Il vino

Come riconoscere un vino buono al supermercato spendendo poco

Se nelle corsie del supermercato sei sempre in crisi rispetto alla scelta del vino da acquistare, ecco qualche trucchetto per non sbagliare

Quando si viene invitati a cena o a pranzo a casa di qualcuno, è buona abitudine ed educazione non presentarsi a mani vuote. Se c’è chi preferisce portare il dolce, altri invece vanno più tranquilli con il vino. Il momento più difficile è però quello della scelta: a meno che non se ne abbia una buona conoscenza, il pericolo è sempre quello di acquistare un vino poco buono e di fare una cattiva figura. Ecco quindi come non sbagliare, al supermercato.

Innanzitutto, sarebbe meglio chiedere a chi cucinerà quale sarà la pietanza principale: in base a ciò, quindi, ci si può orientare verso un bianco, un rosso o un rosé. Questo è il primo passo per non sbagliare! Ci sono poi tutta una serie di altri dettagli da non sottovalutare, al momento della scelta: ecco i nostri preferiti, con i quali non sbaglierai mai più bottiglia.

Comprare il vino al supermercato: come non sbagliare

Se da un lato è normale voler risparmiare qualcosa, soprattutto in un’epoca come quella in cui viviamo dove i rincari sono all’ordine del giorno, dall’altro lato un buon vino non può costare meno di 5 euro. Non lasciatevi ingannare dalle offerte o dagli sconti eccessivi! Nel caso in cui abbiate poco budget, però, non scegliete un vino o un rosso di scarsa qualità ma puntate piuttosto sulle bollicine, solitamente più economiche.

Date poi un’occhiata anche allo stato in cui è stato prodotto e all’azienda, cercando di distinguere tra “prodotto da” e “imbottigliato da”: un conto sono le realtà in cui uve, vino e imbottigliamento sono in mano a un’unica azienda e altro conto sono i prodotti di terzisti, che ricevono la materia prima e la trasformano.

Vino buono al supermercato: come riconoscerlo (vinamundi.it)

Se poi volete avere una sigla su cui contare, nel momento in cui scegliete il vino da comprare, affidatevi in misura maggiore a DOC e DOCG rispetto a Igt e Igp: per quanto questo sia un dettaglio minimo e difficile da scovare in un’etichetta, è sicuramente un criterio utile e concreto. Dall’altro lato, però, se trovate un vino il cui nome è molto famoso e il prezzo è molto invitante, ragionate bene: se si trattasse di una fregatura, se ne accorgerebbero tutti poiché il prodotto è conosciuto. Andate quindi su nomi non così diffusi, più di nicchia: la probabilità che i vostri commensali l’avranno già assaggiato è nettamente inferiore.

Giulia Belotti

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