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Carputo porta i vini underwater nel suggestivo golfo di Napoli

Nel cuore dei Campi Flegrei, precisamente a Quarto, la famiglia Carputo ha intrapreso un affascinante viaggio nel mondo del vino. Con trent’anni di esperienza alle spalle, hanno deciso di dedicare un progetto speciale all’affinamento di alcune migliaia di bottiglie di vino nelle acque cristalline del golfo di Napoli, di fronte al suggestivo Castel dell’Ovo. Questa iniziativa celebra non solo la loro passione per l’enologia, ma rappresenta anche un connubio tra tradizione e innovazione.

Underwater wines: un’evoluzione del vino italiano

L’affinamento dei vini sott’acqua, noto come “Underwater Wines”, sta guadagnando sempre più popolarità nel panorama vinicolo italiano. Questa pratica consiste nel collocare le bottiglie a profondità che variano dai 40 ai 50 metri, sia in mare che in laghi montani, per un periodo variabile. I vantaggi di questa tecnica sono innumerevoli:

  1. La pressione e il movimento delle acque creano un ambiente unico.
  2. Il vino sviluppa caratteristiche organolettiche particolari.
  3. Le bottiglie, cullate dalle onde, acquisiscono un profilo aromatico sorprendente.

Le condizioni marine favoriscono un’evoluzione del vino che non può essere replicata in cantina. Una volta riportate in superficie, le bottiglie si presentano adornate da incrostazioni marine, conchiglie e ramificazioni di corallo, trasformandosi in veri e propri scrigni di bellezza. Per i vini Carputo, questo processo di affinamento durerà dodici mesi, permettendo così una fusione tra il fascino del mare e la tradizione vitivinicola campana.

Un valore etico e sociale

L’iniziativa di Carputo non è solo un esperimento enologico, ma porta con sé un forte messaggio di impegno sociale. Le bottiglie sono state trasportate dal Molo San Vincenzo grazie a un evento che ha visto la partecipazione di autorità locali e ospiti speciali, tra cui il sindaco di Quarto e rappresentanti del comune di Napoli. Questo viaggio è stato intrapreso a bordo della Motovela della Legalità e della Memoria, un’imbarcazione il cui equipaggio è composto da giovani e studenti di archeologia subacquea, simboli di giustizia e cultura nei porti del Mediterraneo.

Particolarmente significativo è il coinvolgimento dei ragazzi dell’Istituto Penale Minorile di Nisida. Questi giovani, che hanno conseguito il brevetto da sub, saranno protagonisti delle riprese subacquee che documenteranno il processo di affinamento. Questo gesto rappresenta un’importante connessione tra il tema della legalità e la promozione del patrimonio vinicolo, sottolineando come il vino possa diventare un mezzo per raccontare storie di riscatto e speranza.

L’azienda Carputo: una storia di passione e dedizione

L’azienda Carputo è stata fondata nel 1994 da Francesco Carputo, ispirato dall’amico enologo Amodio Pesce. In quell’anno, le denominazioni “Falanghina dei Campi Flegrei” e “Piedirosso dei Campi Flegrei” sono state ufficialmente riconosciute, segnando l’inizio di una nuova era per la viticoltura locale. La spinta di Pesce ha motivato Carputo a iniziare la sua avventura vinicola, con la prima vendemmia che risale al 1995.

Oggi, l’azienda è gestita dai figli di Francesco, che affiancano il padre nella missione di valorizzare il territorio attraverso una produzione di alta qualità e un attivismo imprenditoriale significativo. Milena e Maria si occupano dell’amministrazione e della gestione, Valentina gestisce il marketing e la comunicazione, mentre Raffaele guida la produzione, supportato dall’enologo Antonio Pesce, figlio di Amodio. Questo lavoro di squadra ha permesso a Carputo di farsi un nome nel panorama vinicolo campano, producendo vini che sono espressione autentica del terroir.

Vini biologici e innovazione

L’azienda Carputo è certificata biologica dal 2000 e produce diverse versioni della Falanghina e del Piedirosso dei Campi Flegrei, comprese bollicine di metodo classico molto interessanti. Tra queste, la Falanghina Metodo Classico e il Rosso Riserva stanno per affrontare il loro viaggio di affinamento sottomarino nel Golfo di Napoli. Sarà solo alla fine del 2025 che gli appassionati potranno degustare questi vini, scoprendo quanto il mare possa arricchire e trasformare l’esperienza gustativa.

La scelta di Carputo di spingersi oltre i confini tradizionali del mondo del vino evidenzia la loro passione per il settore e il desiderio di esplorare nuove frontiere, creando un legame profondo tra il vino e il territorio campano. Un’avventura che, senza dubbio, avrà un impatto significativo nel panorama vinicolo italiano e contribuirà a valorizzare la bellezza e la cultura della Campania.

Redazione Vinamundi

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