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CIVIT e la scoperta dei vitigni PIWI in Trentino: verso vini sostenibili e innovativi

Nel panorama vitivinicolo mondiale, l’innovazione si rivela un elemento cruciale per affrontare le sfide legate al cambiamento climatico e alla sostenibilità ambientale. In questo contesto, la seconda edizione di Irresistibile PIWI 2025 ha messo in luce il lavoro pionieristico del Consorzio Innovazione Vite (CIVIT) in Trentino, attraverso l’intervento di Vincenzo Beral. Questo esperto ha illustrato come la selezione e la sperimentazione di varietà resistenti PIWI si stiano affermando come una soluzione efficace per combinare sostenibilità, identità territoriale e qualità enologica.

Il consorzio CIVIT: un polo di innovazione e ricerca

Fondato dall’unione di dieci vivaisti viticoli locali e dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, il Consorzio CIVIT rappresenta un importante centro di ricerca e sviluppo nel settore vitivinicolo. La sua missione è quella di promuovere la selezione clonale, gli incroci genetici e la valorizzazione varietale, sempre con un occhio attento alla sostenibilità ambientale, economica e sociale.

CIVIT si distingue per il suo approccio integrato, che mira non solo a migliorare le varietà di uva, ma anche a rispondere alle esigenze di un territorio complesso come quello trentino. Beral ha sottolineato che l’attività del consorzio si sviluppa su due principali fronti:

  1. Ricerca di nuove varietà PIWI attraverso l’incrocio di vitigni internazionali con varietà autoctone trentine come il Teroldego, la Schiava e il Lagrein.
  2. Selezione di cloni resistenti in grado di adattarsi a territori difficili, come le pendici della Val di Cembra e i terrazzamenti della Valtellina.

PIWI: una risposta alla sostenibilità

L’interesse crescente verso i vitigni PIWI è direttamente legato alla necessità di ridurre l’uso di sostanze chimiche in vigneto, un tema sempre più attuale nel mondo della viticoltura. In una regione come il Trentino – caratterizzata da un’ampia varietà di microclimi e terreni – le varietà PIWI emergono come una risorsa fondamentale per i viticoltori. “Intervenire meno in campo significa liberare risorse, ridurre l’impatto ambientale e migliorare la qualità della vita del viticoltore”, ha dichiarato Beral, evidenziando l’importanza di un approccio vincolato all’ecosistema.

La selezione delle nuove varietà PIWI è un processo complesso e articolato che dura mediamente tra gli 8 e i 10 anni. Questo percorso comprende diverse fasi chiave:

  1. Creazione di incroci tra varietà resistenti e vitigni nobili.
  2. Microvinificazioni sperimentali per valutare il profilo organolettico delle nuove varietà.
  3. Selezione dei genotipi più promettenti, basata su caratteristiche di resistenza e qualità.
  4. Avvio della registrazione nel Catalogo nazionale e richiesta di protezione europea.

Spumantizzazione PIWI: una nuova frontiera

Uno dei progetti più innovativi che CIVIT ha intrapreso riguarda la spumantizzazione delle varietà PIWI. Questo filone di ricerca è volto a individuare le basi più adatte per la produzione di spumanti sia con il metodo classico che con il metodo Charmat. L’obiettivo è quello di sviluppare un futuro metodo classico italiano PIWI, con l’intento di unire eleganza, innovazione e sostenibilità.

L’idea di produrre spumanti da varietà PIWI rappresenta non solo un’opportunità commerciale, ma anche una sfida affascinante per i viticoltori. La possibilità di creare vini spumanti di alta qualità, che rispondano a criteri di sostenibilità, potrebbe aprire nuove strade per il mercato e per l’immagine del vino trentino nel panorama internazionale.

In conclusione, il lavoro del Consorzio CIVIT e la ricerca sulle varietà PIWI rappresentano un esempio di come l’innovazione genetica possa contribuire a costruire un futuro sostenibile per la viticoltura. Con la combinazione di tradizione, scienza e creatività, il Trentino si prepara a diventare un punto di riferimento per la produzione di vini di qualità, capaci di resistere alle sfide del cambiamento climatico e di rispondere alle esigenze di un mercato sempre più attento alla sostenibilità.

Redazione Vinamundi

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