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Binge drinking in Italia: la necessità di un approccio al bere consapevole

La questione del binge drinking in Italia sta assumendo proporzioni sempre più preoccupanti, come dimostrano i dati dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità (Ona-Iss). Recentemente, in occasione dell’Alcohol Prevention Day, è emerso che oltre 4 milioni di italiani, tra cui 74.000 minorenni, si dedicano a questa pratica pericolosa, cercando di ubriacarsi anziché bere in modo moderato. Questo fenomeno non solo mette a rischio la salute degli individui, ma solleva interrogativi critici sulla capacità del sistema sanitario di affrontare una situazione così allarmante.

L’aumento del binge drinking tra i gruppi vulnerabili

I dati rivelano una crescente preoccupazione tra i gruppi più vulnerabili, come minori, giovani, donne e anziani. La ricerca mostra che i consumi di alcol fuori dai pasti sono in aumento, in particolare tra le donne, con il 23,9% che ammette di bere per ubriacarsi. Questa tendenza è allarmante, soprattutto considerando l’incremento della mortalità attribuibile all’alcol nelle fasce di età produttive. Nel 2023, circa 8 milioni di italiani sopra gli 11 anni hanno consumato alcol in quantità tali da compromettere la loro salute, allontanando il raggiungimento degli Obiettivi di Salute Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

La necessità di una prevenzione efficace

Emanuele Scafato, direttore dell’Ona-Iss, ha sottolineato la gravità della situazione, affermando che “i consumi di alcol in Italia evidenziano una situazione consolidata e preoccupante”. È fondamentale implementare strategie di prevenzione efficaci, specialmente per i giovani e i minori. Alcuni suggerimenti includono:

  1. Maggiore tutela nei luoghi di aggregazione.
  2. Educazione alla salute nelle scuole.
  3. Investimenti in programmi di prevenzione specifici per categorie a rischio, come donne e anziani.

Un aspetto cruciale da considerare è il ruolo dell’educazione al bere. Spesso, il dibattito sull’alcol si concentra su una demonizzazione eccessiva, trascurando i potenziali benefici di un consumo moderato. Promuovere una cultura del bere consapevole, che insegni a godere delle bevande alcoliche senza superare i limiti, potrebbe ridurre significativamente il fenomeno del binge drinking.

Un panorama complesso dei consumatori di alcol

Attualmente, il panorama dei consumatori di alcol in Italia è complesso. Circa 36 milioni di persone (77,5% dei maschi e 57,6% delle femmine) si dedicano al consumo di alcol. Se da un lato si osserva una diminuzione dei consumi tra i giovani, dall’altro l’Osservatorio Nazionale mette in evidenza che i soggetti a rischio sono in gran parte giovani, con circa 1,26 milioni tra gli 11 e i 24 anni, di cui 615.000 minorenni. Tra le donne, circa 2,5 milioni si trovano in una situazione simile, con il 13,3% delle minorenni che presenta un comportamento di consumo a rischio.

Negli ultimi dieci anni, il numero di binge drinkers è aumentato dell’80% tra le donne, passando dal 2,5% nel 2013 al 4,5% nel 2023. Anche gli uomini hanno registrato un incremento del 19% dal 2019 al 2023, senza segni di calo nei consumi finalizzati all’intossicazione. Questa tendenza suggerisce l’urgenza di un intervento mirato e tempestivo, che non stigmatizzi il consumo di alcol, ma promuova una cultura di consapevolezza e responsabilità.

Il concetto di bere consapevole può svolgere un ruolo cruciale nel contrastare il binge drinking. È essenziale che le campagne di sensibilizzazione e educazione non presentino il consumo di alcol come un tabù, ma come un aspetto della vita sociale che, se gestito con attenzione, può essere integrato in modo sano.

In questo contesto, è fondamentale che istituzioni, scuole e organizzazioni della società civile collaborino per promuovere programmi educativi che sensibilizzino sui rischi legati al consumo di alcol. Solo attraverso un approccio educativo e una maggiore consapevolezza si potrà sperare di invertire la rotta e ridurre il fenomeno del binge drinking in Italia.

Redazione Vinamundi

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