Approfondimento

I solfiti presenti nel vino non causano il mal di testa, ma altre sostanze sì

Esiste una convinzione diffusa per cui i solfiti presenti nel vino siano responsabili del mal di testa, motivo che spinge molte persone a cercare vini che non contengano questi additivi.

Tuttavia, alcune ricerche scientifiche dimostrano che non vi è alcuna correlazione tra i solfiti e il mal di testa e che non esistono vini completamente privi di solfiti.

Scopriamone di più.

Mal di testa da solfiti? Non è questo il problema

Quando si parla di solfiti, ci si riferisce sia all’anidride solforosa (SO2), indicata nelle etichette con il codice E220, sia ad altri solfiti come il solfito di sodio (E22) e il solfito di potassio (E225).

Mal di testa da vino? L’alcol, i flavonoidi e l’istamina sono i principali indiziati | Immagine Unsplash @Kym Ellis – Vinamundi.it

Questi additivi vengono utilizzati come antiossidanti o conservanti per prevenire la proliferazione batterica negli alimenti, garantendo così la loro freschezza e durata nel tempo.

È importante notare che i solfiti non sono presenti solo nel vino, ma vengono aggiunti anche ad altri prodotti alimentari, come la frutta secca, i gamberetti e i sughi pronti e sono naturalmente presenti in alimenti come mele, riso, cipolle e cavoli.

Il mal di testa non è quindi causato dalla presenza di solfiti nel vino.

In caso contrario, altri alimenti dovrebbero provocare gli stessi sintomi.

Spesso, il mal di testa è causato dall’alcol stesso, soprattutto se consumato in eccesso, oppure da alcuni flavonoidi o dall’istamina naturalmente presenti nei vini rossi.

I flavonoidi sono responsabili delle caratteristiche aromatiche, gustative e del colore del vino, mentre l’istamina è prodotta da alcuni batteri presenti nei vini e può causare sintomi come mal di testa, vampate di calore, prurito e difficoltà respiratorie, a seconda delle quantità presenti.

I solfiti contenuti nel vino possono provocare reazioni allergiche in individui sensibili, come orticaria o attacchi di asma, con sintomi quali vampate di calore, vertigini e tachicardia.

Nel 2016, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha fornito indicazioni sulla dose giornaliera di solfiti, suggerendo di non superare i 0,7 milligrammi al giorno per chilogrammo di peso corporeo.

Tuttavia, questa valutazione non è stata ancora pienamente supportata da dati scientifici certi.

Riassumendo, possiamo dire che mal di testa causato dal vino non è legato ai solfiti, ma piuttosto all’etanolo o ad altre sostanze presenti, come l’istamina o i flavonoidi, sebbene ulteriori studi potrebbero portare a una migliore comprensione di questa questione.

Altri studi sul mal di testa da vino

Recentemente, alcuni studiosi ed esperti del Dipartimento di Viticoltura ed Enologia dell’Università della California-Davis hanno investigato il legame tra il consumo di vino e lo sviluppo di mal di testa.

Il loro studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports lo scorso 20 novembre, ha cercato di gettare luce su questa questione spesso dibattuta.

Il mal di testa derivante dal vino, noto agli esperti come cefalea primaria, si manifesta entro tre ore dal consumo, mentre la cefalea secondaria compare tra cinque e dodici ore dopo e spesso è causata da un eccessivo consumo di alcol nel breve termine.

Gli esperti hanno focalizzato la loro analisi sulla cefalea primaria causata dal vino rosso, identificando la sostanza responsabile: la quercetina, un flavonoide presente anche nell’uva.

La quercetina, nota per le sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, è presente in varie quantità nelle uve a seconda del vitigno e dell’esposizione al sole. Durante la vinificazione, processi come la macerazione prolungata o l’invecchiamento possono aumentarne la concentrazione nel vino.

Ma perché una sostanza salutare come la quercetina può causare mal di testa?

Secondo gli studiosi, la quercetina interferisce con il metabolismo dell’alcol, trasformandosi in quercetina-3-glucuronide, che a sua volta inibisce l’enzima ALDH2, responsabile della decomposizione dell’acetaldeide, aumentando così i livelli di questa tossina nell’organismo e causando mal di testa e sensazioni di calore.

