Verona si appresta a inaugurare il primo Museo Internazionale del Vino in Italia, un progetto di ampio respiro, presentato ufficialmente durante il convegno “I Musei del Vino tra Cultura, Innovazione e Promozione Territoriale”, ospitato nella Camera di Commercio della città. Questo museo, noto come MUVIN, punta a diventare un riferimento per il settore vinicolo a livello internazionale, passando ora dalla fase di progettazione a quella di realizzazione concreta.
Diego Begalli, presidente della Fondazione MUVIN e prorettore dell’Università di Verona, ha dichiarato che il progetto porterà benefici economici significativi, stimati intorno ai 700 milioni di euro in 10 anni per la provincia. A livello regionale e multiregionale, invece, l’impatto sarà tra i 300 e 400 milioni di euro, sostenuto da un investimento iniziale di 20 milioni di euro, che si traduce in un moltiplicatore di 1 a 30, ben oltre la media dei parametri usati per misurare l’impatto economico della cultura.
Durante l’evento è stato anche presentato il Business Plan 2024 del MUVIN da Enrico Ghinato, membro del consiglio di amministrazione della Fondazione e con esperienza nella direzione di grandi parchi tematici come Gardaland e Aquardens. Ghinato ha spiegato che il museo, una volta operativo, creerà circa 200 posti di lavoro, e si affermerà come una vera e propria impresa culturale. L’obiettivo è di raggiungere 350 mila visitatori entro cinque anni e un fatturato di 7 milioni di euro.
Particolarmente interessante è la strategia che prevede un ricavo medio per visitatore di 14 euro, supportato da un modello di business diversificato che include esperienze interattive, degustazioni, e merchandising. Questo approccio permette al museo di allinearsi ai più alti standard internazionali di gestione, contribuendo a posizionare Verona come una delle principali destinazioni del turismo culturale e vinicolo.
Il convegno ha coinciso con la settimana dedicata all’evento annuale delle Great Wine Capitals, ospitato quest’anno proprio a Verona e finanziato con il contributo della Regione Veneto. Enrico Corsi, consigliere regionale promotore della legge regionale sugli ecomusei, ha sottolineato che l’Italia è l’unico grande produttore europeo di vino a non avere un museo internazionale dedicato, una lacuna che il MUVIN è destinato a colmare. La creazione di un hub culturale all’avanguardia non solo valorizzerà l’intero settore enologico, ma permetterà anche di consolidare la fiera del Vinitaly e di potenziare la promozione del turismo enogastronomico della regione, offrendo nuove opportunità di crescita economica per l’intero territorio.
Il convegno ha offerto un’importante piattaforma per discutere le migliori pratiche a livello internazionale, con la partecipazione dei principali esperti e istituzioni del settore. Steve Charters, professore di Wine Marketing e curatore scientifico del MUVIN, ha evidenziato l’elemento distintivo del progetto: a differenza di altri musei dedicati al vino, che spesso si concentrano solo sul prodotto e sulla sua produzione, il MUVIN metterà in risalto il valore culturale del vino. Charters ha spiegato che, in un momento in cui questo aspetto viene spesso sottovalutato, il MUVIN mira a colmare questa lacuna, mettendo in luce le figure chiave del settore, dai produttori ai consumatori, e promuovendo una comprensione più ampia del ruolo culturale del vino.
Con l’apertura del MUVIN, Verona si posiziona come punto di riferimento internazionale per il turismo culturale e l’enoturismo, rafforzando il legame tra la produzione vinicola e il patrimonio culturale del territorio. Questa iniziativa ambiziosa si inserisce in un contesto di crescita e innovazione, puntando a valorizzare il vino come elemento distintivo del patrimonio italiano, unendo tradizione e modernità attraverso il linguaggio della multimedialità e delle esperienze immersive.
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