Negli ultimi 25 anni, il “Sistema Prosecco” ha rappresentato un fenomeno vitivinicolo senza precedenti a livello mondiale. Questo successo è il risultato di una sinergia che coinvolge tre elementi distintivi: il Conegliano Valdobbiadene Docg, l’Asolo Docg e il Prosecco Doc. Ognuno di questi rappresenta un pezzo fondamentale del puzzle, contribuendo alla notorietà e al valore economico di un prodotto che ha conquistato i cuori e i palati di milioni di consumatori in tutto il mondo.
Il Conegliano Valdobbiadene Docg è il cuore pulsante di questa realtà. Le sue colline, patrimonio dell’umanità UNESCO, raccontano una storia di tradizione vitivinicola che si intreccia con la cultura locale. Con una produzione media di 100 milioni di bottiglie all’anno, questa denominazione non è solo un simbolo di eccellenza, ma anche un testimone di una storia di passione e impegno da parte di circa 3.500 famiglie e 12.000 addetti che operano in 450 aziende e 180 case spumantistiche.
L’Asolo Docg, pur rappresentando una realtà più piccola con oltre 30 milioni di bottiglie prodotte, racchiude in sé l’identità di uno dei borghi più belli d’Italia. I suoi vigneti, incastonati tra boschi e colline, offrono un vino che parla del territorio e delle sue peculiarità. Infine, il Prosecco Doc, con una produzione che nel 2024 raggiungerà i 660 milioni di bottiglie e un fatturato all’origine di 3,6 miliardi di euro, rappresenta l’effervescenza del mercato, affermandosi come una delle bevande più ricercate a livello globale.
Ora che il “Sistema Prosecco” ha raggiunto una certa maturità, è tempo di riflettere sulla distintività di ciascuna delle tre denominazioni. Questo è stato il fulcro di un recente incontro organizzato dal Comitato Conegliano Valdobbiadene, che ha riunito esperti del settore, viticoltori e rappresentanti consortili a Farra di Soligo. L’obiettivo era chiaro: promuovere la conoscenza della Docg e avviare un dialogo costruttivo per valorizzare l’unicità di questo territorio.
Maurizio Favrel, coordinatore del Comitato e titolare dell’azienda Malibran, ha sottolineato l’importanza di condividere informazioni e approfondimenti per creare proposte che possano guidare l’evoluzione della denominazione. La volontà di proteggere e valorizzare l’unicità del Conegliano Valdobbiadene è stata ribadita da Franco Adami, presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, e Michele Noal, presidente del Consorzio Asolo Montello. Entrambi hanno espresso la necessità di ascoltare ogni prospettiva e di lavorare insieme per definire una strategia che possa portare a una maggiore distintività e a un posizionamento più chiaro sul mercato.
La questione della distintività è stata già affrontata nel 2009, quando si è proceduto a un riassetto delle denominazioni. Con l’istituzione delle Docg “Conegliano-Valdobbiadene” e “Asolo”, si è dato riconoscimento alle specificità territoriali di queste aree, contrastando il rischio di confusione con la più ampia denominazione del Prosecco Doc. L’avvocato Stefano Dindo ha evidenziato come le tre denominazioni debbano promuovere le proprie caratteristiche uniche, evitando di cadere in un’omologazione che potrebbe danneggiare produttori e consumatori.
In questo contesto, è emerso il concetto di “coopetition”: una cooperazione strategica tra le denominazioni che consenta di lavorare insieme per proteggere il mercato, pur mantenendo la competizione commerciale tra le stesse. Franco Carlo Guzzi, docente di comunicazione all’Università degli Studi di Milano, ha aggiunto che è fondamentale comunicare con maggiore forza i valori distintivi del Conegliano Valdobbiadene, le sue caratteristiche naturali e culturali, per conferire un valore economico riconosciuto al prodotto.
Guzzi ha anche messo in guardia contro il rischio di appiattimento delle identità delle tre denominazioni, sottolineando che ognuna ha peculiarità da comunicare e valorizzare. La Docg di Conegliano Valdobbiadene, con la sua storia e la sua cultura, deve distinguersi non solo per la qualità del vino, ma anche per il legame profondo con il territorio e la sua comunità.
Il futuro del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg non può prescindere da un rinnovamento ragionato che tenga conto delle sfide legate al cambiamento climatico e alla crescente competitività del mercato globale. Umberto Marchiori, agronomo ed enologo, ha messo in evidenza l’importanza di aggiornare le pratiche viticole e vinificatorie per garantire che il prodotto rimanga sempre al vertice del mercato premium. La capacità di innovare e di adattarsi alle tendenze del mercato sarà cruciale per mantenere la leadership e per garantire che la Docg continui a rappresentare l’eccellenza del Prosecco nel mondo.
In un’epoca in cui la comunicazione gioca un ruolo fondamentale, i consorzi delle diverse denominazioni devono lavorare insieme per potenziare la visibilità e l’attrattiva dei rispettivi prodotti. La creazione di un protocollo d’intesa tra i consorzi potrebbe rappresentare un passo importante verso una strategia comune, in grado di promuovere le diversità e le unicità di ciascuna denominazione, mentre si costruisce un futuro solido e prospero per il “Sistema Prosecco”.
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