Questa ricerca indica che il mal di testa da vino è il risultato di una serie di reazioni innescate dalla presenza di quercetina e può verificarsi anche con il consumo di quantità minime di vino, senza necessariamente indicare un eccesso di alcol.

Vino rosso o vino bianco per evitare il mal di testa? L’importante è la quantità | Immagine Unsplash @Tobias Rademacher – Vinamundi.it

Quanti falsi miti da sfatare!

Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, c’è un primo mito da sfatare: il mal di testa da vino non è sempre causato dall’abuso di questo alcolico.

Il mal di testa primario è invece innescato dalla quercetina, non dalla quantità di vino consumata.

Perciò, non è corretto attribuire il mal di testa semplicemente a un’eccessiva bevuta.

Tuttavia, è importante sottolineare che l’intossicazione da alcol può comunque provocare gravi conseguenze fisiologiche e patologiche.

Un altro mito da sfatare è stato quello che per anni ha puntato il dito contro i solfiti come principali colpevoli del mal di testa da vino.

Sebbene i solfiti siano ampiamente usati nell’industria alimentare, non sono loro a provocare il mal di testa primario.

Un’intossicazione da solfiti avviene solo con un consumo eccessivo di alcol o dopo l’assunzione di quantità elevate di solfiti.

È vero che alcune persone possono essere ipersensibili ai solfiti, ma ciò avviene solitamente solo in presenza di un’eccessiva assunzione prolungata nel tempo.

Per avvisare i soggetti sensibili, le bottiglie di vino riportano l’etichetta “contiene solfiti” se il contenuto supera i 10 mg/litro, mentre il limite massimo consentito per la commercializzazione è di 200 mg/litro.

Il consumo giornaliero massimo raccomandato di solfiti è di 0,7 mg/kg di peso corporeo.

Ciò non perché i solfiti causano direttamente il mal di testa, ma perché un’eccessiva assunzione nel tempo può avere conseguenze negative sulla salute.

Chiunque sia soggetto a sensibilità ai solfiti dovrebbe quindi leggere attentamente le etichette dei prodotti, compresi i vini, poiché i solfiti sono presenti anche in altri alimenti.

Questa pratica dovrebbe evitare così spiacevoli sorprese, permettendo a chiunque di assumere in maniera consapevole vino e altri prodotti.

Uno degli aspetti più importante resta quindi l’equilibrio e la moderazione, così da non assumere troppi flavonoidi e solfiti.

L’eccesso può portare a un bel mal di testa, ma anche a effetti molto più disturbanti e pericolosi.

Che si tratti di vino bianco o di vino rosso, è sempre meglio non abusare mai delle quantità.

Marco Garghentino

Brianzolo dal 1996, ho sempre pensato che la comunicazione sia la principale arte che l’uomo ha sviluppato nei secoli. Amo lo sport, conoscere il Mondo ed essere informato. Ogni vita ha una storia e spesso vale la pena raccontarla.

Recent Posts

Quando il vino nasce da una miscela: cos’è il blend e quali sono gli esempi più famosi

Il termine Blend è una locuzione inglese che si ritrova in una vasta gamma di…

11 ore ago

Un Primitivo da servire freddo? Ecco l’Ice Primitivo di Masso Antico

Ci sono segnali inequivocabili che indicano un cambiamento nel modo in cui il mondo guarda…

3 giorni ago

Produrre vino in California non è più sostenibile, ecco perché

L'incertezza regna sovrana tra i giovani produttori di vino della California, molti dei quali si…

3 giorni ago

Vino, la produzione crolla a causa del clima: mai così bassa dal 1961

Nel corso del 2023, una combinazione di eventi meteorologici estremi, inclusa siccità persistente, ondate di…

1 settimana ago

Anche i vini dealcolati hanno i loro fan: ecco chi sono i potenziali consumatori

Nel mondo enologico si sta ormai scatenando da tempo la diatriba tra chi apprezza i…

2 settimane ago

Vino: cresce l’acquisto di bottiglie per il consumo fuori casa

Il settore del vino nei ristoranti sta tornando, finalmente, ai livelli pre Covid, contrastando la…

2 settimane ago