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Brunello secondo Campogiovanni: un viaggio nell’arte di P#327

Il codice P#327 rappresenta un viaggio nel mondo del Brunello di Montalcino, un simbolo di passione e dedizione che caratterizza la tenuta Campogiovanni. Situata in un suggestivo terrazzo che si affaccia sulla Val d’Orcia, Campogiovanni è diventata un punto di riferimento nel panorama vinicolo italiano, offrendo vini che raccontano la storia e le tradizioni del territorio.

La storia di Campogiovanni inizia nel 1981, grazie all’intuizione di Enzo Morganti, che ha visto nel territorio un potenziale inespresso. In un periodo in cui il Brunello stava iniziando a guadagnare attenzione, Morganti ha investito in un’area poco conosciuta, dando vita a un’azienda che oggi si estende su 25 ettari di vigneti e produce annualmente circa 120.000 bottiglie. Questo impegno ha permesso a Campogiovanni di affermarsi come una realtà dinamica e di grande interesse nel panorama vinicolo.

L’evoluzione della cantina

Sotto la guida di Leonardo Bellaccini, attuale enologo e direttore tecnico, Campogiovanni ha continuato a sviluppare la propria identità. Bellaccini, che ha iniziato la sua carriera a Montalcino nel 1984, ha portato la cantina da un nucleo iniziale di 9 ettari agli attuali 25, all’interno di una proprietà complessiva di 65 ettari. Il suo approccio agronomico e enologico si concentra sulla valorizzazione delle specificità del suolo e del clima, permettendo al vino di esprimere il suo potenziale senza forzature.

Una delle caratteristiche distintive di Campogiovanni è la vinificazione separata delle diverse parcelle. Questa scelta strategica consente di far emergere il carattere unico di ogni annata e di ogni appezzamento. L’intervento in cantina è minimo, permettendo così di ottenere un Brunello che evolve lentamente, mantenendo freschezza e complessità, senza mai perdere il legame con la tradizione del territorio ilcinese.

Un vino d’eccellenza: il P#327

Il P#327 è uno dei risultati più raffinati dell’approccio di Campogiovanni. Questo Brunello nasce da una singola parcella di un ettaro, selezionata dopo anni di microvinificazioni, e rappresenta la ricerca della “essenza più pura del Sangiovese“. Bellaccini descrive il P#327 come una materializzazione di un’idea, piuttosto che un semplice vino di vigna.

La vinificazione avviene in acciaio, con lunghe macerazioni sulle bucce fino a 20 giorni, seguita da fermentazione malolattica in inox. L’affinamento prosegue per 30 mesi in botti grandi di rovere e per altri 12 mesi in bottiglia. Il risultato è un Brunello che si apre lentamente al naso, con note di piccoli frutti rossi, rosa canina e macchia mediterranea, arricchite da accenni di spezie fini, grafite e tabacco. Al palato, si rivela elegante e cesellato, con tannini finemente integrati e una freschezza vibrante che accompagna il sorso fino a un lungo finale armonico. Con una produzione limitata a circa 6.600 bottiglie, il P#327 è un esempio di eleganza e profondità.

La gamma di vini Campogiovanni

Oltre al P#327, la gamma di Campogiovanni include:

  1. Rosso di Montalcino
  2. Brunello di Montalcino prodotto regolarmente ogni anno
  3. Brunello da vecchie vigne
  4. Riserva Il Quercione

Il Brunello di Montalcino Campogiovanni è la referenza più rappresentativa della tenuta, con una produzione annuale di circa 80.000 bottiglie. L’annata 2020 si distingue per l’equilibrio e la capacità di interpretare un’annata segnata dal cambiamento climatico, con tannini levigati e una freschezza salmastra.

La storica Riserva Il Quercione, prodotta solo nelle annate più significative, è un esempio di struttura, potenza ed eleganza, mantenendo sempre un’ottima bevibilità. Con una produzione che si aggira intorno alle 7.000 bottiglie all’anno, Il Quercione continua a rendere omaggio a una tradizione vinicola che evoluzione e sorprende.

In conclusione, la tenuta Campogiovanni è un esempio di come l’impegno per l’autenticità e la passione per il territorio possano dar vita a vini di straordinaria qualità. Con il P#327 e le altre etichette, Campogiovanni si afferma come un protagonista nel panorama del Brunello di Montalcino, portando avanti una tradizione che continua a evolversi.

Redazione Vinamundi

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