Il rinvio della ripresa della ristorazione e del turismo in Italia, inizialmente previsto per aprile e ora posticipato a giugno, ha creato ulteriori difficoltà per il mercato del vino italiano. Questa crisi colpisce in modo asimmetrico, interessando in particolare Montalcino e altre aree toscane, che sono veri e propri simboli del made in Italy enologico. Queste zone trovano nel settore della ristorazione, sia nazionale che internazionale, il loro naturale sbocco commerciale.
Montalcino, famosa per il suo Brunello, è riconosciuta a livello globale per la sua alta qualità e le basse rese di produzione. Tuttavia, le misure nazionali attualmente in discussione, come la vendemmia verde e la distillazione, si sono rivelate inefficaci e, in alcuni casi, ingiuste per i produttori di alta fascia. Tali strategie, pensate per affrontare le difficoltà economiche, non considerano la specificità del settore vinicolo di alta gamma, che richiede un approccio diverso e più mirato.
Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, ha espresso preoccupazione per la situazione attuale. Si è rivolto all’assessore all’Agricoltura della Regione Toscana, Marco Remaschi, sottolineando che il Consorzio non intende rinunciare al suo ruolo di leadership in un momento così critico per il vino toscano. Bindocci ha affermato: “Siamo convinti che questa non sia una crisi strutturale, ma una difficoltà congiunturale generata dal Covid-19”. È essenziale affiancare alle misure di emergenza una reazione forte, basata su attività di promozione e marketing.
Il Consorzio sta progettando un piano articolato di promozione che prevede:
In una lettera indirizzata all’assessore Remaschi, il Consorzio ha evidenziato la necessità di modificare le normative attuative dei programmi Ocm (Organizzazione comune di mercato) e Psr (Programmi di sviluppo rurale). Tra le richieste ci sono:
Questa flessibilità è vista come cruciale per aiutare le aziende a navigare attraverso la crisi.
In una prospettiva di lungo termine, è fondamentale rinnovare la misura di promozione relativa ai Piani di sviluppo rurale per altri tre anni, con stanziamenti specifici dedicati ai consorzi di tutela. Inoltre, il Consorzio ha chiesto il ripristino di una quota regionale extra del 20%, da aggiungere al 50% già garantito dai fondi europei per la misura Ocm Promozione nei Paesi terzi.
L’obiettivo principale è mettere in sicurezza le aziende vinicole e prepararle al meglio per un futuro ritorno della domanda. Bindocci ha rassicurato i produttori affermando che non temono un eccesso di stock in cantina, poiché il Brunello, sebbene possa rimanere in giacenza, non perde valore, ma anzi acquista prestigio nel tempo. Non è pensabile che le aziende possano subire pressioni da speculazioni di mercato che potrebbero compromettere la loro integrità e il loro futuro.
In un contesto globale segnato da sfide senza precedenti, le richieste del Consorzio Brunello di Montalcino rappresentano un appello a una sinergia tra produttori e istituzioni. È fondamentale affrontare insieme le difficoltà e valorizzare un patrimonio vinicolo che non è solo un simbolo dell’enologia italiana, ma anche un motore economico per il territorio toscano. La resilienza e la capacità di innovare sono ora più che mai essenziali per garantire un futuro prospero a uno dei vini più prestigiosi al mondo. Mantenere viva la tradizione del Brunello e continuare a investire nella sua promozione è cruciale affinché possa continuare a brillare come un faro del made in Italy enologico.
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