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Air India, l’inchiesta svela: i motori dell’aereo precipitato erano spenti

Un mese dopo il tragico incidente aereo che ha colpito Air India, emergono nuovi dettagli che amplificano la drammaticità della situazione. Il volo, un Boeing 787-8 Dreamliner, è precipitato 30 secondi dopo il decollo dall’aeroporto di Ahmedabad, causando la morte di 260 persone, tra passeggeri e membri dell’equipaggio. Il rapporto preliminare sull’incidente, recentemente reso pubblico, offre indicazioni inquietanti e lascia aperti numerosi interrogativi.

la confusione in cabina

Le registrazioni delle comunicazioni in cabina rivelano che uno dei piloti ha chiesto all’altro il motivo per cui fosse stata interrotta l’alimentazione ai motori. La risposta, sorprendente e allarmante, è stata: «Non sono stato io». Questa conversazione è emblematica della confusione che ha caratterizzato gli ultimi istanti del volo, suggerendo un possibile errore umano o una malfunzione mai vista prima.

Il rapporto ha confermato le voci circolate inizialmente, secondo cui l’alimentazione ai motori sarebbe stata bloccata manualmente. I due interruttori che regolano il flusso di carburante ai propulsori sono stati spenti in rapida successione, un’azione che, per la sua complessità, difficilmente potrebbe avvenire per errore. Gli interruttori sono progettati per prevenire spegnimenti accidentali, richiedendo un’operazione specifica che implica il sollevamento delle leve e il loro successivo spostamento. Inoltre, tra le leve e i sedili dei piloti vi sono barriere metalliche, pensate per ridurre ulteriormente il rischio di un’azione involontaria.

dettagli del volo

Secondo il rapporto, il volo è durato circa 30 secondi, con il decollo avvenuto alle 8:08:39. Pochi istanti dopo, alle 8:08:42, gli interruttori di arresto del carburante per il motore 1 e il motore 2 sono passati dalla posizione RUN alla posizione CUTOFF. Questo cambio di stato è avvenuto in meno di un secondo, ma il documento non fornisce spiegazioni su come ciò possa essere accaduto.

  1. 8:08:39 – Decollo del volo
  2. 8:08:42 – Interruttori di arresto passano a CUTOFF
  3. 8:08:52 – Riattivazione di uno degli interruttori
  4. 8:09:05 – Lancio del May Day

Uno degli interruttori è stato riattivato alle 8:08:52, l’altro alle 8:08:56, ma solo uno dei motori ha ripreso a funzionare, mentre l’altro è rimasto inattivo. Il May Day è stato lanciato alle 8:09:05, pochi istanti prima dello schianto.

interrogativi senza risposta

Il mistero si infittisce attorno alle motivazioni che hanno portato a questa interruzione dell’alimentazione. Non è chiaro se sia stata una decisione consapevole del comandante o se il secondo pilota sia stato colto di sorpresa. La registrazione delle conversazioni in cabina non chiarisce ulteriormente la situazione, lasciando aperta la possibilità di un errore umano o di un malfunzionamento tecnico.

Le immagini delle telecamere di sorveglianza dell’aeroporto mostrano il dispiegamento della Ram Air Turbine (RAT) durante la fase di salita immediatamente dopo il decollo. La RAT è un motore ausiliario che si attiva automaticamente in caso di emergenza e fornisce energia a parte della strumentazione quando i motori principali si spengono. Questo ulteriore aspetto dell’incidente sottolinea quanto fosse critica la situazione a bordo.

Il rapporto preliminare, purtroppo, non contiene raccomandazioni né per Boeing, produttore del velivolo, né per GE, la compagnia responsabile della costruzione dei motori. Questo solleva interrogativi su quali misure possano essere adottate in futuro per evitare simili tragedie. Le indagini proseguono, ma è chiaro che ci sono ancora molte domande senza risposta, e la comunità aerea internazionale guarda con apprensione gli sviluppi di questa vicenda.

Il volo di Air India, oltre a rappresentare una tragedia personale per le famiglie delle vittime, segna un evento drammatico nella storia dell’aviazione. Con 241 morti tra passeggeri e membri dell’equipaggio, oltre a 19 persone a terra, si tratta del peggior disastro aereo degli ultimi dieci anni a livello mondiale e il più grave in India da tre decenni. Tra i passeggeri a bordo vi erano 230 persone, tra cui 169 indiani, 53 britannici, sette portoghesi e un canadese, con solo un sopravvissuto all’incidente.

Le indagini continueranno a scavare nel mistero che circonda questa tragedia, cercando di capire non solo le cause immediate, ma anche le eventuali responsabilità e le misure che possono essere adottate per garantire la sicurezza dei voli in futuro. In un contesto in cui la fiducia dei passeggeri nei confronti delle compagnie aeree è fondamentale, il caso di Air India rappresenta un campanello d’allarme per l’intero settore.

Redazione Vinamundi

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