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Cani detective: la nuova frontiera per salvare la viticoltura californiana

In un contesto in cui la viticoltura affronta sfide sempre più complesse, una recente scoperta in California sta aprendo nuove strade per la salvaguardia dei vigneti. L’associazione dei produttori Lodi Wine ha lanciato un progetto innovativo che sfrutta il fiuto dei cani per l’individuazione precoce delle malattie della vite, in particolare della temuta “leafroll 3”. Questo approccio non solo promette di migliorare la salute delle vigne, ma rappresenta anche un passo significativo verso pratiche agricole più sostenibili.

Il ruolo dei cani nella viticoltura

La capacità olfattiva dei cani è ben nota, e ora viene utilizzata in modo innovativo nel settore vitivinicolo. Con oltre trecento milioni di recettori olfattivi, i cani possono percepire odori impercettibili per l’uomo. In particolare, i cuccioli di Springer Spaniel sono stati addestrati dalla Lodi Winegrape Commission per riconoscere le infezioni nelle viti. Quando un cane si ferma e si siede tra i filari, comunica al suo padrone di aver individuato un problema potenziale. Questo metodo ha dimostrato di essere altamente efficace, con un’accuratezza del 93,4% nel riconoscere la malattia e un sorprendente 97,3% nel rilevamento delle cocciniglie.

Le sfide della viticoltura californiana

Il vigneto di Lodi, famoso per varietà come Zinfandel e Cabernet Sauvignon, ha affrontato una dura battaglia contro le cocciniglie negli ultimi trent’anni. Questi parassiti, che si riproducono rapidamente, possono essere trasportati facilmente dagli uccelli e tramite attrezzi. Tradizionalmente, la lotta contro di essi ha comportato l’uso intensivo di pesticidi, sollevando preoccupazioni per la sostenibilità ambientale e la salute dei consumatori. Di conseguenza, i produttori vinicoli hanno iniziato a cercare soluzioni alternative, dando vita a un crescente interesse per l’addestramento dei cani.

Un approccio innovativo e sostenibile

Nel 2023, grazie a un finanziamento governativo di circa 350.000 dollari, è stato avviato un programma di addestramento per diversi cani, tra cui Labrador e Pointer Tedeschi. Durante il training, i cani apprendono a riconoscere gli odori dei feromoni delle cocciniglie e delle foglie colpite dalla sindrome di accartocciamento. Questo metodo di addestramento si basa su un sistema di ricompense alimentari, che incentiva i cani a identificare correttamente i segnali odorosi.

L’adozione di cani per il rilevamento delle malattie rappresenta un passo fondamentale verso una viticoltura più sostenibile. I viticoltori possono ora intervenire tempestivamente, riducendo la necessità di trattamenti chimici e contribuendo a preservare l’ecosistema circostante.

Nuove opportunità di rilevamento

Oltre alla leafroll 3, i ricercatori stanno esplorando l’uso dei cani per rilevare altre malattie della vite, come l’oidio, un fungo altamente dannoso. La Cornell University è attivamente coinvolta in un progetto che utilizza i cani per identificare le uova della lanterfly maculata, un parassita invasivo originario dell’Asia. Questo insetto rappresenta una minaccia significativa per le colture, e l’uso dei cani potrebbe rivelarsi cruciale nella sua gestione.

La scoperta del potere dei cani nel rilevare malattie e parassiti segna una vera e propria rivoluzione per la viticoltura a livello globale. Con l’aumento delle preoccupazioni riguardo all’uso di pesticidi chimici e la necessità di pratiche agricole più ecologiche, l’adozione di metodi di rilevamento basati sull’olfatto dei cani potrebbe rappresentare una soluzione efficace e sostenibile per i viticoltori. L’innovazione continua nel settore vitivinicolo, e questa straordinaria applicazione del fiuto canino è solo un esempio delle molte direzioni promettenti che l’agricoltura moderna può intraprendere.

Redazione Vinamundi

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