Negli ultimi giorni, le piazze di Roma e Bruxelles sono state animate da una mobilitazione significativa promossa da Coldiretti, la più grande organizzazione agricola italiana. Questa protesta ha avuto l’obiettivo di denunciare le politiche della Commissione Europea, accusata di mettere in pericolo la sicurezza alimentare e la democrazia. La manifestazione si inserisce in un contesto di crescente tensione tra agricoltori e istituzioni europee, evidenziando le preoccupazioni riguardo alla sostenibilità del settore agroalimentare.
Al centro della protesta si trova l’accusa a Ursula von der Leyen e alla sua Commissione di intraprendere una deriva tecnocratica che rischia di compromettere gravemente il comparto agroalimentare europeo. Coldiretti ha sottolineato che le attuali politiche, in particolare la proposta di unificazione delle politiche agricole e di coesione in un unico fondo, rappresentano una minaccia senza precedenti. Se questa iniziativa venisse confermata, segnerebbe la fine di un bilancio agricolo europeo dedicato, esistente dal 1962, che ha fornito un supporto vitale agli agricoltori di tutta Europa.
Una delle principali preoccupazioni degli agricoltori è che l’Europa stia perdendo il suo legame con l’agricoltura, a favore di spese militari e strategie di riarmo. Coldiretti avverte che questa evoluzione non solo danneggerebbe gli agricoltori, ma rappresenterebbe anche un attacco all’identità rurale dell’Unione Europea. L’organizzazione chiede quindi un cambio di rotta, enfatizzando l’importanza di mantenere una politica agricola comune che supporti i produttori locali e garantisca la sicurezza alimentare per i cittadini europei.
Durante la mobilitazione, gli agricoltori hanno organizzato un flash mob intitolato “Benvenuti a Vonderland”, esponendo striscioni che rappresentavano Ursula von der Leyen in una distopia che rifletteva la loro visione negativa delle politiche europee attuali. Le location scelte, come il Colosseo, Piazza Navona e la Fontana di Trevi, hanno dato un forte risalto alla questione, unendo la bellezza del patrimonio culturale italiano alle sfide affrontate dal mondo agricolo.
Tra gli slogan lanciati dai manifestanti, si sono distinti messaggi come:
Questi slogan evidenziano la connessione tra agricoltura, salute pubblica e governance democratica, sottolineando come un’attenzione insufficiente alle esigenze del settore possa avere ripercussioni più ampie sulla società.
Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ha lanciato un appello forte e chiaro: “Non chiediamo privilegi, chiediamo rispetto per chi ogni giorno garantisce il cibo, l’ambiente e il presidio del territorio.” Ha inoltre criticato l’Europa per aver firmato accordi commerciali senza reciprocità e per aver imposto regolamenti scollegati dalla realtà agricola. Prandini ha insistito sull’urgenza di un dialogo costruttivo che metta l’agricoltura al centro delle politiche europee.
Anche Vincenzo Gesmundo, segretario generale di Coldiretti, ha espresso preoccupazione, affermando che “una tecnocrazia cieca e distante sta smantellando l’anima dell’Unione”. La sua affermazione risuona fortemente in un momento in cui molti agricoltori si sentono trascurati dalle istituzioni. Ha messo in evidenza che “senza agricoltura non c’è sovranità, senza cibo non c’è pace”, richiamando l’attenzione sull’importanza fondamentale del settore agroalimentare per la stabilità sociale e politica.
La protesta di Coldiretti va oltre una semplice manifestazione; è un grido d’allerta che mette in luce le fragilità di un sistema agricolo europeo in crisi. La richiesta di maggiore attenzione e rispetto per il lavoro degli agricoltori è cruciale non solo per l’Italia, ma per tutta l’Unione Europea. Gli agricoltori affrontano vulnerabilità non solo a causa delle politiche europee, ma anche per le sfide globali come il cambiamento climatico e le dinamiche di mercato sempre più competitive.
La mobilitazione ha unito agricoltori da diverse regioni italiane, ognuno portando la propria esperienza e preoccupazioni, creando un fronte comune per difendere l’agricoltura e il futuro delle campagne. La mobilitazione di Coldiretti è quindi un richiamo all’unità e alla solidarietà tra agricoltori e cittadini per costruire un futuro sostenibile e giusto per tutti.
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