazione di surplus è aggravata da un calo generale dei consumi, sia a livello nazionale che internazionale. Demaria ha paragonato il crollo degli scambi attuale a crisi passate, come quelle del 2008 e del 2020, sottolineando le molteplici cause, tra cui:
In questo contesto, la mobilitazione dei produttori è stata rapida e mirata. Confagricoltura Piemonte ha collaborato con i principali Consorzi di Tutela dei vini regionali, indirizzando una lettera al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e all’assessore all’Agricoltura, Paolo Bongioanni. In questa comunicazione, si richiede l’adozione di misure urgenti per affrontare una crisi che potrebbe avere ripercussioni a lungo termine sul settore vitivinicolo.
Una delle proposte più discusse è la distillazione straordinaria, che potrebbe alleggerire le giacenze di vino e stabilizzare il mercato. Tuttavia, Demaria avverte che non deve essere vista come una soluzione isolata, ma come parte di un piano più ampio di rilancio del comparto. Ha spiegato che è necessaria una programmazione che consideri le esigenze dei viticoltori e favorisca l’export. La semplificazione delle misure come l’Organizzazione Comune del Mercato (OCM) potrebbe rappresentare un passo importante per rendere il mercato più flessibile e appetibile per le aziende.
Demaria ha anche evidenziato l’importanza di una comunicazione efficace per contrastare le campagne contro l’uso di alcol, che spesso non rispecchiano la realtà e influenzano negativamente le abitudini di consumo, soprattutto tra i giovani. Ha affermato: “Serve quindi un grande lavoro congiunto per valorizzare la cultura del vino, in sinergia con i ristoratori del territorio.” L’educazione alla cultura del vino potrebbe rivelarsi una strategia vincente per stimolare la domanda e stabilizzare il mercato.
In vista della riunione delle sezioni Vitivinicole provinciali, Confagricoltura Cuneo sta coinvolgendo attivamente le cantine associate per discutere le criticità e valutare nuovi possibili interventi. Demaria ha concluso: “Serve una risposta immediata e concreta per evitare che una crisi congiunturale si trasformi in una vera e propria crisi strutturale del settore,” sottolineando l’urgenza di un approccio collettivo e coordinato.
Il futuro del vino piemontese dipende quindi da scelte strategiche che affrontino le sfide attuali, puntando non solo sulla distillazione come misura emergenziale, ma anche sulla creazione di un piano di rilancio a lungo termine che consideri le peculiarità del territorio e le esigenze dei produttori. La strada da percorrere è complessa, ma con un impegno condiviso e ben pianificato, è possibile piegare la curva di crisi e riportare il settore vitivinicolo piemontese su un percorso di crescita e sviluppo sostenibile.
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