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Andrea Bocelli svela la promessa al padre: il sogno di rendere grande il suo vino e l’amore per la cucina di Giorgione

Nel cuore della campagna toscana, Andrea Bocelli si racconta con un tono informale, ma ricco di significato, mentre condivide i suoi ricordi e la sua passione per il vino e la tradizione gastronomica. Seduto al ristorante Alpemare di Forte dei Marmi, il tenore italiano riflette sul suo legame con la terra e sulle amicizie storiche, come quella con Luciano Pavarotti, che ha influenzato profondamente la sua vita.

Bocelli inizia a narrare un episodio divertente legato a Pavarotti, noto per la sua passione per il Lambrusco. Nonostante fosse a dieta, il grande tenore insisteva per offrire il vino a chiunque entrasse nella sua casa. “Mi chiese cosa ne pensavo”, racconta Bocelli con un sorriso nostalgico. “E io risposi che era un buon vino, ma più adatto per fare l’aceto balsamico oppure per lavare le ruote della macchina”. Questo ricordo evoca il calore di una relazione che ha segnato entrambi.

Le radici nella campagna

Cresciuto a Lajatico, Bocelli esprime il suo amore per la campagna: “Se vuoi goder la vita, vieni quaggiù in campagna!”, citando il grande Beniamino Gigli. La sua famiglia ha sempre avuto un forte legame con la terra, risalente a secoli fa, quando un antenato, Gaspero Bocelli, acquistò il Podere Poggioncino. Oggi, insieme al fratello Alberto, Bocelli porta avanti la tradizione vinicola di famiglia, un’eredità che si riflette nella sua passione per la produzione di vino di qualità.

La cucina e la tradizione

Quando si parla di cucina, Bocelli rivela di non avere un particolare affetto per i piatti toscani, affermando: “Il carrello dei bolliti è il mio piatto preferito”. Nonostante la sua passione per il cibo, ammette di non essere un grande cuoco, limitandosi a preparare pochi piatti, tra cui la carbonara. Per lui, la cucina è più un’esperienza da condividere che un’arte da praticare.

La famiglia Bocelli ha sempre coltivato cereali e altre produzioni agricole, ma il vino è diventato una parte fondamentale della loro eredità. “Il vino di mio nonno non era granché”, dice Bocelli, “ma tra i viticoltori dell’epoca, mio padre faceva un vino un po’ più buono degli altri”. La sua promessa al padre di trasformare il vino di famiglia in un prodotto di qualità ha portato alla creazione dell’azienda agricola Bocelli 1831.

Progetti futuri e collaborazioni

Oggi, grazie all’enologo Luca D’Attoma, i vini prodotti dall’azienda hanno guadagnato riconoscimenti, con etichette come il Sangiovese “Terre di Sandro”, dedicato al padre. Bocelli non si limita a promuovere il vino; la sua attività si espande anche a nuovi progetti, tra cui una collaborazione con il gruppo ZONIN1821 per la creazione di nuovi vini, come un prosecco DOC e un bianco IGT Toscana.

L’amicizia con Giorgione, noto chef e volto del Gambero Rosso, arricchisce ulteriormente la sua vita. “La cucina di Giorgione non è dietetica, ma è buonissima”, dice ridendo, apprezzando i sapori ricchi e autentici della sua cucina. Inoltre, Bocelli esprime il suo amore per l’olio d’oliva, descrivendo il processo di raccolta e spremitura a freddo che avviene nella sua azienda. “Me lo porto con me in tutti i concerti all’estero”, confessa, sottolineando l’importanza di avere un pezzo di casa ovunque si trovi.

In un mondo in cui la musica e il cibo si intrecciano, Andrea Bocelli continua a cantare le lodi della sua vita, della sua terra e delle tradizioni che ama. Con il suo impegno nel promuovere il vino e la cucina italiana, il tenore dimostra che l’amore per la propria terra e le proprie origini è un’arte che non conosce tempo.

Redazione Vinamundi

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