Cucina

Quali vini si abbinano meglio al pandoro? Ecco qualche consiglio

Meglio il panettone o il pandoro? Una domanda che ogni anno alimenta una disputa destinata a non trovare mai un vero punto di contatto.

Chi ama il dolce per eccellenza della pasticceria milanese contro chi gli preferisce il prodotto tipico di quella veronese.

Si tratta ovviamente di gusti soggettivi, ma c’è un aspetto che potrebbe mettere d’accordo tutti: il vino.

Oggi ci concentriamo in particolare sull’abbinamento tra vino e pandoro, alla ricerca delle bottiglie giuste da mettere in tavola questo Natale (qui vi abbiamo parlato invece dell’abbinamento tra vino e panettone, ndr)

Dolce su dolce, l’esaltazione della concordanza

Un buono sposalizio tra ciò che si beve e ciò che si mangia si basa solitamente sul rispetto dell’equilibrio e del bilanciamento.

Immagine | Unsplash @ZachariahHagy – Vinamundi.it

Per quanto riguarda l’abbinamento tra vino e pandoro, ciò a cui si punta è però in particolare l’esaltazione del dolce.

Nonostante il pandoro sia già parecchio dolce di suo, per via delle enormi quantità di burro e zucchero a velo che ne rendono unico il sapore, perfetti in abbinamento sono vini fermi o spumanti dalla dolcezza ancora più marcata.

Dolce su dolce, dunque. Una vera e propria esaltazione della concordanza.

In particolare, a spiegare perchè lo sposalizio tra lo spumane e il pandoro sia perfetto è stata una ricerca condotta dall’Associazione Industrie Dolciarie Italiane (AIDI) e dal Consorzio per la Tutela dell’Asti.

Ciò che è emerso è che l’Asti DOCG, per esempio, riesce a enfatizzare mirabilmente l’aromaticità del pandoro, aggiungendo un senso di freschezza ed evidenziando il profumo di vaniglia.

Un classico intramontabile resta poi anche l’abbinamento tra il pandoro e un vino dolce, bianco e aromatico, come un passito di Moscato o di Malvasia.

Parliamo di vini che si caratterizzano per una spiccata aromaticità, freschezza, intensità e dotati di un buon corpo.

In alternativa, gli esperti consigliano anche di optare per vini derivati da una vendemmia tardiva, come, per esempio, il Cannellino di Frascati DOCG, dagli intensi sentori fruttati e floreali.

Anche una muffa nobile come l’Orvieto DOC può essere un ottimo abbinamento, grazie ai suoi profumi di frutta gialla e alle sue caratteristiche note di miele e frutta disidratata.

Più spinto, ma comunque apprezzabile è anche l’accostamento tra il pandoro e il Porto, vino celebre per la sua struttura importante e per il suo elevato grado alcolico, oltre che per il suo residuo zuccherino, l’alcolicità sgrassante e la sua iconica leggera speziatura.

In questo senso, anche un Marsala nella sua versione Fine e dolce può essere un’ottima alternativa, grazie ai suoi tipici profumi e aromi di agrumi e fiori gialli.

Un must resta comunque l’abbinamento tra il pandoro e il Moscato d’Asti Spumante.

Vino e pandoro, come valorizzare i gusti

Per esaltare le dolci caratteristiche tipiche del pandoro, anche uno Champagne può essere un vino ottimale da accostare, così come pure un Franciacorta tutto italiano.

L’obiettivo è quello di bilanciare la grassezza propria di questo dessert con un vino fresco e dalle note effervescenti.

Immagine | Wikimedia Commos @Nicola under license CC BY 2.0 DEED (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/deed.en) – Vinamundi.it

Per capire quale sia l’abbinamento migliore è infatti indispensabile prima analizzare il prodotto che si andrà a mangiare. In questo caso il pandoro.

Stando alla tradizione, gli ingredienti che compongono questo tipico dolce natalizio italiano sono: la farina di frumento, lo zucchero, le uova di gallina di categoria “A” o tuorlo d’uovo derivato da uova di gallina di categoria “A” (in quantità da garantire non meno del 4% in tuorlo, ndr), burro ottenuto direttamente ed esclusivamente da creme di latte vaccino con un apporto in materia grassa butirrica in quantità non inferiore al 20%, lievito naturale costituito da pasta acida, aromi di vaniglia o vanillina e sale (compreso quello iodato, ndr).

A questi ingredienti obbligatori, come previsto dalle direttive che proteggono l’identità e l’unicità del pandoro, possono poi essere aggiunti anche degli ingredienti facoltativi come: il latte e i suoi derivati, il malto, il burro di cacao, gli zuccheri, il lievito (fino a un limite dell’1%), lo zucchero impalpabile, gli aromi naturali e naturali identici, gli emulsionanti, il conservante di acido ascorbico e il conservante sorbato di potassio.

Come visto, le componenti che formano il pandoro sono quindi molte di più di quelle che solitamente si potrebbe pensare e, per questo, prima di scegliere quale vino abbinare a questo dessert, è sempre consigliato procedere con una degustazione del prodotto.

Gli esperti indicano di partire sempre da un’analisi visiva e tattile del pandoro.

Si deve quindi tagliare una fetta del prodotto e maneggiarla con attenzione, così da constatarne la morbidezza, il colore e la necessaria presenza di bolle d’aria al suo interno (queste ultime devono essere di piccole dimensioni, ndr).

Lo step successivo è quello che porta a odorare i profumi emessi dal pandoro, potendo così poi passare all’assaggio finale.

Questa serie di analisi tecniche e pratiche dovrebbe permettere di capire il grado di dolcezza, aromaticità e grassezza del pandoro scelto, ovvero i tre elementi descrittivi principali di questo dessert.

Soltanto dopo aver capito quali siano i livelli di gusto del pandoro selezionato, si potrà scegliere il vino più adatto, anche in base alle proprie preferenze.

Al di là di ogni tecnicismo, una delle discriminanti principali nella selezione del vino resta infatti il gusto personale, sebbene il consiglio resti sempre quello di seguire le linee guida indicate dagli esperti.

Scegliere il vino più adatto vi permetterà di valorizzare al meglio le caratteristiche del pandoro e di fare bella figura con i vostri commensali.

Una bella figura che può essere fatta anche mettendo in atto alcune semplici regole che il galateo prevede per la somministrazione del pandoro a tavola.

Innanzitutto, questo dolce deve essere presentato già affettato e servito su un vassoio o in singole porzioni. Da non dimenticare è una spolverata di zucchero a velo!

La forma delle fette può essere a discrezione del padrone di casa, mentre la porzione di pandoro deve essere consumata direttamente con le mani.

La forchetta da dessert torna utile, secondo il galateo, soltanto nel caso in cui al pandoro si abbini anche una crema specifica.

In questo caso, la forchetta servirà a tenere ferma la porzione di dessert, mentre con un cucchiaio si raccoglierà la crema in questione.

Sarebbe poi buona regola servire il pandoro prima delle frutta e mai insieme al caffè.

Come avrete infatti ormai capito bene, il liquido da abbinare a questo dessert deve essere un vino dolce.

Marco Garghentino

Brianzolo dal 1996, ho sempre pensato che la comunicazione sia la principale arte che l’uomo ha sviluppato nei secoli. Amo lo sport, conoscere il Mondo ed essere informato. Ogni vita ha una storia e spesso vale la pena raccontarla.

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