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Babini (FIVI): i vignaioli sfidano dazi e campagne anti-alcol con resilienza

La settimana scorsa, una delegazione della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI), guidata dalla nuova presidente Rita Babini, ha avuto un incontro significativo con il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. Questo incontro ha messo in luce tre nodi cruciali per il settore vitivinicolo: la semplificazione burocratica, l’accesso ai fondi dell’Organizzazione Comune di Mercato (OCM) e la rappresentatività all’interno della filiera vitivinicola.

Semplificazione burocratica e sfide per le piccole aziende

La semplificazione degli adempimenti burocratici è diventata una necessità urgente per le piccole aziende vinicole, che spesso si trovano a dover affrontare un apparato normativo complesso e oneroso. Le piccole realtà, che rappresentano una parte significativa del panorama vinicolo italiano, si vedono costrette a seguire procedure che, in molti casi, sono pensate per aziende di dimensioni molto più grandi. Questo non solo aumenta i costi operativi, ma sottrae tempo prezioso che potrebbe essere dedicato alla coltivazione delle vigne e alla produzione di vini di alta qualità.

L’importanza della rappresentatività e della diversità

In un contesto di mercati instabili e di sfide economiche, Babini ha affermato che il “piccolo può essere ancora bello”, sottolineando che il futuro della viticoltura italiana deve trovare un equilibrio tra tradizione e innovazione. La presidente della FIVI ha evidenziato che le sfide da affrontare non sono solo burocratiche, ma riguardano anche il riconoscimento giuridico della figura del vignaiolo e la sua rappresentanza nei consorzi di tutela.

La FIVI conta attualmente circa 1.800 soci, ognuno con la propria visione e le proprie pratiche agricole. Questo porta inevitabilmente a una dialettica interna che, sebbene complessa, è anche una risorsa. Babini ha affermato che la diversità di idee deve essere sintetizzata per trovare una strada comune, particolarmente importante in un momento in cui il settore vitivinicolo è messo alla prova da fattori esterni, come i dazi e le campagne anti-alcol.

Sostenibilità e enoturismo come opportunità

Un altro tema di grande rilevanza è l’approccio alla sostenibilità. La FIVI ha recentemente lanciato un docu-reportage intitolato “Gradi”, il quale mira a sensibilizzare il pubblico sulla consapevolezza ambientale e sull’impatto del cambiamento climatico sulle pratiche vitivinicole. Babini ha affermato che la sostenibilità deve essere vista come un approccio sistemico, che coinvolge non solo le singole aziende, ma anche le comunità locali e i sistemi territoriali.

Inoltre, la presidente ha espresso preoccupazione riguardo alle campagne anti-alcol in gestazione a livello europeo. “Non possiamo accettare che il nostro lavoro venga demonizzato come la causa di tutti i mali”, ha dichiarato, sottolineando come il settore vitivinicolo sia fondamentale per l’economia di molte comunità. La FIVI si propone come alleata nella promozione del consumo consapevole, ma chiede una visione equilibrata che non stigmatizzi il vino come un problema.

Infine, l’enoturismo rappresenta un’opportunità di crescita per le piccole aziende vinicole. Babini ha confermato che oltre l’80% dei membri della FIVI offre servizi per enoturisti, e il fatturato derivante da questa attività rappresenta una parte significativa delle entrate. L’incontro diretto con i produttori e la possibilità di vivere l’esperienza del vino direttamente in vigna e in cantina sono elementi che i consumatori apprezzano sempre di più.

Con iniziative come l’app FIVI e l’evento “Il Sabato del Vignaiolo”, la federazione sta cercando di promuovere una maggiore conoscenza e apprezzamento del lavoro dei vignaioli. Queste iniziative, insieme a una maggiore semplificazione burocratica e a un supporto alle attività enoturistiche, possono rappresentare passi fondamentali per il futuro del vino italiano e per la valorizzazione delle piccole realtà vinicole.

Redazione Vinamundi

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