Il convegno “Agricoltura rigenerativa: tra agroecologia e greenwashing”, organizzato dal WWF nella prestigiosa Sala delle Bandiere del Parlamento Europeo a Roma, ha rappresentato un momento cruciale per riflettere sul futuro del settore agroalimentare. Questo evento ha messo in luce temi fondamentali come il suolo, la biodiversità, la sostenibilità e la Politica Agricola Comune (PAC) post-2027. La presenza di Confeuro, una delle principali associazioni di rappresentanza del settore agricolo italiano, ha conferito ulteriore importanza a questa discussione.
Andrea Tiso, presidente nazionale di Confeuro, insieme ad Attilio Arbia, responsabile di Confeuro Giovani, ha espresso la loro gratitudine al WWF per aver posto l’accento su questioni così urgenti e strategiche per il futuro dell’agricoltura. «Siamo da sempre attenti alle politiche che mettono al centro il benessere del suolo e degli agricoltori», hanno affermato. Questo approccio evidenzia l’importanza di sviluppare pratiche agricole che non solo preservano, ma rigenerano le risorse naturali, creando un ciclo virtuoso di sostenibilità.
Il concetto di agricoltura rigenerativa si sta affermando come una risposta concreta alle sfide che il settore primario deve affrontare. Attraverso pratiche agroecologiche, è possibile:
Le tecniche di agricoltura rigenerativa, come la rotazione delle colture, l’uso di cover crops e la riduzione dell’uso di pesticidi, sono tutte strategie che possono contribuire a un’agricoltura più sostenibile.
La crisi climatica rappresenta una delle sfide più gravi per l’agricoltura moderna. Gli eventi climatici estremi, come siccità, inondazioni e ondate di calore, stanno diventando sempre più frequenti e intensi, minacciando la sicurezza alimentare globale. In questo contesto, Confeuro sottolinea l’importanza di adottare modelli agricoli più resilienti, capaci di affrontare tali sfide in modo efficace.
L’agricoltura rigenerativa non solo contribuisce a mitigare gli effetti del cambiamento climatico, ma offre anche opportunità economiche per gli agricoltori. Implementando pratiche sostenibili, le aziende agricole possono beneficiare di:
Inoltre, l’adozione di modelli agroecologici può aiutare a ridurre i costi operativi, grazie a una minore dipendenza da input chimici e a una gestione più efficiente delle risorse.
Un altro punto cruciale discusso durante il convegno è stato il futuro della Politica Agricola Comune (PAC) dopo il 2027. Confeuro ha espresso la necessità di un ripensamento incisivo delle politiche agricole europee, in modo da sostenere concretamente le pratiche agroecologiche e garantire una transizione ecologica giusta. È fondamentale che la PAC non dimentichi le piccole e medie aziende agricole, che rappresentano una parte significativa del panorama agricolo europeo e sono spesso più vulnerabili ai cambiamenti delle politiche e delle condizioni di mercato.
«Siamo consapevoli delle difficoltà operative che l’agricoltura rigenerativa comporta», hanno affermato Tiso e Arbia, «ma siamo anche convinti che, con le giuste competenze e risorse, questo modello possa diventare il fulcro dell’agricoltura del futuro». La formazione e l’educazione degli agricoltori sono essenziali per garantire che possano adottare queste pratiche in modo efficace e sostenibile.
Inoltre, la transizione verso un’agricoltura rigenerativa richiede un forte sostegno da parte delle istituzioni. Politiche incentivanti, finanziamenti e accesso a tecnologie innovative possono fare la differenza nel promuovere un cambiamento significativo nel settore agricolo. È fondamentale che i decisori politici ascoltino le istanze del mondo agricolo e lavorino in sinergia con gli agricoltori per sviluppare soluzioni pratiche e sostenibili.
Un altro aspetto fondamentale dell’agricoltura rigenerativa è la promozione della biodiversità. Negli ultimi decenni, la perdita di biodiversità è diventata un problema sempre più grave, con ripercussioni dirette sulla salute degli ecosistemi e sulla capacità delle colture di resistere a malattie e parassiti. Le pratiche agricole rigenerative, che incoraggiano l’uso di varietà locali e la conservazione degli habitat naturali, possono contribuire a ripristinare la biodiversità.
La valorizzazione delle tradizioni agricole locali e delle varietà autoctone non solo arricchisce la produzione alimentare, ma promuove anche la cultura e l’identità delle comunità rurali. Questo approccio integrato può portare a un sistema agroalimentare più resiliente e sostenibile, in grado di rispondere alle sfide del presente e del futuro.
In sintesi, l’agricoltura rigenerativa rappresenta non solo un’opportunità strategica per il futuro del settore primario, ma anche un imperativo etico e ambientale. L’adozione di pratiche agroecologiche, sostenuta da politiche adeguate e da una forte volontà di cambiamento, può trasformare il panorama agricolo europeo, ponendo le basi per un futuro più sostenibile e giusto per tutti.
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