Il Consorzio Asti DOCG ha recentemente attuato misure straordinarie per garantire la vendemmia 2025 e mantenere un equilibrio sostenibile tra domanda e offerta sul mercato. In un’assemblea dei soci, è stata approvata a larga maggioranza la riduzione delle rese da 100 a 90 quintali per ettaro, con la decisione di destinare 5 quintali a stoccaggio fino al 31 marzo 2026. Questa strategia è stata adottata in risposta a un contesto internazionale sempre più incerto, caratterizzato da fattori economici e politici che influenzano negativamente il mercato del vino.
La dichiarazione di Stefano Ricagno, presidente del Consorzio Asti DOCG, evidenzia l’importanza di una gestione attenta dell’offerta in un periodo di instabilità: “Il contesto internazionale, sempre più instabile e aggravato dai dazi imposti dall’amministrazione Trump, ci impone un’attenta gestione dell’offerta”. Le politiche commerciali aggressive degli Stati Uniti hanno avuto un impatto significativo sulle esportazioni italiane, in particolare nel settore vinicolo, rendendo necessarie misure di contenimento per preservare il valore del prodotto e il reddito dei produttori.
L’Asti DOCG, noto per la sua qualità e il suo prestigio, si trova a dover fronteggiare una riduzione delle vendite, in parte a causa di questi dazi tariffari, ma anche per le dinamiche di mercato post-pandemia. La pandemia di COVID-19 ha infatti stravolto le abitudini di consumo, portando a una flessione generale delle vendite di vino in tutto il mondo. Di conseguenza, il Consorzio ha ritenuto fondamentale intervenire per evitare un eccesso di produzione che potrebbe compromettere ulteriormente il mercato.
Le nuove misure riguardano non solo la riduzione delle rese, ma anche la gestione dei superi. Per la vendemmia 2025, il Consorzio ha stabilito che la resa massima per Asti Spumante e Moscato d’Asti sarà fissata a 90 quintali per ettaro, con 5 quintali destinati allo stoccaggio. Inoltre, è previsto un supero fino a 18 quintali per ettaro, che potrà essere rivendicato come mosto bianco aromatico da uve Moscato. Eventuali ulteriori esuberi, fino a 12 quintali per ettaro, dovranno essere destinati a produzioni diverse dal vino, garantendo così una gestione efficace delle eccedenze.
La possibilità di stoccaggio autonomo permette alle aziende di gestire i propri volumi di mosto bianco aromatico o vino bianco, offrendo una certa flessibilità nella gestione della produzione. Dopo il 31 marzo 2026, il Consiglio di Amministrazione del Consorzio valuterà se svincolare, anche parzialmente, i volumi stoccati o prolungare le misure adottate.
I dati relativi al mercato mostrano chiaramente la necessità di queste misure. Nel primo semestre del 2025, il numero di contrassegni di Stato per il prodotto imbottigliato ha raggiunto i 45,6 milioni di pezzi, segnando un calo dell’8,2% rispetto ai 49,7 milioni dello stesso periodo nel 2024. Questo decremento è un chiaro segnale della difficoltà che il settore sta affrontando e sottolinea l’importanza di politiche di gestione dell’offerta per proteggere la filiera.
L’Asti DOCG, con il suo patrimonio di tradizione e qualità, ha sempre rappresentato un simbolo dell’eccellenza vinicola italiana. Tuttavia, la sfida di mantenere la competitività sui mercati internazionali è diventata sempre più complessa. Le misure approvate dal Consorzio Asti DOCG non solo riflettono un approccio strategico responsabile, ma sono anche essenziali per tutelare il valore del prodotto e il reddito dei produttori.
In questo contesto, le azioni del Consorzio non si limitano alla mera gestione delle rese, ma si inseriscono in una visione a lungo termine per la denominazione. La sostenibilità, sia economica che ambientale, è diventata una priorità per molti produttori, e le decisioni prese ora possono avere un impatto significativo sul futuro della denominazione.
Il Consorzio sta lavorando anche per promuovere l’immagine dell’Asti DOCG a livello internazionale, puntando su campagne di marketing che evidenziano la qualità e la distintività dei vini prodotti in questa zona. L’obiettivo è non solo di preservare il mercato esistente, ma anche di esplorare nuove opportunità in mercati emergenti, dove la domanda per vini di alta qualità è in crescita.
In conclusione, la vendemmia 2025 rappresenta un’importante sfida per l’Asti DOCG, ma anche un’opportunità per rilanciare la denominazione attraverso una gestione oculata e strategica delle risorse. Le misure adottate possono contribuire a garantire un futuro prospero per i produttori e a mantenere la posizione di leadership dell’Asti DOCG nel panorama vinicolo globale.
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